2018-08-31
Falsario l’ex nunzio? Ma lui non è il primo a fare certi nomi
Angelo Sodano, Tarcisio Bertone, Oscar Maradiaga… Decine di cronache e inchieste avevano già gettato ombre sulle loro protezioni e disinvolture.Come il Papa, anche il Segretario di Stato rifiuta di rispondere nel merito alle accuse. Ma i vescovi Usa invocano «indagini formali».Lo speciale contiene due articoli«Giudicate voi». Si potrebbe cominciare dall'unica frase dedicata da papa Francesco alle accuse di Carlo Maria Viganò per andare oltre il «silenzio e preghiera» dietro al quale da tradizione millenaria i preti si nascondono quando non intendono spiegare. Giudicate voi se l'ex nunzio apostolico a Washington ha detto il vero o il falso. E potrete farlo confutando le sue parole, i nomi degli alti prelati chiamati in causa, attraverso ciò che di quelle accuse esiste da anni negli archivi. Perché, mentre gli indignados della sala stampa vaticana (la press gang Bergoglio) si limitano ad alzare i ponti levatoi in imbarazzanti difese d'ufficio, si scopre che certe sollecitazioni e certe pigre assoluzioni erano state segnalate molto prima di Viganò, e nell'indifferenza generale.L'operazione trasparenza trae spunto da un lavoro certosino effettuato da un affezionato lettore di Stilum Curiae, il sito del vaticanista Marco Tosatti che ha aiutato il monsignore a vergare le 11 pagine contro papa Francesco. Il primo nome chiamato in causa è quello del cardinale Angelo Sodano, già Segretario di Stato. È una novità il suo coinvolgimento nel dossier? Tutt'altro, visto che uno dei vaticanisti più raffinati e informati, Sandro Magister, nel 2006 scriveva sull'Espresso: «Via Sodano, cadrebbe anche un ostacolo a una decisione circa la sorte del potente fondatore dei Legionari di Cristo, padre Marcial Maciel, al quale Sodano è legatissimo. Sulle accuse a Maciel -abusi sessuali su suoi seminaristi e violazione del sacramento della confessione - la Congregazione per la dottrina della fede ha ultimato un'accuratissima preindagine. Lo scorso Venerdì santo, poco prima d'essere eletto papa, Ratzinger aveva indicato nella sporcizia uno dei mali da cui ripulire la Chiesa». Sempre riguardo alle malefatte del pedofilo seriale Maciel (peraltro molto vicino al cardinal Stanislav Dziwisz), a inizio 2017 Il Messaggero raccontò che le denunce del nunzio apostolico in Messico, Justo Mullor Garcia, a Sodano non ebbero molta fortuna. Una sua lettera si rivelò un boomerang; ad essere sollevato dall'incarico e accantonato fu lui. Erano in molti a sapere di lobby gay e pedofilia, pure in tempi non sospetti. Non solo Viganò.Il secondo nome circondato da un'aura di negatività è quello di Tarcisio Bertone, del quale Viganò sottolinea la facilità nel promuovere tonache omosessuali. Scandalo a orologeria? Peccato che nel libro Lussuria (editore Feltrinelli) Emiliano Fittipaldi abbia scritto: «Le più alte cariche della Santa Sede, tra cui per esempio il cardinal Bertone, hanno bloccato o insabbiato numerosi processi ritenendo più appropriato un salutare ammonimento per i preti pedofili». Nel best seller si legge che il cardinal Oscar Maradiaga avrebbe «addirittura ospitato un pedofilo latitante». La vicenda, oscura e dai contorni non definiti, tornerà prepotentemente alla ribalta dopo le dimissioni di monsignor Juan José Pineda, numero due di Maradiaga a Tegucigalpa, per «comportamenti inappropriati». Oltretevere si dice così. Ne scrisse anche Vatican Insider, il blog vaticano della Stampa che oggi, pur di difendere le amnesie di Bergoglio, prepara il rogo per Viganò.Un altro nome che scotta, perché vicino in termini di centimetri alla sacra veste del Papa, è quello del cardinale Francesco Coccopalmerio. Indignazione nei sacri palazzi, ma il 5 luglio 2017 Il Fatto Quotidiano titolava: «Vaticano, festino gay con droga per il segretario del cardinale Coccopalmerio. Nuova grana per papa Francesco». Il segretario era monsignor Luigi Capozzi ed era stato segnalato da Coccopalmerio per la promozione a vescovo; l'accusa era d'aver organizzato orge gay a base di droga e alcool. I gendarmi, chiamati dalle proteste dei vicini, si trovarono davanti a «uno scenario sconvolgente».Nel cuore del dossier, Viganò dedica numerose frasi alla vicenda del già cardinale Theodore McCarrick, omosessuale e reo confesso di abusi, costretto a rinunciare a tutto sempre troppo tardi. In molti sapevano, ben prima del j'accuse che mette in imbarazzo il pontefice, e molti scrissero. Negli Stati Uniti c'è un'intera pubblicistica. E il 2 agosto scorso sempre Sandro Magister, nel suo blog Settimo cielo, ha raccontato la miracolosa carriera di un ecclesiastico protetto da McCarrick, Kevin Farrell, nominato cardinale proprio da papa Francesco. Il Santo Padre era stato molto generoso anche con altri tre pupilli dell'orco destituito e mandato in quiescenza fuori tempo massimo: Donald Wuerl, Blase Cupich, Joseph William Tobin, molto probabilmente per essere asceso al soglio di Pietro anche con i voti raccolti dal potente e corrotto arcivescovo di Washington. Così Viganò è sulla graticola per avere messo insieme un puzzle composto da tasselli antichi. Per avere unito puntini che tutti conoscevano. Ma completando il gioco della Settimana enigmistica è risaltato in tutta la sua chiarezza il volto misterioso, ed è quello di papa Francesco, che pure ritiene di doversi trincerare dietro il passepartout «silenzio e preghiera». Erano tutti suoi figli. Giudicate voi. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/falsario-lex-nunzio-ma-lui-non-e-il-primo-a-fare-certi-nomi-2600497518.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-vaticano-non-cambia-linea-parolin-giudicate-voi" data-post-id="2600497518" data-published-at="1757947922" data-use-pagination="False"> Il Vaticano non cambia linea. Parolin: «Giudicate voi» Il Papa è «sereno», ma di fronte alla testimonianza resa da monsignor Carlo Maria Viganò, in Vaticano ci sono anche «amarezza» e «inquietudine». Lo ha detto ieri il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, in un'intervista concessa al portale Vatican Insider de La Stampa. Il cardinale, anche lui citato nel memoriale dell'ex nunzio negli Stati Uniti, non entra nel merito delle accuse presenti nel testo e, come il Papa, dice «leggetelo voi e fatevi un vostro giudizio. Il testo parla da sé». Una risposta che sta sollevando un fiume d'inchiostro e anche molta confusione, ovviamente. La strada del dimostrare la falsità o la veridicità delle affermazioni di Viganò è stata abbandonata e queste sono le conseguenze. A parte le fantasiose ricostruzioni messe in circolazione, alcune delle quali teorizzano addirittura presunti complotti internazionali a base di dollari e oscuri figuri, si segnala un dato chiaro che arriva dagli Stati Uniti: i vescovi americani in gran parte chiedono di prendere sul serio quanto affermato da Viganò e di indagare. Alle voci che abbiamo già segnalato sulla Verità nei giorni scorsi si aggiunge quella dell'arcivescovo di San Francisco, monsignor Salvatore Cordileone, che in un comunicato lascia pochi dubbi sul suo punto di vista. Oltre a ribadire la propria stima e la fiducia nella credibilità dell'ex nunzio apostolico, Cordileone dice che «pur non avendo informazioni privilegiate sulla situazione dell'arcivescovo McCarrick, dalle informazioni che ho su pochissime altre dichiarazioni rilasciate dall'arcivescovo Viganò, posso confermare che sono vere». Insomma, qualcosa di vero tra le affermazioni di Viganò c'è e qualcuno è disposto a testimoniarlo. Sarebbe già sufficiente per uscire dal silenzio e affrontare la situazione per fare pulizia. Le dichiarazioni dell'ex diplomatico vaticano «devono essere prese sul serio», prosegue Cordileone. «Naturalmente, per convalidare le sue dichiarazioni in dettaglio, dovrà essere condotta un'indagine formale, che sia completa e obiettiva. Sono pertanto grato al cardinale DiNardo (Daniel, presidente della Conferenza episcopale Usa, ndr) per aver riconosciuto il valore della ricerca di risposte “conclusive e basate su prove"». Di là dall'Oceano quindi c'è chi non vuole continuare a far interpretare ai giornalisti un testo che, fosse anche spurio, merita di essere indagato alla luce del sole, per evitare di continuare ad alimentare sospetti e inquietudine. Il testo forse parla da sé, come ha ribadito Parolin, ma non si capisce perché non sia possibile smentirlo nel dettaglio e in modo formale. Lo stesso Segretario di Stato potrebbe smentire le cose che lo riguardano, oppure potrebbe farlo il prefetto della congregazione per i vescovi, il cardinale Marc Ouellet, il quale dicendo che non esisteva nessun dossier sull'ex cardinale McCarrick risolverebbe buona parte della situazione. Peraltro, monsignor Georg Gänswein, prefetto della Casa pontificia e segretario personale di Benedetto XVI, ha detto al Die Tagespost che il Papa emerito «non ha fatto commenti sul “memorandum" dell'arcivescovo Viganò e non ne farà». Se in Vaticano domina il silenzio, negli Stati Uniti c'è però una richiesta di chiarezza che potrebbe mettere in seria difficoltà anche la Santa Sede, la quale potrebbe essere costretta dagli eventi a compiere un'indagine. Se nella Chiesa americana voleranno gli stracci, tanto per essere chiari, è ben difficile che il Vaticano possa restare alla finestra dicendo semplicemente «leggetelo voi e fatevi un vostro giudizio». Il testo di Viganò, infatti, per quanto avvincente non è un fanta thriller, anche perché dietro c'è la sofferenza di tante persone e il futuro della Chiesa, la cui missione resta pur sempre quella della salus animarum. Lorenzo Bertocchi
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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