2022-07-01
Draghi si blinda e ordina di comprare il gas
Mario Draghi (Imagoeconomica)
Il cdm vara il decreto bollette: prolungati gli interventi a favore delle famiglie. La novità: prestito di 4 miliardi con cui il Gestore dei servizi energetici finanzierà gli stoccaggi di Snam, che restano una corsa contro il tempo. In arrivo anche il «piano acqua».«Il governo va avanti e tiriamo un sospiro di sollievo», si è lasciata inopinatamente sfuggire l’inviata di un importante quotidiano economico durante la conferenza stampa del presidente del Consiglio, inducendo perfino Mario Draghi a un sorriso - è da presumere - per il clima non esattamente aggressivo di chi lo interpellava. Dall’inviata di un altro rilevante quotidiano non è nemmeno mancata una domanda sulla foto (divenuta virale ieri) di Draghi al Prado al telefono mentre gli altri leader guardavano le opere d’arte. Insomma, i media sono apparsi - diciamo così - piuttosto premurosi, anche più del solito, nei confronti del presidente del Consiglio. In ogni caso, nella sua conferenza successiva allo svolgimento del Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio, Draghi ha esordito comunicando l’avvenuto raggiungimento di tutti i 45 obiettivi del semestre legati al Pnrr: «Per questo - ha aggiunto - il ministro dell’Economia ha già inviato a Bruxelles la richiesta di altri 24 miliardi. Sono state rispettate tutte le scadenze: si tratta di un segnale essenziale per la credibilità del paese. E siamo già al lavoro per le scadenze di dicembre». Ed è stato solo il primo dei numerosi passaggi in cui il premier si è autoelogiato, anche con riferimento agli ultimi vertici internazionali (Consiglio Europeo, G7, Nato): un modo evidente per blindarsi e bollare indirettamente come incongrue fibrillazioni e polemiche politiche sorte «mentre cogliamo tanti successi e apprezzamenti», ha scandito. Dopo di che, sono venuti gli annunci sulle misure varate ieri. «Il Cdm di oggi - ha detto Draghi - ha approvato provvedimenti urgenti per aiutare il potere d’acquisto delle famiglie: proroghiamo l’azzeramento degli oneri di sistema per famiglie e piccole imprese; abbattiamo l’Iva; aumentiamo il bonus sociale». In particolare, nel terzo trimestre l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) dovrà annullare le aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione per altri usi. Gli stanziamenti complessivamente previsti per il pacchetto di ieri sono stati leggermente limati al ribasso: dai 3.271 milioni di euro di cui si era parlato in un primo momento si è passati alla fine a 3.044 milioni di euro. Sono stati ridotti rispetto al previsto i fondi per l’azzeramento degli oneri di sistema sulle bollette elettriche (1.915 milioni contro i previsti 2.080) e sulle bollette del gas (292 milioni contro i previsti 470). È stato invece aggiunto un fondo da 116 milioni per il bonus sociale su elettricità e gas.Anche qui Draghi non ha perso l’occasione per lodarsi: «Il terzo trimestre inizia domani (oggi per chi legge, ndr): in mancanza di questi provvedimenti, ci sarebbe stato un disastro, perché i cittadini avrebbero ricevuto bollette con rincari fino al 35-40%. Questo spiega perché sono tornato a Roma, lasciando che l’ultima sessione del vertice Nato fosse presidiata dal ministro Guerini». E ancora: «Già sono stati complessivamente stanziati per le famiglie 14 miliardi, e sulle bollette in tutto 30 miliardi. E gli importi saliranno ancora». Poi la parte probabilmente più importante della conferenza, quella sugli stoccaggi. «Siamo al 57% degli stoccaggi, l’obiettivo è arrivare al 90%. L’andamento del riempimento è in crescita. E occorre un concorso anche pubblico», ha detto il sottosegretario Roberto Garofoli che affiancava Draghi in conferenza. E dunque la notizia è il coinvolgimento del Gse (oltre a Snam) che affiancheranno gli altri operatori. È stato anche stabilito un prestito di 4 miliardi a Gse, a cui sarà garantita la liquidità necessaria, e che dunque si occuperà dello stoccaggio di ultima istanza di gas naturale (entro quel valore, al momento: cioè entro i 4 miliardi). Sul tema (insidioso per i grillini) del ritorno a una più massiccia estrazione di gas nazionale (fino ai primi anni Duemila, l’Italia estraeva circa 20 miliardi di metri cubi, ora solo 3), il premier si è tenuto abbastanza vago: «Ne discuteremo nelle prossime settimane. Se si percorre questa strada, essa va a sostituire le importazioni». Per il resto, Draghi ha insistito sulla diversificazione delle importazioni per ridurre la dipendenza dal gas russo.Un ampio passaggio è stato tra l’altro dedicato dal premier alla siccità e alle sue pesanti conseguenze in particolare per l’agricoltura: «Nel bacino padano - ha detto Draghi - si tratta della crisi più grave degli ultimi 70 anni. La questione idrica ha due cause: una è un deficit di pioggia degli ultimi tre anni, l’altra è legata a ragioni strutturali, e cioè alla cattiva manutenzione dei bacini e della rete. Da noi le dispersioni sono a livelli straordinari, 30 e più per cento, mentre in Israele sono solo al 3%, in altri paesi europei al 5 o all’8%». «Dunque - ha concluso - ci vuole sia un piano di emergenza (e da lunedì approveremo i piani di emergenza delle regioni), sia un piano per ovviare alle carenze strutturali, un grande “piano dell’acqua”. Nel Pnrr sono già stanziati 4 miliardi. Altri stanziamenti verranno ma serve anche un coordinamento massiccio dei tanti enti preposti al tema». Interpellato infine sul cuneo fiscale, Draghi ha calciato la palla in avanti, evocando la futura legge di bilancio. Va infine segnalato che il Cdm, oltre ai provvedimenti sulle bollette, ha dato via libera ai disegni di legge su rendiconto e assestamento di bilancio per il 2022.
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