2022-11-25
Ora la Finanza si muove sui Ferrarini
Tempi lunghi per il concordato del gruppo dei prosciutti. La Gdf adesso vuole chiarire la vendita di terreni e proprietà a prezzo agevolato al prestanome svizzero Serafino Camponovo.Manca ancora un ultimo step per il concordato Ferrarini, il gruppo alimentare di Reggio Emilia da ormai 4 anni in crisi finanziaria. La scorsa settimana la proposta avanzata dalla cordata Pini-Amco (società del Mef) è stata approvata dal 75% delle classi di creditori (9 classi su 12), e più o meno dalla stessa percentuale (oltre 72%) del totale dei creditori. Nella nota diramata dall’azienda si auspicava che l’omologazione da parte del tribunale emiliano potesse avvenire entro la fine dell’anno. Ma, per ragioni squisitamente tecniche di notifica alle migliaia di creditori, così non è stato. La prossima udienza è stata rinviata al 2 marzo 2023. C’è il rischio che possa anche allungarsi di qualche mese, ma di sicuro i legali del gruppo chiederanno di accorciare il più possibile i tempi. Di certo nei prossimi mesi potrebbero esserci novità sulla situazione della famiglia Ferrarini. Come anticipato da La Verità, infatti, il 2 novembre scorso lo stesso tribunale è stato chiamato a decidere su una controversia tra i Ferrarini e Intesa Sanpaolo per un mutuo ipotecario da 32 milioni di euro. Il giudice Daniele Mercadante ha revocato l’atto di compravendita con cui, nel novembre 2020, alcuni membri della famiglia avevano ceduto la proprietà di alcuni immobili e terreni a Vezzano sul Crostolo (Reggio Emilia). Ma soprattutto ha inviato la sentenza a Bankitalia, Procura di Reggio Emilia e al comando provinciale della Guardia di finanza, perché potrebbero ravvisarsi delle irregolarità. A quanto apprende La Verità, la lettera con all’interno la sentenza sarebbe già arrivata a destinazione. E sarebbero iniziati i primi accertamenti, come richiesto dal giudice Mercadante. Questo potrebbe avere un impatto sul concordato? Non a caso, nella nota della scorsa settimana, il legale del gruppo, Sido Bonfatti, spiegava che altre controversie non avranno impatti sul concordato. «Una volta intervenuto tale provvedimento», ovvero l’omologa, diceva Bonfatti nel comunicato, «il Concordato può essere eseguito, nonostante l’eventuale pendenza di controversie davanti ad altri Tribunali». Eppure, chi segue il dossier sostiene il contrario, ovvero che un’indagine che riguarda la famiglia potrebbe comunque avere ripercussioni, tanto che il concordato cadrebbe se gli accertamenti facessero emergere elementi nascosti ai creditori.Come noto, Intesa Sanpaolo, aveva deciso di intervenire perché quei beni erano stati posti a garanzia di debiti contratti da società della famiglia verso il gruppo bancario. Tutto ruota intorno al mutuo ipotecario da 32 milioni erogato nel 2014 da Veneto Banca a Immobiliare Vendina dei Ferrarini. La famiglia però si è difesa sostenendo di aver dovuto utilizzare oltre 20 di quei 32 milioni per acquistare azioni di Veneto Banca e per ripianare debiti in precedenza sempre comprando titoli dell’istituto di credito. Il contratto quindi sarebbe nullo, ma il tribunale ha deciso diversamente. E anzi ha riportato nero su bianco come la famiglia nel luglio 2018 avrebbe «donato» gli immobili oggetto del decreto ingiuntivo «a Ferro Francesco (marito di Ferrarini Lisa), Matteo, Marco e Maria Carlotta Bocchialini (figli di Maria Licia Ferrarini) e a Botti Lina (madre di Lisa, Maria Licia, Lia, Luca e Lucio Ferrarini)». E che poi il 30 aprile 2019, quegli immobili di Vezzano sarebbero stati venduti a un prezzo più basso delle stime ufficiali, a Stefano Bruno Serafino Camponovo, cittadino svizzero poi trasferitosi nel principato di Monaco, nonché consigliere della partecipata elvetica degli stessi Ferrarini. Si tratta di un prestanome? Saranno le indagini a stabilirlo. Nel frattempo, però, va segnalata una casualità. Camponovo non è nuovo alle cronache. Perché già qualche anno fa il suo nome spuntò fuori nel caso della barca dell’ex premier Massimo D’Alema. Dopo aver venduto Ikarus nel 2012, infatti, nel 2018 lo storico esponente dei Ds aveva preso a noleggio la stessa barca ribattezzata Giulia (sua figlia) questa volta con bandiera inglese. Intestata alla società Chase Book ltd, il suo rappresentante principale era proprio Camponovo. Quando si dice il caso.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)