2020-05-03
Fase due sui migranti: li andiamo a prendere
La Guardia costiera recupera 69 persone in mare e le porta a Lampedusa. Gli ingressi sono aumentati del 345% e crescono pure gli «arrivi fantasma» (+180,4%). I sindaci siciliani a Giuseppe Conte: «Troppi approdi incontrollati». Ma per il governo è tutto ok.Prima spara, poi tenta di negare. Ma in Campania è allarme: migliaia di clandestini.Lo speciale contiene due articoli.Benvenuti nella «fase due» dell'immigrazione: adesso i migranti li vanno a prendere direttamente le navi italiane, senza aspettare l'intervento delle Ong. Ieri mattina la Guardia costiera e la Guardia di finanza hanno recuperato un gruppo di stranieri a bordo di una barca partita giovedì notte da Sabratha in Libia. In tutto erano 69: 61 provenienti dal Bangladesh, 4 dal Sudan, due dal Gambia e unna donna dal Marocco. Solita trafila: il barcone ha preso il mare e ben presto alle autorità italiane è arrivata la segnalazione da parte di Alarm Phone, organizzazione sempre informatissima sulla presenza di navi cariche di immigrati alla deriva ne Mediterraneo. Questa volta, dicevamo, non c'è nemmeno stato bisogno che fossero i tassisti del mare a intervenire. Sono partite le vedette italiane, e nella mattinata di ieri i 69 stranieri sono sbarcati a Lampedusa. Ora verranno inseriti nel sistema di accoglienza. Tutto normale, tutto tranquillo: come se l'emergenza Coronavirus non esistesse. A quanto pare, almeno sul versante migratorio, la «vita di prima» non si è mai interrotta. Infatti il governo si comporta che se niente fosse, anzi si vanta dei meravigliosi risultati ottenuti. Giovedì il capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione, Michele Di Bari, è stato audito dalla Commissione Schengen e ha snocciolato percentuali per dimostrare che sono calati i cosiddetti «sbarchi fantasma», cioè gli arrivi di stranieri a bordo di piccole imbarcazioni autonome. «Nel 2018 in percentuale il 93% degli sbarchi erano autonomi e il 7% erano quelli in area Sar, cioè soccorsi, nel 2019 c'è una inversione di tendenza con l'80% di sbarchi autonomi e il 20% Sar, e nei primi 4 mesi dell'anno 2020 il 51% è stato di sbarchi fantasma e il 49% sbarchi Sar», ha detto Di Bari. «Ciò sta a dimostrare che la situazione degli sbarchi è un fenomeno presente ma che ultimamente gli sbarchi autonomi sono diminuiti, come è diminuita la presenza dei migranti nei centri di accoglienza, che da 130.000 nel 2018 sono giunti, al 28 aprile scorso, a 85123». Quest'elenco di cifre è un perfetto esempio di gioco delle tre carte. Basta dare uno sguardo ai dati forniti dal Cruscotto statistico giornaliero del Viminale per rendersi conto che, da quando è in carica il governo Conte Bis, gli sbarchi sono tornati ad aumentare. Al 30 aprile del 2019, in Italia erano approdati 779 migranti. Al 30 aprile del 2020 erano 3.465. La crescita è del 345%, altro che diminuzione. A fare un po' di calcoli, ieri, ci si è messo anche Matteo Salvini: «Ad aprile 2020 si sono contati 671 sbarchi contro i 255 di aprile 2019 (+163,1%)», ha detto. «Disastrosi anche i dati dei cosiddetti sbarchi fantasma: 1.761 nel 2020 contro i 628 del 2019 (+180,4%)». Oggi al ministero dell'Interno giocano a fare gli equilibristi sulle proporzioni, ma i numeri parlano chiaro: l'aumento è innegabile. In questo momento la regione più colpita dal fenomeno è la Sicilia. Negli hotspot e nei centri d'accoglienza dell'isola continuano ad arrivare persone che devono essere sottoposte a quarantena. Quindi servono nuove strutture per l'ospitalità, altro personale, altri presidi di sicurezza. Giovedì 37 sindaci dell'Agrigentino hanno rivolto l'ennesimo appello a Giuseppe Conte, dicendosi molto preoccupati «per l'esposizione a rischio pandemico a causa degli sbarchi incontrollati verificatisi anche nelle ultime ore e che hanno registrato un incremento di oltre il 100% nel solo mese di aprile». Più sbarchi vogliono dire più rischi di infezione. Ma anche più soldi da spendere per l'accoglienza. La Regione Siciliana, su proposta dal presidente della Commissione antimafia, Claudio Fava, ha appena stanziato 1,5 milioni di euro per aiutare i Comuni di Porto Empedocle, Lampedusa e Pozzallo a gestire i flussi migratori, ma ovviamente questi denari non bastano. Le Prefetture dell'isola nelle scorse settimane, hanno pubblicato bandi da centinaia di migliaia di euro per trovare nuove strutture d'accoglienza, rivolgendosi anche gli albergatori. Insomma, il giro d'affari garantito dalle frontiere aperte ha ripreso vita. L'Unione Europea, come prevedibile, sulla questione non ha dato segni di vita. Il farlocco accordo di Malta di cui Luciana Lamorgese si è tanto vantata è attualmente sospeso, dunque chi sbarca qui rimane qui. Perfino l'Unhcr, per bocca dell'assistente Alto Commissario Gillian Triggs, il primo maggio a chiesto ai Paesi membri di darsi una svegliata e di organizzare un sistema condiviso di accoglienza che consente la redistribuzione dei migranti su tutto il continente. Ma, per ora, non ha avuto risposte. Così il governo italiano fa da solo, e finora ha individuato due soluzioni: sanatoria per i clandestini e recupero degli stranieri dai barconi tramite la Guardia costiera. Come se fossimo nel 2017, appunto, e come se il virus non ci fosse. Gli psicologi la chiamano «negazione della realtà», e non è esattamente una bella cosa. