2023-02-11
La Rai sapeva dell’attacco di Fedez a Bignami
La scena con la foto del viceministro vestito da nazista strappata in diretta era stata provata sul palco poche ore prima. Impossibile che i responsabili della tv pubblica fossero all’oscuro dello show. Più facile che abbiano lasciato fare per prendere, poi, le distanze.Mercoledì sera, tarda ora. Fedez, giacca lunga scura, si collega con il Festival di Sanremo dalla nave Costa Smeralda. Tutto pianificato: il colosso di Costa crociere ospita eventi «limited edition» che prevedono la «possibilità unica di assistere ai collegamenti con il Teatro Ariston». Il rapper, marito di Chiara Ferragni, è uno degli annunciati «super ospiti» e dall’imbarcazione si esibisce in un freestyle tecnicamente discutibile ma di sicuro impatto.In pochi minuti attacca gli antichi nemici del Codacons e due esponenti del governo, il ministro per le Pari opportunità e la famiglia, Eugenia Roccella, e il viceministro delle Infrastrutture, Galeazzo Bignami. Il testo è ruvido: «Se va a Sanremo Rosa Chemical scoppia la lite, forse è meglio il viceministro vestito da Hitler», scandisce Fedez. «Purtroppo l’aborto è un diritto sì, ma non l’ho detto io l’ha detto un ministro. A volte anche io sparo cazzate ai quattro venti, ma non lo faccio a spese dei contribuenti, perché a pestarne di merde sono un esperto. Ciao Codacons, guarda come mi diverto».Per concludere in bellezza l’esibizione, Fedez mostra una foto di Bignami molto circolata sui giornali. È uno scatto risalente al 2005 che lo ritrae in una carnevalesca uniforme da gerarca nazista al suo addio al celibato. Avrebbe dovuto restare privato, ma è uscito sui giornali ormai parecchio tempo fa e Bignami ha già proceduto a rapide e opportune scuse. Ma a Fedez non sembrano importare i dettagli: mercoledì sera il rapper ha sollevato la foto e l’ha strappata in favore di telecamera, credendo di compiere un eroico atto di antifascismo e di ribellione al regime. Poiché una esponente di Fdi aveva criticato Rosa Chemical chiedendo che la sua esibizione fosse spostata in fascia protetta (richiesta discutibile che non ha avuto seguito), Fedez ha pensato d’indossare il mantello del vendicatore solitario e di compiere uno strabiliante gesto di coraggio. La triste vicenda non avrebbe bisogno di commenti, basta da sola a svelare la pochezza di chi s’atteggia a rivoluzionario in assenza di una dittatura da ribaltare.Tuttavia, lo spettacolino ha un piccolo corollario che vale la pena d’esplorare perché svela ulteriori piccinerie. Subito dopo l’esibizione del signor Ferragni, infatti, i vertici Rai si sono affrettati a prendere le distanze. Stefano Coletta, direttore intrattenimento prime time di viale Mazzini, ha spiegato che a Fedez è stata assicurata completa libertà d’azione, però ha aggiunto: «La libertà è un diritto sacrosanto, ma a nome della Rai sento di dissociarmi in maniera netta dagli attacchi personali di Fedez. Soprattutto nella gestualità, che può fare molto male. Il servizio pubblico non può ammettere un attacco personale. Non si tratta più di libertà e diritto quando c’è un attacco personale a un viceministro del nostro governo che si è trovato più volte a chiedere scusa per quella foto. Quando l’attacco diventa personale, non c’è libertà che tenga, non è ammissibile», ha aggiunto Coletta.Più defilato Amadeus, che ha cercato di cavarsela con poco: «La libertà di parola è improntante e lo è anche assumersi le proprie responsabilità. Non mi sento tradito e affronto con serenità le polemiche. Non sono turbato, né scandalizzato. Sono artisti, ognuno con una propria grande personalità». Lo stesso Fedez, forse per non perdere ingaggi futuri, si è sentito in dovere di specificare che il testo del suo intervento «non era concordato con la Rai», motivo per cui lui se ne è assunto «tutta la responsabilità». A quanto pare, dunque, si sarebbe trattato di un colpo di testa del cantante e la sbandata politica avrebbe colto alla sprovvista la dirigenza della tv pubblica, il presentatore di Sanremo e tutti quanti.A noi, però, risulta che le cose non siano andate esattamente così. Alcune fonti, infatti, ci hanno confermato che l’intera scenetta era programmata e non si è trattato affatto di una improvvisa intemerata di Fedez durante la diretta. Mercoledì, nel pomeriggio, il cantante si è presentato sulla Costa Smeralda intorno alle 18 per effettuare le prove della performance che avrebbe messo in scena non molte ore dopo.Ebbene, già allora - a quanto abbiamo appreso da testimoni - aveva in mano la foto di Bignami. Fedez ha provato la sua parte di show proprio come se fosse in onda e al termine dell’esibizione ha sollevato la foto e poi, invece di strapparla come poi avrebbe fatto dal vivo, l’ha girata a testa in giù (in stile piazzale Loreto, per intendersi) e l’ha gettata via.A quanto pare, quindi, era tutto studiato nel dettaglio, con minimi cambiamenti (la foto stracciata invece che invertita). Il rapper non si è allenato a casa o in camerino, ma in pubblico, durante le prove, dove è facile supporre che - oltre magari al personale di bordo della Costa - ci fossero anche tecnici, addetti e responsabili della Rai. Sembra poco credibile, di conseguenza, che registi, autori e dirigenti di Sanremo non sapessero che cosa il signor Ferragni avrebbe fatto in onda. È ben più facile che essi sapessero e che l’abbiano lasciato fare, salvo poi prendere pelosamente le distanze a fatti avvenuti.Ora, dubitiamo che Bignami o altri esponenti del governo siano rimasti traumatizzati dallo show di Fedez. E se le circostanze fossero diverse, probabilmente, ci verrebbe da risolvere il tutto con un colossale sghignazzo. Il fatto, però, è che esiste un limite anche alle pagliacciate, soprattutto se profumatamente pagate dai contribuenti, e a senso unico. Provate a immaginare che sarebbe successo se qualcuno avesse strappato una foto di Mario Draghi o di Enrico Letta: saremmo ancora qui a gridare allo scandalo. Ma poiché di mezzo c’è finito un perfido destrorso, allora tutto è passato in cavalleria e perfino dentro la timoratissima Rai - dove la preoccupazione dei più è quella di non indispettire i potenti - non si sono fatti particolari scrupoli.Sappiamo come funziona: del razzismo e della Costituzione guai a non parlare, ma sulle foibe si può anche raffazzonare qualcosa all’ultimo; al presidente tanti inchini, ma al viceministro sgradito si può anche sputare addosso. Non ci stupiamo troppo, certo che no: però sarebbe anche ora che l’aria cambiasse un filino.