2023-11-10
È nato il green pass dei soldi. Via libera dall’Europa all’app che traccerà la nostra vita
Consiglio ed Europarlamento hanno approvato la fase operativa dell’identità digitale. Eudi wallet gestirà biglietti, denaro, salute. Ma è un pericolo per la libertà delle persone.Nella serata di mercoledì il Parlamento e il Consiglio Ue hanno approvato il green pass dei nostri soldi. I due cardini dell’Europa si sono accordati per dare il via alla fase operativa per la creazione dell’identità digitale unica, una grande app (Eudi wallet) che avrà la funzione di accorpare nel telefono una serie potenzialmente infinita di attività.Lo schema non è nuovo, soprattutto per il lettore de La Verità. Nell’ottobre del 2021, in piena pandemia e in occasione dell’introduzione in Italia del green pass, abbiamo avuto più volte l’occasione di notare come l’architettura sottostante (una particolare blockchain) fosse troppo complessa e onerosa per essere destinata a venire dismessa con la fine delle ondate di Covid. Infatti, lo scorso anno Bruxelles ha costruito il gradino successivo. L’unificazione delle informazioni sanitarie, la veicolazione delle stesse sull’identità digitale e l’avvio dei test per infilare nell’app tutte le informazioni necessarie. Tutte sicure, ci dice la Commissione. Tutte tracciabili, aggiungiamo noi cittadini.Una volta adottato formalmente, il quadro dell’identità digitale europea entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Dopo questi passaggi, gli Stati membri dovranno fornire portafogli di identità digitale entro 24 mesi dall’adozione degli atti di attuazione. Quattro progetti pilota (quelli partiti lo scorso anno), con un investimento di 90 milioni, hanno iniziato a testare il portafoglio in una serie di casi d’uso quotidiani tra cui la patente, l’eHealth, i pagamenti digitali, i titoli di studio e professionali. Ma anche l’emissione di biglietti da viaggio e il pagamento dei ticket di parcheggio dell’auto.Ci spieghiamo meglio. Uno dei quattro progetti pilota si chiama Ewc ed è quello che coinvolge una quarantina di enti spalmati su tutti i Paesi europei più l’Ucraina che, ricordiamo, da questo punto di vista è il vero luogo di sperimentazione degli obiettivi di trasformazione digitale messi in piedi dalla Commissione per volere dichiarato nel settembre 2020 da Ursula von der Leyen, in occasione del discorso sullo stato dell’Unione. Ciò a indicare che il modo migliore per occultare gli obiettivi di trasformazione della società è farlo praticamente alla luce del sole. Sapendo che media e politici sono quasi tutti disposti a guardare dall’altra parte. L’obiettivo, è bene ripeterlo, è quello di trasformare i governi in piattaforme e i cittadini in identità digitali. E qui torniamo alla sperimentazione di Ewc.La dashboard dell’app in fase di sviluppo proporrà ai cittadini di gestire tutti i documenti di viaggio collegati al passaporto, dai biglietti fino ai codici a barre dei bagagli. Inoltre, sarà possibile aggiungere un codice identificativo che offrirà ai cittadini delle credenziali per lo smart working. Idem ci saranno altre credenziali per interfacciarsi con i governi europei (non solo il proprio) per gestire pratiche sanitarie (per cominciare) ma anche quelle fiscali.Infine, la dashboard dell’app offrirà come un qualunque wallet digitale la possibilità di pagare con il telefono. Con una differenza sostanziale rispetto alle attuali app private. Non sarà necessario effettuare alcun tipo di log in. Se si va sul sito del consorzio si può agevolmente vedere un video in cui Hannah, l’avatar preso ad esempio, è tutta felice e contenta perché potrà firmare un documento digitale, mentre paga il suo caffè in aeroporto in attesa di prendere il volo prenotato con la stessa app. Non dovrà autenticarsi, perché lei stessa è quell’app. «Ogni cosa di cui necessita Hannah, sia online sia offline», recita il sito, «è messa in sicurezza dentro lo European digital wallet». Hannah adesso «non vede l’ora», si legge, di ricevere - non appena il consorzio le avrà realizzate - «le credenziali digitali per viaggiare». Bisognerebbe, però, spiegare ad Hannah, se non fosse un avatar, che tutta questa gioia è un po’ prematura. Se Hannah fosse una di noi dovrebbe chiedersi, volgarmente parlando, dove sta la fregatura. Quando tutto viene descritto come fantastico di solito c’è qualcosa di oscuro dietro. Non è complottismo ma di valutazione dell’impatto sulla società e sulla nostra democrazia futura.Non sfuggirà che all’inizio del mese, la Bce ha annunciato l’avvio della fase sperimentale dell’euro digitale. Ci hanno spiegato che non sostituirà (almeno per il momento) il cash. Ma che sarà una opportunità aggiuntiva. L’euro digitale, come previsto dal lontano 2009, viaggia su quella stessa blockchain costruita nel 2021 in occasione del green pass da Covid e che, come abbiamo detto sopra, è la medesima che costituisce la struttura di Eudi wallet. Il denaro digitale sarà, dunque, controllato dalla Bce e tracciato assieme ad Hannah che userà la stessa app per pagare il ticket dell’auto e la ricarica elettrica della sua quattro ruote.Come il green pass da Covid, l’app futura avrà la possibilità di accendere e spegnere semafori. Rosso se non sei autorizzato a fare qualcosa, verde in caso affermativo. Non ci vuole tanto a capire che se i Parlamenti e i singoli Stati non intervengono subito a fissare paletti grandi come i piloni di un ponte, fra pochi anni ci scopriremo imbrigliati dentro un sistema digitale con un potere indiscriminato sulla vita delle persone. Il tutto deciso da consorzi che rispondono soltanto alla Commissione. Un organo politico che, però, non è stato votato da nessuno. Non hai pagato le tasse? Non prendi l’aereo. O perché no, non entri al pronto soccorso. E nessuno ci venga a dire che così si combatterà l’evasione fiscale.
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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