2025-10-10
Firmato l’accordo Israele-Hamas. Prima le liberazioni, poi il disarmo
Il tycoon annuncia l’intesa: «Un grande giorno». I fondamentalisti: «Ricevute garanzie». Ora la tregua, lo scambio di prigionieri, gli aiuti e il ritiro dell’Idf. Più avanti inizierà la smilitarizzazione della Striscia.Gerusalemme vuole le salme dei rapiti morti, ma i terroristi potrebbero non essere in grado di trovarle. E i caduti sono sottostimati. Chi non vuole il patto cerca l’incidente.Lo speciale contiene due articoli.Dopo due anni di conflitto, è stata annunciata l’intesa tra Israele e Hamas sulla prima fase del piano di pace per Gaza presentato dal presidente americano, Donald Trump. Ad annunciarlo su Truth è stato il tycoon: «Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Usa». E a cascata, è arrivata la conferma del Qatar, del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e di Hamas («Ricevute garanzie, dichiariamo la fine della guerra e l’inizio di un cessate il fuoco permanente»). L’organizzazione terroristica, tramite un comunicato, ha ringraziato non solo i «fratelli mediatori», ovvero Turchia, Qatar ed Egitto, ma lo stesso Trump. Il risultato è arrivato a seguito di tre giorni di colloqui indiretti a Sharm el-Sheikh, con la bozza «della fase uno» che è stata firmata ieri mattina.Questo primo passo per porre fine alla guerra si concentra sul breve periodo: l’intesa verte dunque sul cessate il fuoco, sullo scambio degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi, sull’ingresso di aiuti nella Striscia e sul ritiro parziale dell’Idf sulla linea concordata, in vista di una sorta di disarmo palestinese. All’annuncio dell’accordo non è seguita immediatamente una tregua a Gaza: Israele ha reso noto che ciò accadrà solo dopo la ratifica da parte del governo israeliano, che si è riunito ieri sera. Successivamente, «entro 24 ore» dalla riunione dell’esecutivo di Gerusalemme, entrerà in vigore il cessate il fuoco. E sempre entro 24 ore inizierà il ritiro dell’Idf «sulla linea gialla, come indicano le mappe del piano Trump». Di conseguenza, le forze israeliane hanno reso noto che avranno il controllo del 53% di Gaza. E stando a quanto riportato da Ynet, le forze logistiche israeliane lasceranno per prime Gaza City.Sul fronte della liberazione degli ostaggi, le tempistiche restano ancora piuttosto fluide: inizialmente per la Casa Bianca gli israeliani sarebbero rientrati in patria lunedì, più ottimista invece Gerusalemme che ha sostenuto l’arrivo degli ostaggi già domenica, in tempo per la visita di Trump nel Paese. Più tardi il tycoon ha dichiarato che la liberazione potrebbe avvenire «lunedì o martedì». C’è da dire che nei 20 punti del Piano si sostiene la consegna degli ostaggi entro 72 ore dal cessate il fuoco.Sullo scambio di israeliani e palestinesi, andando nei dettagli, un funzionario di Hamas ha annunciato a France presse che da una parte Gerusalemme dovrà rilasciare 1.950 palestinesi, tra cui 250 ergastolani e 1.700 palestinesi arrestati dopo il 7 ottobre 2023, dall’altra il gruppo terroristico si prepara a liberare 20 ostaggi israeliani vivi e a restituire 28 corpi. Riguardo alle salme degli ostaggi, secondo il Wall Street Journal, Hamas avrà bisogno di dieci giorni per localizzarli. Qualora fallisse, stando a quanto reso noto da Channel 12, verrà impiegata una task force per recuperare i corpi costituita da Stati Uniti, Qatar, Egitto, e Israele, a cui si è aggiunta la Turchia. Sui palestinesi, Hamas ha consegnato la lista dei detenuti da liberare «secondo gli standard concordati nell’ambito dell’accordo». In prima battuta una fonte israeliana aveva comunicato alla Cnn: «La questione non è risolta», visto che Hamas «chiede il rilascio di prigionieri per i quali Israele non ha dato il via libera». D’altra parte, Gerusalemme ha chiarito che Marwan Barghouti, uno dei leader di Fatah condannato a cinque ergastoli, non sarà liberato. Inoltre, un funzionario israeliano ha spiegato all’emittente americana che Israele non ha intenzione di restituire i corpi dei fratelli Sinwar. Nella serata però il sito di Haaretz ha annunciato che Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo sulla lista dei prigionieri palestinesi, con la decisione finale che spetta al governo israeliano. L’intesa