2025-08-08
«Con il mio screening al cuore (di 80 euro) salvo la vita ai giovani»
Ecocardiografia (iStock). Nel riquadro, Patrizio Sarto
Patrizio Sarto, medico dello sport, punta sui controlli precoci per evitare le morti improvvise: «Estenderli anche ai non atleti a partire dai 12 anni».Lo screening cardiovascolare, che permette di valutare la popolazione sportiva con l’unica finalità di evidenziare una patologia prima che si manifesti con la morte improvvisa, potrebbe diventare buona prassi anche per tutti i giovani. Evitando così, o contenendo, il fenomeno preoccupante delle morti improvvise e apparentemente inspiegabili. L’ipotesi nasce considerando il lavoro svolto e gli accertamenti compiuti dalla medicina dello sport dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, centro di riferimento in Veneto e in tutta Italia per chi fa attività agonistica o amatoriale e presenta cardiopatie. «In tre anni abbiamo vista circa 500 persone, ne seguiamo 200 con un protocollo ben strutturato clinico, psicologico e sportivo, l’età media è tra i 25 e i 30 anni ma la fascia prevalente è over 14 under 30», spiega il dottor Patrizio Sarto, direttore del centro. Nel gennaio di due anni fa, un suo importante studio realizzato assieme all’Università di Padova era stato pubblicato sull’European Heart Journal, rivista scientifica della Società europea di cardiologia. Conteneva i dati raccolti su 22.324 atleti trevigiani tra 7 e 18 anni, sottoposti complessivamente a 65.397 valutazioni mediche. Non solo a 16 anni, come avviene nel Regno Unito, ma screening annuali che possono permettere l’identificazione molto precoce delle malattie cardiovascolari a rischio di morte improvvisa durante l’attività sportiva. Quando la prima valutazione non è in grado di evidenziare la patologia, risultano fondamentali i controlli successivi. «Ben il 74% delle patologie cardiovascolari che presentano tale rischio erano state diagnosticate in bambini e ragazzi con meno di 16 anni. Sono state potenzialmente salvate le vite di 69 giovani atleti», spiega lo specialista in Cardiologia e Medicina dello sport. «È vero che ci sono delle patologie che possono sfuggire alle maglie dello screening, come un’infiammazione del cuore per una banalissima influenza contratta tre mesi dopo il controllo annuale», precisa, ma lo screening annuale, fatto solo in Italia per gli atleti, è comunque fondamentale: «La nostra modalità operativa aumenta di quasi il 30% la potenzialità diagnostica», evidenzia Sarto. Se funziona per gli atleti e per chi fa sport, perché non viene esteso a tutta la popolazione giovane così da poter avere una diagnosi preventiva anche in individui senza alcun sintomo? «Non so se ci siano le risorse e bisognerebbe prendersi carico di questa attività di screening, che comprende corretta anamnesi, visita, elettrocardiogramma di base. La prova da sforzo è pure importante, fondamentale per gli atleti, ma diventa improponibile in quanto aumentano i costi», considera il medico. «Potrebbe essere molto importante, uno screening diffuso, e permettere di fare delle diagnosi», sostiene convinto. In uno studio pubblicato a luglio del 2019, il suo centro di Treviso e l’università di Padova avevano calcolato «quanto costa lo screening per persone salvate con diagnosi potenzialmente a rischio di morte improvvisa. Su 7.000 valutazioni effettuate nel 2017, abbiamo identificato e gestito una varietà di patologie, cardiovascolari e non, nel 2% degli atleti apparentemente sani e che invece erano a rischio di arresto cardiaco, a un costo di circa 80 euro per atleta. Capisce che questo ha un senso».La Regione Toscana ha approvato una proposta di legge per screening cardiovascolari negli studenti di 18-19 anni, ma gli studi di Sarto parlano di monitoraggi già iniziati prima. «Per quello che abbiamo osservato, potrebbe avere senso dai 12 anni, quando è più facile che ci possa essere la manifestazione di un problema cardiovascolare», risponde lo specialista. «Più giovane è il bambino, più è difficile trovare una cardiopatia strutturale, che in genere compare avanti con gli anni. Si possono vedere subito, invece, le patologie congenite, le “cause elettriche” diagnosticabili più frequentemente nei giovani», e che possono essere sfuggite al controllo del pediatra. Campanello d’allarme, avverte il cardiologo, oltre a «familiarità per morte improvvisa, sono i disturbi durante uno sforzo fisico come il cuore che inizia a battere in modo irregolare, così pure il malessere, lo svenimento».
Laura Boldrini e Nancy Pelosi (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 21 ottobre 2025. Ospite Fabio Amendolara. L'argomento del giorno è: "Gli ultimi sviluppi del caso di Garlasco".