2020-06-13
Flop dei navigator e spese pazze. La Lega chiede la testa di Parisi
I 3.000 addetti al ricollocamento sono fermi da tre mesi, ma prendono lo stipendio e i 600 euro di bonus. Mentre il capo di Anpal viene smentito dal suo stesso direttore sui voli in business e sugli affitti di lusso.Mentre il techno-governo magnifica le App, noi cominciamo ad avere nostalgia di Bartleby lo scrivano. Il verdetto su Immuni arriverà la prossima settimana, ma già possiamo definire un fallimento quella che dovrebbe aiutare chi percepisce il reddito di cittadinanza a trovare un'occupazione. Vale 25 milioni di soldi pubblici e potrebbe chiamarsi Bussola, visto che a usarla dovrebbero essere i navigator. Sono i 3.000 esseri mitologici inventati da Domenico Parisi, guru italoamericano del reinserimento nel mondo del lavoro, portato via in prestito un anno e mezzo fa da Luigi Di Maio dalla Mississippi State university per far funzionare la legge più rappresentativa e controversa nella storia dei 5 stelle.È tutto un condizionale perché in realtà non si muove niente tranne le polemiche, sempre più feroci all'interno dell'Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro), titolare della mission, paralizzata da inefficienze e scaricabarile. In 18 mesi gli unici numeri eclatanti sono quelli delle note spese del presidente Parisi medesimo, costato finora al ministero del Lavoro 166.000 euro in voli business class, affitto di casa, cene di rappresentanza e auto blu con autista (55.000 euro). Tutto ciò in aggiunta ai 176.000 euro della sua retribuzione, che più volte ha tentato di aumentarsi fino al tetto di 240.000. Chiamato a giustificare l'immobilismo produttivo più le spese da sottosegretario della Prima repubblica (e non da pasdaran grillino), Parisi in un'audizione alla Camera ha spiegato che: 1è tutto rendicontato alla direzione generale, affitto compreso;2i voli in business sono dovuti «al mal di schiena»;3i 25 milioni per l'App dei miracoli non sono utilizzabili perché la struttura li blocca.Ieri La Repubblica ha pubblicato una lettera in cui tutte le asserzioni di Parisi vengono smentite. Non da un anonimo funzionario o da un politico dell'opposizione, ma dal direttore generale dell'Anpal, Paola Nicastro, che con la precisione di un tiratore scelto impallina il suo presidente itinerante (ha trascorso buona parte del lockdown negli Stati Uniti). «Le affermazioni sono infondate e contrarie agli atti dell'amministrazione». Le spese non sarebbero state rendicontate al direttore generale e i 25 milioni sarebbero fermi perché il consiglio d'amministrazione non ha ancora approvato il piano industriale di Pico De Paperis-Parisi. Anzi lo ha bocciato tre volte. Una simile situazione chiama in causa pesantemente Nunzia Catalfo (anch'essa pentastellata) per responsabilità oggettiva. Se la ministra abbozza, il Pd comincia a perdere la pazienza. Il vicesegretario Andrea Orlando una settimana fa ha sottolineato la negatività dello stallo: «Il reddito di cittadinanza è servito a evitare scontri sociali in questa pandemia, ma non a rimettere nel mondo del lavoro persone che ne erano state espulse. Questo dev'essere il punto di partenza della riflessione». I numeri sono tremendi: su 908.000 beneficiari ricollocabili, solo 39.000 hanno ricominciato a lavorare. È il 4,3%, una percentuale ridicola. Nel frattempo a percepire il reddito sono 2,3 milioni di italiani, fra i quali alcuni mafiosi, ex terroristi e spacciatori, a conferma che i buchi nel sistema sono enormi.Il deputato della Lega, Claudio Durigon, ha tirato le somme e chiesto le dimissioni di coppia: «È ora che Parisi e Catalfo vadano a casa e lascino il posto a profili più preparati che si diano da fare per i lavoratori e non per sé stessi». Anche la pattuglia renziana ritiene conclusa l'esperienza del professore. La parlamentare Maria Chiara Gadda: «Che aspetta la ministra Catalfo a rimuovere Parisi? Ancora oggi emergono particolari inquietanti sulle sue note spese pazze. Le presunte bugie sono solo una parte del problema: è sotto gli occhi di tutti che la gestione di Anpal è stata un totale fallimento».Il sistema Lavoro-Welfare, che in questi due anni è stato pesantemente appaltato al M5s, mostra evidenti sbandamenti, diventati spaventosi durante il lockdown per il combinato disposto di leggi ambigue e di disorganizzazione dirigenziale. Cassa integrazione, click day, debolezze Inps, finanziamenti a singhiozzo: un disastro. Con il presidente dell'ente previdenziale, Pasquale Tridico, che non ha trovato di meglio che addebitare il fallimento agli imprenditori «pigri e opportunisti».A tutto questo si aggiunge lo scandalo dei 3.000 navigator che da oltre tre mesi sono del tutto inutilizzati per legge. Il decreto Cura Italia ha infatti sospeso gli obblighi dei beneficiari del reddito di cittadinanza (quindi anche quello di cercare un impiego). Parisi ha spiegato che i suoi ragazzi «lavorano da casa» ma in mancanza di un obiettivo lo smart working non sarebbe neppure necessario. Nonostante questo, continuano a percepire lo stipendio medio di 1.800-2.000 euro e poiché hanno un contratto triennale da co.co.co, molti di loro hanno potuto richiedere i 600 euro di bonus sostegno. Memorabile il commento di Parisi: «L'ho sentito anch'io, ma come Agenzia non facciamo attività di vigilanza. Rivolgetevi all'Inps». Privilegio negato a commercianti, partite Iva, ceto medio produttivo. Duemilaseicento euro al mese per scaldare i motori in attesa che lo stato d'emergenza finisca. Da navigator a vista a navigator nell'oro.
Francesca Albanese (Ansa)
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)