2019-11-14
In un audio l’appello di Mifsud: «Aiuto, fatemi tornare a vivere»
Dopo gli scoop della Verità compare magicamente una registrazione con la voce di un uomo provato: «Non sono una spia e non ho contatti con i servizi segreti». Opinioni divergenti sull'autenticità del file.«Oggi è l'11 novembre 2019, io sono Joseph Mifsud, questa è la mia voce». Sembra l'incipit di un film horror, ma non lo è. Ieri notte da un luogo imprecisato è stato recapitato al Corriere della Sera, a Repubblica e all'agenzia Adnkronos un messaggio vocale del professore maltese più ricercato del mondo, o almeno di un suo simulacro. Il file è stato inviato da un account anonimo, agganciato, secondo La Repubblica, al server Protonmail.com, servizio di posta elettronica crittografata online fondato nel 2013 in Svizzera presso il Cern. Insomma roba degna di James Bond. La testimonianza ricorda quella dei sequestrati delle Br o dei gruppi jihadisti: un «prigioniero» che parla con la voce tesa e come se leggesse un comunicato. Un racconto che, però, sembra tutto meno che fluido e spontaneo. Quasi che Mifsud, il personaggio chiave del Russiagate, fosse stato costretto da qualcuno a smentire le ultime notizie sul suo conto. È lo stesso professore a giustificare la sua apparizione con queste parole: «Recentemente sono stato informato in maniera affidabile che Link campus (l'università romana con la quale collaborava, ndr) è stata accusata di mettere in atto questioni o essere coinvolta con servizi (di intelligence, ndr). Categoricamente smentisco e mi rifiuto di accettare qualsiasi cosa di questo tipo». Lui è solo un professore e un lobbista che mette in contatto persone: «Mi sono sempre considerato, anche per la mia fede cattolica, un costruttore di ponti».Quindi niente 007, niente Russiagate, niente di niente. Solo affari e incontri accademici. La strana registrazione sembra la risposta alle dichiarazioni che abbiamo raccolto nei giorni scorsi dall'avvocato del maltese, Stephan Claus Roh, il quale aveva dichiarato: «Mifsud mi ha confermato diverse volte che uno dei capi dei servizi segreti italiani contattò Scotti (presidente della Link campus university, ndr) nel periodo in cui scoppiò lo scandalo del Russiagate e si raccomandò che Mifsud sparisse». Roh ci aveva anche detto che Vincenzo Scotti, il direttore generale della Lcu, Pasquale Russo, e Mifsud fecero riferimento al primo ministro Paolo Gentiloni, «dicendo che questi si sarebbe recato alla Link campus il 25 febbraio 2017 insieme con il sottosegretario alla Giustizia, Gennaro Migliore, per un meeting strategico» tenuto «alcuni giorni dopo che Mifsud era stato interrogato a Washington». Lo stesso legale con l'agenzia Adnkronos aveva aggiunto che a fine ottobre 2017 il suo assistito era stato trasferito forzosamente a Matelica in provincia di Macerata, in casa del compagno di Vanna Fadini, amministratore della società di gestione della Link.Roh aveva reso note anche alcune presunte dichiarazioni registrate di Mifsud sulla propria sparizione: «Mi era stato fatto capire molto chiaramente che era meglio se fossi rimasto lontano dai riflettori per un po' di tempo». Cosa che lui ha fatto, almeno sino a ieri. Come detto, era sparito dai radar il 31 ottobre 2017, il giorno di Halloween, e non si era materializzato neppure dopo le prime inchieste giornalistiche che erano andate alla ricerca delle sue tracce. Non era riapparso nemmeno quando si seppe che il procuratore generale degli Stati uniti d'America, William Pehlam Barr, era venuto in Italia a caccia di notizie sul suo conto.Ma adesso, dopo che il suo avvocato ha rivolto precise accuse alla Link e ai servizi segreti italiani, il professore ha ritenuto doverosa una sua epifania dal limbo in cui si trova e in cui, forse, qualcuno lo trattiene: «Vorrei prima di tutto dire che non ho assolutamente nessun contatto con amici e famigliari». Il sedicente Mifsud ha continuato così la sua arringa autodifensiva: «Sono quasi due anni ormai che l'intera questione è esplosa ed è stata presentata ai media mondiali […] come se avessi qualcosa a che fare con questioni riguardanti Paesi, o avessi tentato di infiltrami - è assolutamente assurdo - …». Frasi un po' sconnesse con cui nega qualsiasi interazione con il mondo degli 007, se non a sua insaputa. Quindi si è preoccupato di scagionare in particolare, oltre alla Link, due Paesi e le loro agenzie di sicurezza: «In termini di istituzioni che ho rappresentato nel passato, posso assicurarvi sia nel Regno Unito, in Italia e altrove ho sempre tentato di garantire che i giovani avessero l'opportunità di interagire gli uni con gli altri e questo è tutto». In conclusione non ci troveremmo davanti a uno spione, ma a un pedagogo, un educatore preoccupato di mettere in relazione studenti. Nonostante tutte le rassicurazioni e i tentativi di sdrammatizzare, la voce che viene da chissà dove, alla fine si scioglie in un drammatico appello, rivolto, forse, a qualcuno di preciso: «È estremamente importante, infine, che mi sia data la possibilità di tornare alla vita. È stato molto difficile per me vivere così, senza alcun contatto umano, senza alcuna esperienza umana e io credo che mi si debba dare l'opportunità di farlo. È estremamente importante che qualcuno, da qualche parte, decida di farmi respirare di nuovo. Grazie». Alla fine dell'ascolto, la prima domanda che sorge è: quella che abbiamo ascoltato è davvero la voce di Mifsud? L'avvocato Roh giura di no: «È assolutamente falsa, al 100 per cento. Voce troppo alta, non il suo accento, non la tonalità, sembra un vero italiano». Il legale rimarca altre incongruenze: «Mi aspettavo qualche istruzione per i suoi legali. Finora, quello che ci leggo non è niente di preciso, tranne quanto sia “brava" la Link». Roh ci riferisce un episodio che fa a pugni con la scelta del professore di rifarsi vivo: «Qualcuno, magari Mifsud stesso, a ottobre ha sospeso l'ultimo account di mail del professore. Era su Mailfence.com, un provider di posta belga molto ben protetto». Infine lancia un appello: «Dobbiamo aiutarlo, il mio cliente è una vittima».Simona Mangiante, che con Mifsud ha lavorato a lungo ed è moglie di un altro protagonista del Russiagate, George Papadopoulos, conferma i dubbi: «A me non sembra per niente la sua voce». Al contrario, i dirigenti della Link, riconoscono in quel file il timbro del loro vecchio collaboratore e socio. «È lui al 100 per cento» sostiene Russo e con lui Scotti e la Fadini.La Verità ha interpellato anche Laris Gaiser, che è succeduto a Mifsud sulla poltrona di presidente dell'università Euromediterranea e che ha partecipato a molti cda con il professore: «Se non è un imitatore perfetto, è lui. Troppe inflessioni caratteristiche, troppe espressioni tipiche: per me è la sua voce, non ho dubbi. Il tono però appare spesso forzato, innaturale. Non capisco il perché della necessità di rassicurare gli italiani e Londra: forse è in Inghilterra?». Quindi, attraverso il nostro giornale, sceglie di mandare pure lui il suo messaggio in codice: «Joseph, ricordati del Pavel 2 a Pirano». È il nome di un ristorante di pesce che si trova in Slovenia. Ma forse anche qualcos'altro.