2021-01-06
Flop di giornata del sistema Arcuri. Consegnate 1.000 siringhe sbagliate
Agli ospedali di Pavia e provincia sono arrivate dozzine di modelli da 5 ml anziché i monodose. Le strutture sono state costrette a ricorrere alle proprie scorte. Intanto continuano a mancare personale, dosi e frigoriferi.Per Chigi la campagna italiana è «soddisfacente» e seconda solo a Berlino, che però ha contrattato un'altra fornitura. L'accelerazione c'è stata, ma per lo sforzo dei territori.Lo speciale contiene due articoli.Chissà che non si arrivi al paradosso di essere costretti a presentarsi alla vaccinazione con la siringa in mano. A Pavia ci si è andati vicino. Al Policlinico San Matteo e agli ospedali dell'Asst locale (l'azienda sanitaria territoriale) sono arrivati i kit con un migliaio di siringhe sbagliate, da 5 ml anziché monodose, come serve per il vaccino Covid. Gli ospedali, per risolvere l'intoppo hanno dovuto ricorrere alle scorte in magazzino. Ci si è messa anche la burocrazia. Nessuno sa se le siringhe sbagliate debbano essere restituite o possano essere utilizzate per altre necessità. Le fiale stanno arrivando con il contagocce. Ieri, invece dell'intera fornitura settimanale, ne è arrivata metà. Se l'obiettivo è l'immunità di gregge, cioè la copertura dal Covid di almeno il 75% della popolazione, per fine anno, siamo molto lontani dal traguardo. Per somministrare due dosi a questa percentuale di italiani entro un anno, bisognerebbe effettuare 1,5 milioni di punture a settimana. Il commissario Domenico Arcuri invece ha posto come obiettivo 450.000 vaccini ogni sette giorni, cioè meno di un terzo di quelli che servirebbero per centrare l'obiettivo dell'immunità di tutto il Paese. Di questo passo servirebbero anni per tagliare il traguardo. Finora la somministrazione ha riguardato solo lo 0,7% della popolazione. Cos'è che non sta funzionando? Punto numero uno nei ritardi: le dosi. Le Regioni reclamano una fornitura maggiore. I lotti della Pfizer stanno arrivando alla spicciolata. In forte ritardo quelli di Moderna che dovrebbero avere il via libera dall'Ema a giorni, mentre quelli di Astrazeneca, già somministrati in Uk, dovrebbero essere approvati dall'Agenzia europea a fine gennaio o inizio febbraio. Le fiale di Sanofi, 40 milioni, arriveranno nella seconda metà del 2022. Risultato: l'Italia avrà le 202 milioni di fiale annunciate, nell'arco di 21 mesi e non più di 15. L'errore di Bruxelles, rilevato dagli esperti, è stato di diversificare gli ordini tra vari produttori. Il Regno Unito va avanti senza aspettare l'Ema, mentre la Germania ha contrattato direttamente con la Pfizer dosi aggiuntive.E ai problemi organizzativi europei si sommano quelli nazionali. Le Regioni lamentano la mancanza di personale sanitario, di siringhe e di frigoriferi per conservare il prodotto. Lo standard minimo per operatore dedicato è di 30 vaccinazioni al giorno. Alcuni governatori stanno pensando di sopperire con pensionati mentre i medici di base attendono di sapere quando potranno essere operativi. Gran parte degli ambulatori sono sprovvisti dei frigoriferi che scendono a 75 gradi sotto zero. Ma i freezer mancano anche nei centri vaccinali. Dei 294 punti di somministrazione solo 222 ne sono dotati. Dopo il 7 gennaio dovrebbero diventare 289, promette Arcuri, ma ne mancherebbero ancora cinque.A rallentare la macchina organizzativa ci si sono messe pure le ferie del personale sanitario. Il Molise sta reclutando volontari, pagati 25 euro lordi, dopo il normale orario di servizio. Il commissario Arcuri ha promesso per l'inizio di febbraio l'arrivo di 15.000 tra medici e infermieri. Il bando è partito solo il 16 dicembre.Altro ingranaggio difettoso è quello dei centri vaccinali. Manca un elenco e le Regioni procedono in ordine sparso. Arcuri ha spiegato che gli hub dipendono dalla quantità di vaccino disponibile, dalla numerosità delle categorie con priorità e dagli aspetti logistici legati alla catena del freddo. Il vaccino di Astrazeneca avrebbe risolto almeno uno di questi problemi perché ha il vantaggio strategico di essere prodotto a Pomezia nell'impianto Irbm, l'infialamento avviene ad Anagni e non richiede temperature basse per la conservazione. Ma l'approvazione ritarda.Manca pure un piano per la vaccinazione degli anziani. La fase dovrebbe partire a marzo ma è avvolta dalla nebbia. Quando «sbocceranno» le Primule, le griffatissime strutture di vaccinazione firmate da Stefano Boeri, è un mistero. Da 294 punti di somministrazione si dovrebbe passare a 1.500. Si ignorano modalità e scaglionamento nell'installazione. Sono senza risposta le domande sulle chiamate: se avverranno tramite sms, per via postale, o con un'applicazione sullo smartphone. Siccome la priorità è la popolazione anziana, sarebbe stato opportuno avviare subito una campagna di informazione sui centri di vaccinazione e sulle patologie a rischio. Dovrebbe arrivare un'app che avvisa del richiamo (servono due dosi) ma non se ne ha ancora notizia. Come non si sa se verrà utilizzato Immuni, nonostante il flop. Peraltro sono strumenti poco adatti a un anziano. Sarebbe stata utile l'annunciata piattaforma di tracciamento, ma non c'è traccia. