2019-01-08
Facile amare i barboni, ma sotto casa degli altri
Per aver scritto che a nessuno fa piacere avere un senzatetto sotto casa, ieri sono stato imputato di crudeltà giornalistica. L'editoriale con cui commentavo la vicenda che ha visto coinvolto il vicesindaco di Trieste (Paolo Polidori ha gettato le coperte abbandonate in strada da un clochard e per questo sui social lo hanno ricoperto d'insulti) è stato infatti messo nel mirino dalla trasmissione Tutta la città ne parla, su Rai Radio 3. Il succo dell'accusa che mi hanno rivolto è di non aver abbastanza cuore e di voler proibire alle persone che ce l'hanno di prestare aiuto a chi, essendo meno fortunato, non abbia un luogo dove trascorrere la notte.In realtà io non voglio proibire un accidente a nessuno, se non di dire scemenze. Che ci siano buoni samaritani che intendono soccorrere chi ne ha bisogno non può che farmi piacere. Semmai me la prendo con gli ipocriti che vogliono dimostrare di avere il cuore d'oro, ma lo fanno a casa d'altri. Cioè l'oggetto del mio commento erano quelli che scrivono e si dicono pronti a solidarizzare con il povero senzatetto «vittima» di un vicesindaco leghista. Ma poi, all'atto pratico, si guardano bene dall'offrire al suddetto barbone un luogo dove trascorrere la notte, fosse anche l'androne del proprio palazzo o la tettoia della casa in cui vivono. È con i buonisti a parole che me la prendo. Facile dichiarare di vergognarsi di Polidori e chiedere scusa al clochard per ciò che ha fatto il vicesindaco. Meno facile è prendersi cura del mendicante e fare qualche cosa di concreto per lui oltre che scrivere un biglietto da lasciare sul luogo dell'accaduto.Nell'articolo di ieri mi occupavo delle molte pose ipocrite dei nostri commentatori di sinistra, sempre pronti a bollare come razzista o cattivista qualsiasi cosa provenga da un leghista o anche solo da una persona di buon senso. Riempire il vicesindaco di insulti e invitarlo a vergognarsi per aver fatto pulizia in strada e gettato le coperte abbandonate sul marciapiede non costa niente. Ma questi stessi indignati speciali usano il loro senso civico e la loro bontà a giorni alterni, ovvero solo quando c'è di mezzo un amministratore di centrodestra. Già, perché mentre sul Web e in radio si esprimono vibranti opinioni contro Polidori, quando altri hanno fatto più o meno ciò che è stato fatto a Trieste, nessuno apre bocca. Nel novembre del 2017, per esempio, l'assessore alla sicurezza del Comune di Bologna, città retta dal Pd, addirittura applicò il Daspo a una decina di clochard che bivaccavano sotto i portici vicino alla stazione ferroviaria. I vigili urbani li cacciarono in men che non si dica e, a parte qualche critica della sinistra estrema, gli altri fecero spallucce, compresi i giornali progressisti che oggi arricciano il naso per la cattiveria di Salvini e dei suoi.Ma c'è di più. Quello che ora si rimprovera al vicesindaco di Trieste (e al sottoscritto che ha avuto il torto di difenderlo), lo ha fatto perfino la Chiesa. Non tutti se lo ricordano, ma alla vigilia dell'insediamento di papa Francesco, nel 2013, i senzatetto che soggiornavano a San Pietro furono sfrattati senza troppi complimenti. Perché la bontà ha un limite: il barbone va bene se esibito contro un leghista, ma in Vaticano e nel giorno in cui si insedia il vicario di Cristo è meglio farlo accomodare nelle retrovie, affinché tutto sia pulito e in ordine.Ma il senzatetto «vittima» del vicesindaco di Trieste non faceva nulla di male, spiegano le anime belle. Lasciava solo le sue coperte sul marciapiede. Oh, anche i clochard che stazionavano sotto il colonnato di San Pietro non facevano nulla di male. Tenevano le loro povere cose in un angolo e la sera si preparavano il giaciglio. Sì, va beh, a uno un giorno è scappato di fare pipì contro il sacro marmo delle colonne, ma nulla di più. Tuttavia il giorno dopo i gendarmi di Sua Santità hanno fatto sloggiare tutti. I dettagli dello sfratto li potete trovare su diversi siti, con tanto di video postati nell'occasione. Per comodità vostra riporto le dichiarazioni raccolte da Fanpage: «Ci hanno svegliato alle 5 di mattina - racconta una donna marocchina - siamo stati allontanati mentre diluviava. Abbiamo raccolto le poche cose che riuscivamo a portare e il resto è stato buttato via dall'Ama». Che fine abbiano fatto molti di quei senzatetto ve lo racconta Giuseppe China nell'articolo che pubblichiamo oggi. Stanno sotto, nascosti in un tunnel, dove non si vedono. Perché il barbone è amato, ma a patto che stia al suo posto. Cioè lontano da quelli che dicono di solidarizzare con lui contro quei barbari della Lega. Nei bassifondi dell'ipocrisia.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 settembre con Carlo Cambi
Dario Franceschini (Imagoeconomica)
Papa Leone XIV (Getty Images)
Sergio Mattarella con la mamma di Willy Monteiro Duarte (Ansa)