2019-06-26
Fi, per ora crescono solo le discese in campo
Dopo Giovanni Toti, annunciano di correre per la leadership azzurra anche Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. Ai quali si aggiungeranno il governatore siciliano Nello Musumeci e il responsabile Enti locali Marcello Fiori. Oggi il «board» scioglierà i dubbi su formula (primarie o congressi) e tempi.Forza Italia si prepara alla prima «vera» conta interna, e gli aspiranti successori di Silvio Berlusconi, o meglio aspiranti vice Silvio, perché il partito resta saldamente nelle mani del Cav, si moltiplicano. Ieri Mariastella Gelmini ha annunciato la sua candidatura alle primarie o congresso che sia: la capogruppo alla Camera va ad aggiungersi al presidente della Liguria, Giovanni Toti, e alla vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, già in corsa con in tasca la recente nomina a coordinatori nazionali. A quanto risulta alla Verità, nei prossimi giorni annunceranno la loro candidatura alle primarie anche Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilia, e Marcello Fiori, responsabile Enti locali del partito. Oggi si riunirà il board composto da Gelmini, Toti, Carfagna, la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini e Antonio Tajani per iniziare a delineare il percorso organizzativo. A proposito di Tajani: il presidente uscente del Parlamento europeo è in attesa di sapere se verrà riconfermato nel prestigiosissimo incarico, e dunque ha deciso (per ora) di tirarsi fuori dalla bagarre: fino al prossimo 2 o 3 luglio, quando il nuovo Europarlamento eleggerà il presidente, non risponderà neanche al telefono.Ieri la Gelmini è scesa in campo in aperta polemica con Toti. «Forza Italia», ha scritto su Facebook la capogruppo alla Camera, «o cambia o muore. Non saremo la stampella della Lega, né strizzeremo l'occhio ai partitini di sinistra come hanno fatto i moderati in passato. Forza Italia ritornerà ad essere il partito degli italiani, di chi lavora e produce, di chi rischia ogni giorno facendo impresa. Questo non è il tempo di stare a guardare. La sfida è grande, ma io ci sarò. Ho deciso di candidarmi». La Gelmini ha pubblicato la sua intervista al Corriere della sera, attraverso la quale ha azzannato Toti: «Toti è partito con il piede sbagliato. Il board», ha sottolineato la Gelmini, «non è ancora stato convocato dal presidente Berlusconi e lui già si è mosso comportandosi da leader dimenticando che è un nominato, come tutti noi. Anche lui è un commissario a tempo e sarebbe surreale se Forza Italia passasse dai nominati da Berlusconi ai nominati da Toti». La guerra totale tra la Gelmini e Toti in realtà va avanti da mesi, e ha finito per danneggiare Forza Italia, che proprio al Nord ha conseguito, alle ultime europee, risultati imbarazzanti. Non solo: ieri pomeriggio sono stati pochissimi i deputati che hanno diffuso comunicati stampa di congratulazioni e sostegno alla mossa della loro presidente. Lo stesso vicecapogruppo alla Camera, Roberto Occhiuto, parlando con l'Adnkronos ha definito «legittima» la scelta della Gelmini di scendere in campo, ma ha aggiunto: «Non capisco però certi toni, troppo polemici nei confronti dei coordinatori nazionali, che sono stati scelti da Berlusconi. Il rischio è di rappresentare un partito litigioso e diviso. Come il peggiore Pd, con la differenza che il Pd viaggia sulle due cifre, mentre noi siamo all'8%. La scelta di Berlusconi di affidare il coordinamento del partito a Carfagna e Toti è stata da tutti salutata come una grande intuizione, necessaria per dare un'idea di futuro al partito. Sarebbe un peccato», ha evidenziato Occhiuto, «se l'intuizione di Berlusconi, invece, di generare entusiasmo e speranza, venisse vanificata da una classe dirigente più interessata al proprio posizionamento che al futuro dei moderati del centrodestra».Sfiducia in vista per la Gelmini? Tra i deputati se ne discute. Toti, da parte sua, ha risposto non disdegnando frecciate: «In bocca al lupo a Mariastella», ha detto il presidente della Liguria, «sarà una competitor molto interessante. La Gelmini per molti mesi, pur ricoprendo cariche apicali e di grandi responsabilità nel partito, ha detto che tutto andava bene, che le mie erano critiche inutili e che bisognava andare avanti così. Più candidati ci sono», ha sottolineato Toti, «alla contendibilità del centrodestra, più sono felice. Spero che se ne aggiungano da fuori Forza Italia, da tutte le sensibilità di un mondo che si è disperso in questi anni. La mia prima proposta sarà quella di allargare il board perché al momento ne fanno parte tre candidati alle primarie su cinque e un tavolo tra candidati mi sembra francamente bizzarro».Tra i due litiganti, la Carfagna gode: in questi giorni ha raccolto tantissime manifestazioni di sostegno, e lo stesso Berlusconi si è congratulato con la vicepresidente della Camera per la «ventata di entusiasmo» che la sua nomina ha portato nei confronti di Forza Italia. «Mi candido? Assolutamente sì», ha confermato la Carfagna ai microfoni di Circo Massimo, su Radio Capital, «Berlusconi ha indicato un percorso importante, congressuale, un bagno di democrazia, e lo gestiremo con lui. Le modalità saranno definite dal board, decideremo insieme se saranno primarie o congressi. Il percorso al quale stiamo lavorando servirà ad individuare il coordinatore o il segretario, ma la leadership di Forza Italia è e resterà nelle mani di Silvio Berlusconi».Dunque, la riunione di oggi del board di Forza Italia dirà qualcosa sui tempi e sulle modalità di questo percorso, che dovrebbe condurre alla scelta del successore di Berlusconi. Il quale, tonico e determinato, in queste ore è protagonista della delicata trattativa per il rinnovo delle cariche europee. La sensazione è che il proliferare delle candidature alla sua successione possa finire per diluire il peso degli aspiranti leader. Di Silvio ce n'è uno solo.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)