raggiunta riguarda anche la consegna degli aiuti a Gaza: sono almeno 400 i camion di beni di prima necessità e di generi alimentari che entreranno nella Striscia.I nodi irrisolti riguardano parte dei 20 punti del piano che si concentrano sul lungo periodo, tra cui il disarmo di Hamas e la governance di Gaza. Secondo i funzionari americani, le questioni faranno parte delle prossime trattative. Lo stesso Trump ha commentato che «il disarmo» del gruppo terroristico verrà discusso in una seconda fase. Ed è convinto che sarà «una pace duratura» sperando che sia il preludio di «una pace eterna». Intanto, con larga parte della comunità internazionale che ha espresso pieno supporto per questo primo traguardo, a intervenire in merito sono stati il capo del governo italiano, Giorgia Meloni, e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Il premier, dopo aver ringraziato Trump e i mediatori, ha ribadito che «l’Italia è pronta a fare la sua parte e a contribuire alla stabilizzazione, alla ricostruzione, allo sviluppo di Gaza». Sulla stessa linea, il vicepremier, che ha aggiunto: «L’Italia può anche dare militari per una forza internazionale che possa unificare Gaza e Cisgiordania. Siamo anche in prima linea per gli aiuti».
Il generale Salvatore Luongo e l'ad del Gruppo FS Stefano Antonio Donnarumma (Arma dei Carabinieri)
L’accordo prevede, in aderenza alle rispettive competenze ed attribuzioni, una collaborazione volta a prevenire e contrastare le infiltrazioni criminali e i reati contro la pubblica amministrazione, le violazioni ambientali, a vigilare sul rispetto della normativa in materia di collocamento della manodopera, previdenza e sicurezza nei luoghi di lavoro, ed a prevenire rischi, eventi o azioni che possano compromettere l’incolumità delle persone e l’integrità delle infrastrutture.
L’intesa rinnova e rafforza una collaborazione già avviata, con l’obiettivo di diffondere e promuovere la cultura della legalità, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili della società e di sviluppare ulteriori sinergie per assicurare la protezione delle risorse e dei servizi pubblici affidati alla gestione del Gruppo FS Italiane, nonché la sicurezza dei trasporti e la gestione delle emergenze.
Nell’ambito del protocollo, il Gruppo FS Italiane potrà promuovere e organizzare, con la collaborazione di rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, incontri, seminari e corsi di formazione a favore dei propri dipendenti.
Il Generale Salvatore Luongo, a margine dell’incontro, ha sottolineato che: «Quella di oggi rappresenta la firma di un protocollo di grande valore, perfettamente in linea con le strategie comuni dell’Arma dei Carabinieri e delle Ferrovie dello Stato Italiane», ricordando poi che tra le due istituzioni «Esiste una lunga tradizione di lavoro congiunto e che entrambe sono presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale, e in parte anche all’estero».
Concludendo, Luongo ha evidenziato che «Innovare questa intesa, fondata sulla condivisione di valori e ideali, significa compiere un ulteriore passo avanti per continuare a operare sempre meglio e con maggior efficienza, ognuno nei rispettivi compiti, grazie a un’integrazione sempre più stretta».
L'Amministratore Delegato del Gruppo FS Italiane, Stefano Antonio Donnarumma, ha dichiarato che «La firma di questo protocollo rappresenta un passo importante per rafforzare il presidio della legalità e la tutela della sicurezza nei nostri cantieri, nelle stazioni e lungo le infrastrutture che gestiamo. Lavorare accanto all’Arma dei Carabinieri significa poter contare su un presidio autorevole ed efficace, a garanzia di trasparenza, correttezza e rispetto delle regole. È un impegno che portiamo avanti con responsabilità, nella consapevolezza che solo attraverso la legalità si costruiscono infrastrutture solide, sicure e capaci di generare valore per l’intero Paese».
Nell’ambito della piena attuazione al protocollo, l’Arma dei Carabinieri opererà anche mediante il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, il Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica, i Reparti territoriali e il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari.
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