2023-11-09
Esentata dal vaccino ma sospesa da scuola. La docente verrà risarcita dal Miur
Parma, l’insegnante non si inoculò per motivi di salute certificati. E il tribunale dispone l’indennizzo: «Allontanamento illegittimo».Una nuova sentenza scardina l’obbligo del vaccino anti Covid. Dovrà infatti essere «risarcita» perché allontanata dal luogo di lavoro in modo «illegittimo», la docente di Benevento sospesa dall’istituto scolastico di Parma dove insegnava, per non essersi fatta inoculare il vaccino. La sentenza del Tribunale del Lavoro della città emiliana mette nero su bianco l’errore della scuola di non considerare il valore del certificato medico di esenzione dall’obbligo presentato dalla professoressa di italiano. Il caso è datato 15 dicembre 2020 e la donna, all’epoca, a causa di problemi di salute anteriori alla pandemia e al green pass, in base alla certificazione medica presentata, non diede il braccio per il vaccino. Inutile ogni spiegazione fornita, come la terapia con dosi elevate di cortisone dal 2019, nel certificato firmato da un medico dell’Asl nel quale veniva specificato come per la donna sarebbe stato meglio non rischiare, in quella delicata fase di salute, con la somministrazione del vaccino. Ogni spiegazione fornita da parte della donna, si legge sul Mattino, non è solo caduta nel vuoto, anzi. L’insegnante racconta di essere stata «perseguitata» dalla struttura scolastica e di aver così deciso di ricorrere al Tribunale del Lavoro di Parma. Il giudice ha accolto la sua richiesta e così, il ministero dell’Università e della ricerca (Miur) dovrà corrispondere gli emolumenti stipendiali non erogati (sette) e provvedere al risarcimento dei danni non patrimoniali. Nel frattempo la donna, attraverso il suo legale, Massimo Viscusi, grazie a un procedimento d’urgenza, era già stata «temporaneamente» riabilitata ed è tornata a sedersi in cattedra, grazie al procedimento ordinario di lavoro, a giugno 2021. A pesare sulla sentenza, arrivata dopo due anni e mezzo di processo, è stata la scelta dell’istituto scolastico di ignorare bellamente il certificato medico presentato come previsto dalle stesse leggi che istituivano l’obbligo vaccinale. Proprio per questo aspetto la sentenza apre un varco importante, un precedente, per chiunque sia stato sospeso dall’attività lavorativa per non essersi vaccinato, in base a una prescrizione medica dell’Asl. Ma questa non è l’unica sentenza a mettere in discussione l’obbligo vaccinale per poter lavorare. Particolarmente eclatante è quella dello scorso 13 settembre emessa dal giudice monocratico del Tribunale del lavoro dell’Aquila, Giulio Cruciani, che ha dichiarando «illegittima» la sospensione dal lavoro per la mancata vaccinazione Covid da parte dei lavori sottoposti all’obbligo, cioè tutto gli over 50, quindi a prescindere dal certificato. Un ultracinquantenne si era infatti rivolto al tribunale a seguito della sua sospensione dal lavoro. Anche in questo caso il giudice, oltre a dichiarare il fatto illegittimo, ha imposto al datore di lavoro il pagamento dei mancati stipendi e un risarcimento per il «danno biologico causato dallo stress al lavoratore». Il valore di questa sentenza riguarda un fattore cardine dell’obbligo. Nel merito delle motivazioni infatti il giudice specifica che le caratteristiche stesse dei vaccini anti-Covid disponibili non rispettano «il fondamento per imporre l’obbligo vaccinale», in quanto non conferiscono «la garanzia della prevenzione dall’infezione». Secondo il giudice Cruciani, «i vaccinati, rebus sic stantibus, ossia con i farmaci oggi a disposizione della popolazione italiana, come i non vaccinati, si infettano ed infettano gli altri. Non vi è alcuna evidenza scientifica che abbia dimostrato che il vaccinato, con i prodotti attualmente in commercio, non si contagi e non contagi a sua volta». Secondo la sentenza aquilana, viene quindi meno il presupposto per cui alcuni lavoratori «possono entrare nei luoghi di lavoro e altri no», pertanto la sospensione dal lavoro del non vaccinato «è del tutto priva di fondamento». Inoltre, come già riportato dalla Verità, la sentenza rileva che l’obbligo viola il diritto costituzionale al lavoro (art.1) in nome di un presupposto giuridico e scientifico fallace. Ma c’è di più. Il giudice abruzzese infatti commenta anche la pronuncia della Corte di cassazione laddove ritiene «non irragionevole» l’introduzione del green pass per accedere ai luoghi di lavoro. Secondo Cruciani la Consulta arriva a tale affermazione prestando fede a una dichiarazione dell’Iss che definisce la vaccinazione anti-Covid 19 «una misura di prevenzione fondamentale per contenere la diffusione dell’infezione da Sars-Cov2». Tale affermazione è smentita non solo dalla realtà dei fatti, ma «dalle stesse case produttrici dei vaccini». Sono sentenze importanti, necessarie a un dibattito pubblico e politico che manca. Del resto, con troppa informazione potrebbe arrivare un’ondata non indifferente di richieste di accertamenti di illegittima sospensione del lavoro, e dei rispettivi indennizzi.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.