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/flop-di-giornata-del-sistema-arcuri-consegnate-1-000-siringhe-sbagliate-2649751857.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-governo-scippa-meriti-alle-regioni" data-post-id="2649751857" data-published-at="1609878190" data-use-pagination="False"> Il governo scippa meriti alle Regioni Mentre arriva da Pavia la notizia delle migliaia di siringhe sbagliate e le Regioni reclamano maggiori quantità di vaccini, il governo continua a spargere messaggi entusiastici. La campagna di vaccinazione è cominciata il 27 dicembre con l'obiettivo sbandierato dal commissario straordinario Domenico Arcuri di 450.000 vaccini la settimana e ora si vogliono spacciare come un risultato da Guinness le 191. 011 dosi somministrate. Di questo passo serviranno anni per raggiungere il traguardo dell'immunità di gregge, la copertura del 75% della popolazione. Ma a quanto pare la matematica non è il punto forte di Palazzo Chigi che pure non riconosce che se un minimo di accelerazione c'è stata, è grazie alle Regioni. Il governo ieri ha fatto circolare una nota che sottolinea l'andamento «soddisfacente» della vaccinazione. «Solo nella giornata di ieri (lunedì, ndr) sono state somministrate oltre 65.000 dosi, un dato record nell'ambito dell'Unione Europea». Seguono toni trionfalistici: «La macchina organizzativa sta accelerando e, nel giro di poche settimane, viaggerà a pieno ritmo. Ma i numeri italiani sono già oggi soddisfacenti, perché pongono il nostro Paese al secondo posto nel continente per quantità di dosi somministrate, alle spalle della sola Germania, che però ha potuto contare su una dotazione iniziale superiore». Viene omesso di dire che Berlino, dopo aver verificato che le dosi di Pfizer assegnate da Bruxelles non bastavano, ha contrattato direttamente, in via privata, con l'azienda farmaceutica una fornitura aggiuntiva. La velina di Palazzo Chigi conclude in euforia: «Continuiamo a impegnarci in questo grande sforzo per realizzare un piano vaccinale senza precedenti!» Vediamo i numeri di questa campagna «senza precedenti». L'ultima rilevazione indica che finora sono state somministrate 191.011 dosi e dal 30 dicembre al 1° gennaio le Regioni hanno ricevuto 469.950 fiale. Se gli enti territoriali non sono razzi, è altrettanto vero che la distribuzione dei vaccini va al rallentatore. Ricordiamo che l'organizzazione logistica attribuisce al Commissario Domenico Arcuri il compito della distribuzione delle dosi con il supporto di siringhe e diluenti, mentre le Regioni devono organizzare la somministrazione. I governatori si stanno lamentando che le fiale non arrivano o arrivano in quantità insufficiente per accelerare i tempi. Il ritardo della Lombardia, con il 14% delle dosi somministrate, è diventato un vero e proprio caso sui media, e non tiene conto di due fattori che possono aver condizionato le procedure: l'affanno di una Regione che ha avuto il maggior numero di contagi con il personale sanitario mobilitato per mesi e le ferie dei medici durante il periodo natalizio. Alcuni giorni di riposo che nessuna autorità si è sentita di negare dopo un tour de force di lavoro da marzo. Peraltro la Lombardia si sta organizzando per accelerare la vaccinazione nonostante il commissario Arcuri non faccia arrivare fiale a sufficienza. Come nel caso di Pavia che ha ricevuto la metà della fornitura settimanale. Paolo Grimoldi, deputato della Lega, smonta il teorema trionfalistico di Palazzo Chigi. «Il rallentamento dell'arrivo delle fiale sta facendo perdere tempo prezioso. È un errore da parte di chi per settimane ha detto che era tutto pronto per quando sarebbero arrivate le dosi con i vaccini. Il Pd che chiede di commissariare la Lombardia e centralizzare la sua sanità trasferendone la gestione a Roma, non ha nulla da dire?». Indietro anche altre Regioni che pure non hanno avuto un'esplosione di contagi. C'è il caso della Calabria con il 6% delle dosi somministrate, la Sardegna con il 7,5% e il Molise con il 12%. In vetta invece il Lazio con il 64,8% e la provincia autonoma di Trento con il 67,7%. Seguono la Toscana (56%) e il Veneto (55,6%).