
L’ultimo numero della rivista si fissa sulle paure «verdi» dei giovani per la presunta imminente fine del mondo. E così si presta al giochetto di chi sfrutta l’ennesima emergenza per forzare la gente a cambiare stile di vita.Jon Fosse, scrittore e drammaturgo premio Nobel per la letteratura nel 2023, sostiene di essersi convertito al cattolicesimoper ribellione. Oggi, dice, essere credenti significa andare contro lo spirito del mondo, in qualche modo essere «contro il mondo». Cioè contro l’appiattimento ideologico dominante. Viene tuttavia il forte sospetto che Fosse non legga la stampa cattolica italiana: se lo facesse, forse gli toccherebbe almeno in parte cambiare idea. Sembra infatti che i principali media cristiani d’Italia si facciano un punto d’onore dell’essere allineati al pensiero prevalente. Anzi, talvolta sembrano persino più baldanzosi dei quotidiani progressisti nel prestarsi alla propaganda. A tale proposito è istruttiva la lettura di Famiglia Cristiana, storico settimanale delle edizioni San Paolo, diretto dal 2022 da don Stefano Stimamiglio. A dire il vero sono parecchi anni che la rivista ha preso una deriva curiosa, per lo più in materia di immigrazione, abbracciando completamente e felicemente l’ideologia no borders. Ultimamente, però, sembra sposare con entusiasmo anche altre e più illuminate cause. Tra queste, l’imprescindibile lotta al riscaldamento globale. E con che passione! Nell’ultima uscita troviamo un lunghissimo servizio dedicato alle «paure dei ragazzi di oggi», ovvero alla famigerata ecoansia. Trattasi, per chi non lo sapesse, di una delle più clamorose bufale dei nostri tempi: media e attivisti spargono terrore sulla fine del mondo al preciso scopo di inquietare le persone. Poi pubblicano articoli e dotte analisi sul fatto che quelle stesse persone hanno - guarda un po’ - paura della fine del mondo. Tutto ciò al fine di forzare la popolazione ad assumere abitudini e comportamenti graditi all’attuale sistema di potere. Ebbene, questo è esattamente il giochetto a cui si presta Famiglia Cristiana. Forse senza rendersi conto dell’assurdità di certe tesi, il servizio del settimanale spiega che «sempre più persone stanno vivendo un senso di angoscia legato al mutamento del clima, anche senza essere direttamente colpite». Per l’occasione viene presentata una ambiziosa ricerca condotta dall’Università di Pavia assieme a Scuolattiva Onlus e Triplepact, organizzazione che si occupa tra le altre cose di consulenza per le aziende sui temi green. Secondo questo prezioso studio, «il 95% tra bambine e bambini intervistati si dichiara preoccupato per il futuro dell’ambiente e più di uno su 3 (40%) riferisce di aver fatto un brutto sogno sul cambiamento climatico o sull’ambiente in pericolo e di aver fatto fatica a dormire o mangiare a causa di questo pensiero». Beh, visto il tasso di catastrofismo diffuso sui media e presente in quasi tutti i prodotti di intrattenimento sarebbe stupefacente se i bambini non avessero gli incubi. Che la paura sia indotta lo spiega Serena Barello, direttrice del laboratorio di Psicologia della Salute del Dipartimento di Scienze del Sistema nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia, coordinatore scientifico dello studio. A suo dire l’insorgere dell’ecoansia non è necessariamente correlato «a esperienze vissute, ma è frutto della comunicazione sui temi del cambiamento climatico che influenzano la loro percezione del problema. In altre parole, solo vedere certe immagini può influenzare la salute mentale». Secondo la psicologa, «la quasi totalità dei piccoli consultati, il 95%, si percepisce direttamente responsabile della situazione e nel 97,2% dei casi pensa che il proprio con tributo possa fare la differenza». In buona sostanza la dottoressa dice che i piccoli hanno paura perché sottoposti alla visione di certe immagini e perché vengono convinti di essere responsabili del disastro. Tutto ciò dovrebbe farci accapponare