2022-11-26
Fauci svela le origini dei lockdown. «Ispirati dal viaggio dell’Oms in Cina»
Sentito durante un processo intentato contro l’amministrazione Biden, il virologo ha spiegato che il collega Cliff Lane suggerì di imitare i metodi di Xi dopo una visita nel Paese: «Il virus si può fermare». Si è visto...La banalità dei lockdown. Quella che avevano spacciato per «scienza» è una trovata nata dai suggerimenti di consiglieri inaffidabili: i cinesi. Reduci, all’inizio del 2020, da mesi di reticenze e omissioni sulle origini del Covid. Com’è andata la storia della più grave limitazione delle libertà in Occidente dopo i totalitarismi novecenteschi, l’ha raccontato, un paio di giorni fa, Anthony Fauci, durante un’udienza del processo che un’associazione di attivisti, la New civil liberties alliance, insieme agli Stati di Missouri e Louisiana e ad alcuni rinomati epidemiologi, da Jay Bhattacharya a Martin Kulldorff, ha intentato contro l’amministrazione Biden. I verbali, ha riferito alla Verità Jenin Younes, una degli avvocati, «al momento non sono pubblici e la corte ha ordinato che siano tenuti riservati». Ma la stessa legale, su Twitter, ha sintetizzato alcuni passaggi della testimonianza.In soldoni, il virologo della Casa Bianca ha spiegato che l’ispirazione per le serrate nacque dopo il viaggio, risalente al febbraio 2020, della delegazione dell’Oms in Cina. Della squadra faceva parte Clifford Lane, vicedirettore del National institute of allergy and infectious disease, una branca dei National institutes of health, guidati da Fauci. Lane rimase così impressionato dai metodi di contenimento del virus, che suggerì di «imitare la Cina, almeno in una qualche misura». In una mail del 22 febbraio 2020 (la spedizione Oms durò dal 16 al 24), ottenuta grazie a una richiesta di accesso agli atti, il collega di Fauci commentava così, con un’altra esponente del team, Maria Van Kerkhove, la risposta del Dragone all’emergenza: «La Cina ha dimostrato che questa infezione si può controllare, anche se a un costo elevato». Perciò la task force istituita da Donald Trump, come ci ha riferito in una recente intervista il prof di Stanford, Scott Atlas, promosse i lockdown. Barbara Birx, pupilla di Fauci, «andò in visita in dozzine di Stati, insieme al vicepresidente», Mike Pence, invitando i governatori a chiudere tutto. In effetti, il report finale, redatto dai delegati dell’Organizzazione mondiale della sanità, appariva fortemente sbilanciato. «La Cina», si leggeva a pagina 16 del documento, «ha allestito forse il più ambizioso, agile e aggressivo sforzo di contenimento di una malattia nella storia». I tecnici ignoravano completamente i ritardi del Dragone nel rivelare al mondo i focolai di Wuhan. Anzi, lodavano la «notevole rapidità con cui gli scienziati cinesi e gli esperti di salute pubblica hanno isolato il virus, individuato strumenti diagnostici e stabilito i parametri di trasmissione essenziali, […] guadagnando tempo inestimabile per rispondere» all’allarme. Capito? Avevano guadagnato tempo. I cinesi. Soprattutto, la relazione sosteneva che «l’approccio audace della Cina» avesse permesso di «cambiare il corso di un’epidemia mortale, che si stava allargando velocemente». Una specie di miracolo, che già consentiva ai pezzi grossi di Pechino di lavorare per «supportare l’economia, riaprire le scuole e ritornare» alla seminormalità. I cervelloni ammettevano che «la gran parte della comunità globale non è ancora pronta, mentalmente e materialmente», a sopportare misure severe come quelle fatte digerire al popolo cinese. Nondimeno, essi raccomandavano a tutti i Paesi di prepararsi ad attivare «l’approccio “tutto il governo” e “tutta la società”, che è essenziale per il contenimento precoce di un focolaio». Oggi siamo consapevoli dell’enormità