2023-11-28
Eroi Davis: meglio le ferie del Colle
Sergio Mattarella invita Jannik Sinner e compagni per celebrare il trionfo, ma la federazione declina: devono riposare prima dell’Australian Open. La presidenza: «Venite quando volete». C’è uno spassoso romanzo dello scrittore svedese Jonas Jonasson, si intitola Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, racconta le picaresche avventure di uno strambo personaggio in giro per il mondo. In un paio di occasioni, ricevuto dai più potenti capi di stato per una concatenazione di eventi, fu capace di farli attendere perché aveva altro da fare. A buttarla sul ridere, ecco servita un’analogia con l’invito formulato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla vincente squadra azzurra di Coppa Davis per il 21 dicembre, e la richiesta di Sinner e soci di rimandare a causa delle vacanze già programmate. Con la differenza che i nostri tennisti non sono strani personaggi, ma campioni. Il motivo dietro al «rifiuto» è serio: la stagione agonistica Atp ricomincia già a gennaio, ci sono gli Australian Open e i tornei preparatori, la tabella di marcia di un atleta della racchetta non può permettersi deroghe e gli unici giorni per staccare la spina sono proprio quelli di dicembre. Il capo della Federtennis Angelo Binaghi spiega: «Il 21 dicembre purtroppo non potremo andare al Quirinale: ci dispiace da morire per il presidente Mattarella, con cui abbiamo una promessa in sospeso. I ragazzi hanno già in calendario da tempo le vacanze in vista della partenza per l’Australia. Ci dispiace per il presidente, perché abbiamo avuto il governo vicino, con il ministro dello Sport e col messaggio che mi ha mandato la premier: lo faremo quando ci sarà possibile». E poi: «La stagione del tennis è fatta così e noi non dobbiamo cambiare di una virgola, essere sempre gli stessi, non perderci in passerelle, anche se quella al Quirinale ovviamente non lo è. Dico che non dobbiamo cambiare le nostre abitudini che applicazione, lavoro e metodo». Il Quirinale incassa: «Venite quando volete». La dedizione totale alla causa che sta facendo lievitare la carriera di Jannik Sinner, culminata con due mesi - ottobre e novembre - stratosferici per vittorie e miglioramenti è l’indizio per un 2024 denso di soddisfazioni. Nel frattempo gli azzurri possono coccolarsi «l’insalatiera», come in gergo è definita la Coppa Davis. Domenica pomeriggio sono bastate due vittorie in singolare per aggiudicarsi un trofeo che in Italia mancava dal 1976, ben 47 anni. Nel primo match, Arnaldi supera Popyrin per 7-5 2-6 6-4 in due ore e mezza di gioco. Tanta fatica per Matteo sul cemento indoor di Malaga, diversi break annullati e una certa difficoltà a piazzare la prima di servizio. Ha prevalso la solidità mentale, la capacità di non farsi tirare per la giacchetta dallo scoramento dopo un secondo set perso maluccio, e di ricominciare nel terzo con i gesti tecnici più semplici, per poi accrescere il livello concedendosi qualche redditizia incursione a rete. Nella seconda sfida, Sinner ha annullato De Minaur con un punitivo 6-3 6-0. L’australiano è un amico del campioncino della Val Pusteria, hanno disputato assieme le Next Gen da imberbi, si conoscono ma il nostro ha sempre sfoderato talento superiore. Pure quest’anno a Toronto, vincendo il suo primo torneo di categoria Master 1000, Jannik ha passato a fil di spada il povero Alex, che rimane comunque il numero 12 Atp, dunque tutt’altro che un pellegrino. Ma Sinner, migliorato in maniera esponenziale dopo aver avuto la meglio persino su Djokovic, sta acquisendo quella consistenza plastica del tennista che sa alternare la sua tattica e metabolizzare la fatica trasformandola in propellente psicologico. Che la Davis sia d’auspicio per un 2024 con almeno un torneo del Grande Slam messo in bacheca. In attesa del ritorno di Berrettini e della crescita di Musetti, Arnaldi e Sonego.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)