2023-11-22
Fermato il blitz per trasferire in Iran nostra tecnologia
Giorgia Meloni (Imagoeconomica)
Nel pieno della guerra, il golden power blocca l’acquisto di Fbm Hudson da parte di un gruppo con un socio vicino agli ayatollah.C’è la guerra che viene fatta con le bombe o con i droni, quella cosiddetta ibrida che si fa su Internet e, infine, quella della tecnologia. Sul terzo fronte l’Iran, già impegnato a sostenere Hamas e Hezbollah, non demorde. Solo che l’Italia ha assestato un importante colpo a tutela degli equilibri dell’Occidente. Il governo con un dpcm fresco di stampa è intervenuto a gamba tesa e ha bloccato l’acquisizione di una azienda con sede a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo. Proprio per evitare che gli scambiatori di calore e l’intera tecnologia di nicchia (ma fondamentale per il settore del gas e del greggio) potesse finire nelle mani degli ayatollah di Teheran.Si tratta della Fbm Hudson italiana, impresa sul mercato dal 1941 e ora in crisi e con una parte degli operai in cassa integrazione. La fabbrica di Bergamo è, infatti, da tempo in mano a un gruppo internazionale con sede in Olanda e quotato in Malesia, Knm group Berhad. Il quale non è riuscito a portare avanti un rilancio, come promesso più volte anche ai sindacati. E di conseguenza era pronto ad accettare l’ingresso per un valore di circa 12 milioni di un gruppo con sede a Dubai, la Petro mat fzco. Società sconosciuta ai più. Il comitato del golden power si è messo al lavoro per vedere chi ci fosse dietro. Dopo aver sentito anche le aziende italiane del settore ha atteso l’informativa della Guardia di finanza, che da tempo collabora fattivamente per la tutela della nostra tecnologia. E da lì la sorpresa. La Petro mat fzco che ha sede nella free trade zone di Jebel Ali ha tramite alcune scatole un socio iraniano che di nome fa Mohammed Basheereddin che a sua volta è collegabile alla Rampco group. Quest’ultima ha fatto scattare un campanello: non solo perché ha sede a Teheran, ma anche perché ha diramazioni in tutto il Medio Oriente, con presenze attive nell’oil and gas ma anche nel business dell’acqua, sempre più strategico per il dominio dell’area. Inutile dire che l’azienda, pur essendo privata, ha strettissime connessioni con il regime. Se fosse riuscita a mettere le mani, via Dubai, sulla tecnologia lavorata a Bergamo, avrebbe assestato un colpo da maestro. In un momento delicato come l’attuale, l’Iran cerca infatti di estendere la propria capacità di entrare nei mercati rimasti scoperti sia per le fratture create dalla guerra in Ucraina, sia per il più recente conflitto arabo-israeliano. Lo stop da parte del governo e il lavoro della Gdf hanno dunque pure un risvolto importante per la posizione italiana in ambito Nato e in quello che sarà il dopo Gaza. O meglio, ciò che succederà nell’area nel momento in cui finirà l’invasione di terra da parte dell’esercito israeliano. Non solo, è pure un segno dell’importanza di saper usare il golden power come strumento di tutela degli asset. Certo, non basta. In futuro servirà anche un contorno di supporto. Servirà avere un sistema Paese in grado di prevenire tali situazioni. Cioè, evitare che aziende, seppur di nicchia, rischino di trovarsi fuori dal mercato ed essere preda dell’estero. Servirà intervenire prima con finanza e liquidità per dare linfa al business e possibilmente per fare passi in avanti con la tecnologia. D’altronde il golden power è uno strumento complesso da utilizzare e che deve sparare colpi senza mai sbagliare il bersaglio, al fine di tutelare la nostra tecnologia e i posti di lavoro. Il rischio opposto è dissuadere in generale gli investitori. Vale per aziende esterne all’Ue, ma anche per quelle comunitarie. Esattamente quanto accaduto l’altro ieri contro la francese Safran. Il colosso di Parigi ha chiuso mesi fa un accordo da 1,8 miliardi per rilevare l’attività di controllo dei voli di Collins aerospace, di proprietà del colosso americano Raytheon. Dentro la filiera c’è l’ex Microtecnica che è oggi un’azienda del gruppo Utc direzione Aerospace system (oggi Collins aerospace) presente in Lombardia e in Piemonte e che tra i suoi clienti vanta anche il Pentagono e la filiera produttiva dei caccia Eurofighter. Palazzo Chigi, scatenando la reazione dell’amministratore delegato di Safran, ha deciso di fermare il passaggio di passaporto dell’azienda.Lo stop non è definitivo, ma per gli addetti al settore è un segnale importante. Il mercato unico europeo della Difesa, se è da fare, va coordinato su ampi programmi e dovrà essere proporzionato. Parigi ha già il dominio sostanziale del comparto Spazio. Non può allargarsi eccessivamente su quello aeronautico, soprattutto visto gli scherzi che i francesi hanno già assestato in Medio Oriente e in Egitto. Lì, Emmanuel Macron si è mosso con estrema disinvoltura, vendendo decine e decine di caccia Rafale (gruppo Dassualt) fregando i partner europei. Certo, nulla a che vedere con il caso Iran, ma la lettura dei dpcm sul golden power è un esercizio di geopolitica difficile da maneggiare.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.