dell’abbaglio. Xi e i suoi sodali sono ancora prigionieri del delirio del «Covid zero». L’economia non decolla e i blocchi della produzione danneggiano pure i mercati occidentali. In più, abbiamo appreso che i lockdown provocano gravi effetti collaterali: basti citare l’extra mortalità e il boom di tumori, causato dai rinvii di screening e terapie. Secondo Atlas, la comunità scientifica sapeva che la strategia draconiana era inutile. Nel 2006, ha segnalato il luminare alla Verità, «fu scritto, dal gruppo responsabile per l’eliminazione del vaiolo, un paper» nel quale gli autori «affermarono chiaramente che bisognava raccomandare alle persone malate di restare in casa, assicurandosi però che tutti gli altri continuassero a lavorare». Gli scienziati «specificarono che chiudere le scuole» e «bloccare i trasporti non era consigliabile». Ma allora, per quale motivo l’Oms si è lasciata sedurre dalla propaganda di un regime che, come tutti i regimi, mostra ai visitatori solo ciò che vuole che essi vedano? E come mai a Fauci sono bastati gli entusiastici resoconti di Lane per convincersi della necessità dei lockdown?I maliziosi noteranno che, a capo della delegazione spedita in Cina, c’era Bruce Aylward, epidemiologo canadese che a marzo 2020 sarebbe incappato in un imbarazzante incidente diplomatico: durante una videointervista, simulò problemi di connessione Internet per non rispondere a una domanda sulla possibilità di ammettere l’isola di Taiwan, acerrima rivale della Cina, nell’Oms. E non è un mistero che Tedros Adhanom, vertice dell’agenzia, sia stato due volte ministro in Etiopia, soggiogata dai finanziamenti del Dragone. Il 30 gennaio 2020, il funzionario aveva incredibilmente elogiato la «trasparenza» cinese, aggiungendo che il Paese stava «definendo nuovi standard per la lotta alle epidemie». Appunto. I nuovi standard: mettere ai domiciliari una nazione, senza una giustificazione scientifica. È per questo che suona inquietante il passaggio del report di febbraio 2020, laddove i delegati dell’Oms sottolineavano che «la comunità globale» non era «ancora pronta, mentalmente e materialmente», alla cura cinese. A fare da apripista ci pensò l’Italia di Roberto Speranza e Giuseppe Conte: i giallorossi, passati all’improvviso da «Milano non si ferma» a «Io resto a casa», mostrarono agli altri governi che, col timore della malattia e della morte, la gente poteva essere convinta a rinunciare ai propri diritti costituzionali. Era solo una coincidenza, che quella fosse l’Italia della via della Seta? L’Italia di Luigi Di Maio che accoglieva i medici di Pechino a Roma? L’Italia di Walter Ricciardi, allora delegato Oms, che all’arrivo dei respiratori donati dal Dragone, twittava: «Grazie Cina»?Ha collaborato Maddalena Loy
(Ansa)
La casa era satura di gas fatto uscire, si presume, da più bombole vista la potente deflagrazione che ha fatto crollare lo stabile. Ad innescare la miccia sarebbe stata la donna, mentre i due fratelli si sarebbero trovati in una sorta di cantina e non in una stalla come si era appreso in un primo momento. Tutti e tre si erano barricati in casa. Nell'esplosione hanno perso la vita 3 carabinieri e sono risultate ferite 15 persone tra forze dell'ordine e vigili del fuoco. (NPK) CC
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Mario Venditti. Nel riquadro, Silvio Sapone in una foto agli atti dell’inchiesta di Brescia (Ansa)
(Totaleu)
Lo ha affermato l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Pietro Fiocchi in un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles, in occasione dell'evento «Regolamentazione, sicurezza e competitività: il ruolo dell’Echa (Agenzia Europea per le sostanze chimiche) nell’industria e nell’ambiente europei».
Il ministro della Famiglia Eugenia Roccella (Ansa)