la pelle, e spingerci a correre ai ripari sottraendo prima di subito i piccini alla propaganda verde. E invece che cosa suggerisce la Barello? Sentenzia che sia «necessario formare e sensibilizzare i cittadini, e soprattutto le nuove generazioni, in merito al valore dei comportamenti di ciascuno di noi nel contrasto agli effetti del cambiamento climatico. Ciò può proteggere le persone dall’esperienza di ecoansia, che non è ovviamente una patologia ma rappresenta tuttavia un fattore di rischio per la salute mentale. È infatti un fattore di stress che può spingere gli individui a reagire all’ansia cambiando non solo il loro comportamento quotidiano, ma anche la loro prospettiva sul mondo». Capito? Poiché i più giovani sono angosciati dal martellamento mediatico, occorre martellarli ancora di più: così potranno efficacemente reagire alla paura che gli è stata volutamente instillata. Fenomenale. Seguono articoli sulle coppie che non fanno più figli per paura del clima che cambia e a insufficiente compensazione c’è una intervista a Bjorn Lomborg che cerca di dimostrare l’inutilità del catastrofismo, ma risulta sovrastato dal discorso ecoansiogeno. Si potrebbe notare che Famiglia Cristiana, se proprio intenzionata a parlare di apocalisse, potrebbe farlo tramite l’apposito libro sacro, ma evidentemente lo giudicano troppo fuori moda. Affrontato con dovizia di particolari lo spauracchio ambientale, il settimanale offre ai lettori un altro babau molto in voga: il fascismo. Ovviamente tramite lunga intervista a Luca Marinelli che interpreta il Duce nella serie Sky tratta dalla discutibile saga di Antonio Scurati. Al Corriere, l’attore ha raccontato che sua nonna gli aveva sconsigliato di accettare il ruolo. Probabilmente la signora aveva ragione, e avrebbe dovuto consigliargli pure di recitare la parte dello storico e del politologo, visto che Marinelli si lancia in affermazioni di dubbio interesse. Del tipo: «Noi italiani ancora non abbiamo davvero fatto i conti con quel periodo. E questo non riguarda solo noi perché il successo dei populismi avviene un po’ ovunque e dimostra che la memoria degli orrori del passato non è stata assimilata a dovere». Diciamo che la particina imparata a memoria puzza un po’ di già sentito: sono le parole che qualsiasi attore di regime deve pronunciare per risultare gradito all’odierno milieu intellettuale. Famiglia Cristiana si limita a seguire il copione: elucubrazioni sulle Oscure forze della reazione in agguato, ansie sul populismo e l’immancabile intervista allo storico Francesco Filippi, autore di libretti di grande successo e poco valore sulla cattiveria del fascio. Il settimanale tuttavia non rinuncia a una puntina di originale, un tocco di classe. All’intervista con Marinelli dedica addirittura la copertina, con titolo Pulp: il fascismo è ancora tra noi. Solo che la parola fascismo è scritta tra virgolette. Difficile dire perché: forse i titolisti ritengono che il fascismo sia ancora presente ma non sia proprio fascismo? Ma se non è proprio fascismo, se è un fascismo tra virgolette e per modo di dire, allora che fascismo è? Insomma sto fascismo ce l’abbiamo oppure no? Di sicuro, abbiamo il pensiero unico, a cui Famiglia orwelliana, pardon, Famiglia Cristiana è particolarmente devota. Dopo tutto, bisogna pur avere fede in qualcosa.
Ecco #DimmiLaVerità del 22 ottobre 2025. Ospite la presidente di Sud Chiama Nord Laura Castelli. L'argomento del giorno è: "Le strategie del mio partito e le difficoltà dei miei ex colleghi del M5s".
Massimo Bochicchio (Ansa)
La fiduciaria Sifir condannata a risarcire 362.700 euro: le azioni Facebook non furono mai acquistate. Mentre sul fronte penale la truffa– che coinvolse decine di vip e continua a essere archiviata dopo la morte del broker – resta senza colpevoli, il civile inizia a ricostruire le responsabilità residue.
Imagoeconomica
Salerno, sul profilo TikTok del tunisino 200 video inneggianti alla morte degli infedeli.