2023-09-15
Non solo flop Africa: l’Ue è un club di ricatti
L'Alto rappresentante dell'Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell (Ansa)
Dall’Europa veti e pressioni sui dossier Ita e Mes. Ma quando c’è da riempire i buchi geopolitici lasciati da Parigi nelle sue ex colonie resta immobile. Uno stallo di cui hanno approfittato Russia e Cina. Il vuoto va colmato: è l’ora di scelte drastiche, forse anche militari.L’Europa è finita a Lampedusa. Il titolo di apertura della Verità resterà valido, purtroppo, per molti giorni e settimane. O per molti anni, se le prossime europee non dovessero riuscire a scardinare tutte le logiche sottostanti agli equilibri di potere della Commissione. Al momento possiamo solo osservare che la Bruxelles che mena le danze si basa sul principio del ricatto e, al tempo stesso, dell’incapacità di agire e tappare i buchi che la geopolitica offre. Il ricatto è sotto gli occhi di tutti. Se il governo preme per chiudere la manovra e per avviare una linea di dialogo sul Patto di stabilità, ecco che le pratiche per la joint venture tra Ita e Lufthansa si allungano. Un soft power al contrario. La commissione sulla concorrenza che ora manca della numero uno, Margrethe Vestager (in aspettativa per il posto alla Bei, in concorrenza con il nostro Daniele Franco) allunga a dismisura i tempi delle pre autorizzazioni. Un questionario lungo 100 domande. Le partite si allungano e si incrociano con gli interessi della Francia e della stessa commissaria. Senza contare che periodicamente, almeno due volte al mese, Bruxelles fa filtrare veline sulla necessità dell’Italia di ratificare il Mes. Al di là del fatto che il Meccanismo di stabilità economica non serve a Roma, corre anche l’obbligo di ricordare che il Parlamento italiano si è già espresso (negativamente) e, al tempo stesso, che non compete al governo ratificare alcunché. Così, mentre si alzano le polemiche e si intrecciano i veti già di per sé incrociati, Francia e Germania chiudono i confini e osservano in silenzio il caos organizzato di Lampedusa. Organizzato perché un numero così elevato (oltre 7.000 clandestini in poche ore) si giustifica solo con una strategia.Strategia che si palesa con la lettera con cui il governo tunisino vieta alla delegazione europea di varcare i confini: la mossa implica il fatto che Tunisi si rimangi l’accordo fatto con l’Italia e con la stessa Ursula von der Leyen. Il tutto pare decisamente mirato alla destabilizzazione dei nostri confini e l’intera operazione rivela tanto di impronte digitali.In seguito alla decisione delle autorità tunisine di negare l’ingresso agli eurodeputati, il presidente del gruppo S&D (Alleanza socialista e democratici, ndr) al Parlamento Ue, Iratxe Garcia Perez, ieri ha infatti chiesto l’immediata sospensione del memorandum d’intesa Ue-Tunisia. «Questo memorandum è stato un errore fin dall’inizio e deve essere ritirato», ha sentenziato il parlamentare socialista perfettamente coordinato con le mosse di Kais Saied. Una lunga serie di mosse che ci porta al drammatico momento attuale.Purtroppo c’è anche una lunga lista di omissioni. Se lo sbando migratorio è palpabile ai nostri confini e nelle nostre città è certamente colpa dei francesi che, negli ultimi sei anni, hanno perduto i rapporti coloniali costruiti negli ultimi 150 anni. È però anche colpa dell’Unione europea che non riesce minimamente ad avere una politica estera unitaria e, ancora più a monte, non riesce a interpretare i cambiamenti del mondo. È da almeno tre anni palese a chiunque che Parigi non sarebbe più riuscita a mantenere gli equilibri del Sahel. I soli che ne hanno approfittato sono i russi, attraverso l’uso spregiudicato dei miliziani di Wagner, e i cinesi, attraverso gli accordi economici.I colpi di Stato si sono susseguiti e gli europei sono stati a guardare. L’ultimo, in Niger, è il caso più emblematico. La precedente giunta è stata ribaltata, ma l’attuale ancora non si è schierata apertamente con i russi. Ci sono margini di intervento. Parigi spera che al proprio ambasciatore venga torto almeno un capello per avere la scusa di un intervento militare, l’Italia sta a guardare e Bruxelles si gira letteralmente dall’altra parte. I prossimi due Paesi a rischio golpe potrebbero essere il Camerun e la Costa d’Avorio, che il prossimo anno ha in calendario le elezioni. La famiglia al comando è filo francese. Roma e Bruxelles si stanno preparando a un cambio di guardia? Non sappiamo. Gli Usa però hanno riaperto il fascicolo Yamoussoukro, capitale della Costa d’Avorio.Non è più ammissibile fingere di tenersi fuori dai giochi per buonismo. È l’intera scacchiera che sta invadendo l’Europa, nemmeno le pedine. Ecco perché saremo chiamati a scelte drastiche. Forse anche militari. Se il vuoto lasciato dai francesi non lo tappiamo noi, continuerà a farlo qualcun altro. E poi non avremo scuse. D’altronde non possiamo omettere un ultimo dettaglio. L’Italia da sola non può invertire tale rotta. Non abbiamo potenza di fuoco e, soprattutto, non abbiamo Paesi a Nord che ci coprono le spalle. Per questo le prossime europee sono tanto importanti quanto pericolose.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.