A convincere il premier a sconfessare Cts e ministero è stato il calo delle somministrazioni dopo il pasticcio Az: dal 14 giugno la frenata è evidente. Non solo: 2,8 milioni di over 60 mancano totalmente all'appello e soltanto il 37% tra i 60 e i 69 anni è coperto.
Ci sono numeri e curve che venerdì hanno convinto Mario Draghi a tornare di corsa dalla Spagna, prendere in mano la situazione, sconfessare la linea del ministro della Salute e del Cts, ed evitare che il cocktail sui richiami diventasse tossico per il successo della campagna vaccinale, nonché per lo stato di salute del suo governo.
A creare maggiore allarme sono i primi effetti del pasticcio Az sull'andamento delle vaccinazioni: venerdì sono state inoculate complessivamente 565.460 dosi con un netto calo rispetto alle 609.061 di venerdì 11 giugno. Il 17 giugno sono state fatte almeno 576.266 somministrazioni, il giovedì precedente (10 giugno) erano state 619.100. Segno che il ritmo sta calando. Come conferma l'andamento del grafico delle somministrazioni contenuto nelle slide del report settimanale diffuso venerdì dalla struttura commissariale, dove si vede chiaramente che la curva comincia ad appiattirsi attorno al 14 giugno.
Un altro numero che preoccupa Draghi è 2,8 milioni. Ovvero gli over 60 che ancora mancano all'appello per la prima dose. E solo il 37,65% degli italiani tra i 60 e i 69 anni ha ricevuto prima e seconda dose di un vaccino o il monodose J&J. Se guardiamo le curve delle singole fasce d'età sono tutte in preoccupante discesa: comprese le categorie degli under 50 e under 40, che da quasi una settimana stanno cominciando a rallentare in maniera evidente. Così come è praticamente piatta la curva fra 12 e 19 anni, un po' perché molti sono già partiti per le vacanze ma anche per i timori dei genitori a vaccinare i giovanissimi.