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/fase-due-sui-migranti-li-andiamo-a-prendere-2645903128.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lunedi-in-arrivo-20-000-stranieri-de-luca-senza-volerlo-dice-la-verita" data-post-id="2645903128" data-published-at="1588456819" data-use-pagination="False"> «Lunedì in arrivo 20.000 stranieri». De Luca senza volerlo dice la verità L'annuncio che alla vigilia della fase 2 ha procurato non poche preoccupazioni ai cittadini campani ancora ai domiciliari per il coronavirus è in coda alla diretta Facebook con cui il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, il primo maggio ha fornito gli aggiornamenti sul contagio. Si tratta di pochi secondi che, però, non sono passati inosservati: «Arriveranno da lunedì sul litorale domitio e sulla piana del Sele 20.000 extracomunitari che potranno andare a lavorare nelle aziende, valuteremo in queste ore quali attività mettere in piedi con le Asl di Caserta e di Salerno per evitare che questo afflusso di lavoratori possa determinare nuovi focolai». De Luca deve essersi accorto di aver toppato solo quando i leghisti campani glielo hanno fatto notare a muso duro: «Nuovi schiavi in arrivo in Campania, alla faccia del primo maggio». A rincarare la dose, poi, ci ha pensato il leader del Carroccio Matteo Salvini: «Incredibile, invece di aiutare a trovare lavoro giovani e disoccupati italiani, anche oggi qualcuno preferisce gli immigrati, spesso irregolari». E siccome l'annuncio di De Luca puzzava di sanatoria, il governatore campano è stato costretto a correggere il tiro. «In relazione ai migranti già presenti nei territori di Caserta e Salerno, che torneranno al lavoro con la riapertura delle aziende, la Regione Campania impegnerà tutte le Asl in un lavoro attento di verifica dei contagi a tutela della salute dei cittadini campani. È un concetto semplice, tanto semplice da non essere alla portata di Salvini». Insomma, rispetto all'annuncio, gli immigrati nelle parole di De Luca sono diventati semplici regolari già presenti sul territorio, che devono solo tornare al lavoro. Ma qualcosa non torna. Se i 20.000 braccianti sono regolari, perché disporre i controlli Asl? La Regione Campania ha cercato di mettere una toppa: «In relazione ad autentiche falsità su presunti arrivi di immigrati nell'area casertana e salernitana, si ribadisce ulteriormente che, per la prima volta saranno sottoposti a controlli mirati da parte delle Asl le fasce della popolazione straniera che torneranno al lavoro con la riapertura delle aziende». Parole che, davanti a un rischio sanitario tra i più preoccupanti, ancora una volta non convincono. «Spero sia davvero un brutto sogno», afferma Marta Schifone di Fratelli d'Italia. «Mentre i campani sono costretti a rimanere chiusi in casa, De Luca comunica, in tutta fretta, che pensa a come reinserire 20.000 immigrati». Anche il consigliere regionale Gianpiero Zinzi picchia duro: «La gaffe dei 20.000 immigrati in arrivo ha evidenziato due antichi problemi. Il primo è legato all'elevato numero di clandestini concentrati solo su una piccola porzione di territorio. Il secondo al rischio sanitario connesso alla loro presenza che evidentemente finora dallo stesso De Luca non è stato calcolato». Ma sono preoccupati anche gli operatori che stanno sul campo. Ieri la rete Castel Volturno solidale, formata dalla Caritas e da altre associazioni, ha chiesto di disporre subito la regolarizzazione di quegli extracomunitari, «per far accedere persone che non hanno alcun diritto ai servizi sanitari pubblici, in modo da poter garantire un controllo e ridurre il rischio di diffusione del contagio». Proprio la sanatoria che sembrava aleggiare tra le parole di De Luca. All'appello si è unito anche il sindaco di Casal di Principe Renato Natale, che da anni effettua come medico volontario anche il servizio d'ambulatorio per gli immigrati che vivono sulla Domizia, dove si stima risiedano oltre 15.000 non regolari, molti dei quali hanno un lavoro in nero e sono spesso occupati nei campi agricoli. E se si tiene in conto che, coincidenza, altri 5.000 vivono come fantasmi nella Piana del Sele, si arriva dritti dritti ai numeri di De Luca. Insomma, forse il governatore senza volerlo ha detto la verità: potrebbero tornare a lavorare 20.000 migranti, però clandestini. Un fenomeno, quello dei braccianti irregolari, che è molto diffuso nel Mezzogiorno. A Foggia ieri sono stati arrestati tre imprenditori e un caporale: sfruttavano gli immigrati nei campi per pochi euro a ora.