2022-03-13
I due «carciofoni» trapiantati a Bordighera
Uno dei due esemplari di ficus «a foglia grande» di Bordighera
Nel paese ligure a pochi passi dal confine francese si prendono la scena botanica due esemplari di ficus «a foglia grande». Anche se poi le chiome non sono grandi, è la stazza delle piante gemelle a incuriosire gli autoctoni ma soprattutto i turisti dei fine settimana.C’è un bambino che ogni tanto va al mare con i propri genitori. Ha sei anni. Si chiama Giulio. Quest’anno ha iniziato la scuola, è in prima elementare. A Giulio la scuola piace così così. Dice che i suoi compagni puzzano. Ma tutti Giulio, tutti puzzano? Chiede la mamma. Sì sì, tutti tutti, risponde più parlando fra sé e sé che non guardando la mamma. Tutti tutti, sì sì. La mamma, men che mai il papà, ha dato la minima importanza a questa notizia, il figlio deve andare a scuola e ci andrà. Così come loro devono andare a lavorare, sopportare il fastidio del traffico della mattina e del rientro, tollerare l’idiozia dei colleghi di lavoro e la prepotenza dei loro diretti e indiretti superiori, pagare le bollette, farsi il vaccino anche se sarebbero per un approccio democratico alla sanità e non questa dittatura mascherata eccetera. Giulio, il loro rampollo, ha sei anni e quindi deve andare a scuola.Quando possono, il sabato mattina mettono in auto una valigia e partono per la loro piccola casa al mare. Dalla loro grande città circondata da ciminiere e palazzoni si scende giù verso la piccola regione a forma di boomerang, per arrivare in autostrada, dove ci sono sempre tantissime macchine, e da dove ci si può tuffare, con gli occhi, nel grande blu. Usciranno a Bordighera e dopo qualche curva saranno finalmente a destinazione. La loro casa al mare poi non è proprio una casa, è un piccolo modesto appartamento in condivisione con altri amici, un 65 metri quadri al secondo piano di un edificio ricoperto di mattonelle colorate. Anche il divano e le stanze di questa casa puzzano, pensa Giulio, come mai tutti al mondo, fuori da casa nostra, puzzano?Così la famiglia di Giulio sale, prende possesso di camera cucina e bagno, e dopo qualche piccolo ritocco scendono in pantaloncini e ciabatte e si avviano alla spiaggia. La spiaggia è un mondo che al contrario della scuola piace a Giulio. Gli piacciono le cose, anzitutto. La sabbia gli piace. Le sdraio gli piacciono. Le palette e i secchielli gli piacciono. Giulio adora cambiarsi con sua mamma nello sgabuzzino, mentre sente i gabbiani che strepitano nel cielo e gli altri bambini che urlano giocando. Sua mamma è molto grande, bionda, ha i capelli lunghi lunghi che le arrivano al sedere. E un seno moooolto prosperoso. Giulio è innamorato della mamma, prima o poi spiace per papà, ma sarà lui a sposarla. Tu papà, spostati, ora ci sono io, pensa Giulio. Un’altra cosa che piace tanto a Giulio sono gli scogli, c’è un pontile e lui passa le ore sugli scogli che ci sono lì sotto, alcuni al sole e altri in ombra, a seconda anche delle ore del giorno. Tra gli scogli si possono vedere i granchi. Ora Giulio ama gli animali, va matto per gli animali. Tutti gli animali, a casa la sua piccola libreria è piena di libri illustrati e fotografici dedicati agli animali. I leoni, le antilopi, i rinoceronti, i serpenti a sonagli, e poi le iene, i macachi, i lemuri, i canguri, i koala, le orche, gli orsi bianchi e gli orsi bruni, le pantere, i giaguari, le antilocapre, le zebre, gli okapi, le giraffe, gli ippopotami, i coccodrilli, le aquile, i condor, i falchi pellegrini e tantissimi issimi altri. Ha un libro dedicato al Polo Nord ed uno alla Savana, diversi libri dedicati ai mari, ai cieli, alla giungla, alle tigri, agli elefanti, storie per bambini che parlano di animali, di pecore, di panda, di streghe e farfalle, di gatti neri e di vampiri. A Giulio piacciono tutte le cose strane.Finito il bagno Giulio, mamma e papà rientrano nel loro appartamento, mamma è un’ottima cuoca e per risparmiare cucina lei qui, senza andare tutte le volte a mangiare al ristorante. Che costa e poi ora con la crisi e con la guerra, la benzina costa anche tanto e allora. Prima regola: risparmiare. Per arrivare a casa devono attraversare mezza città, perché l’edificio si trova intorno ad un grande parcheggio, in cima o quasi a Bordighera. E proprio lì crescono anche due alberi molto curiosi. Sono grandi, anzitutto, e poi hanno grossi rami che si aprono come quelli quasi di un enorme carciofo grigio. Però intorno hanno una larga chioma verde, con le foglie che sembrano un po’ olive e un po’ arrugginite. Papà, come mai le foglie sono arrugginite?Sono fatte così, servono per ripararsi dal sole, capisci?Giulio proprio non ci aveva pensato, che gli alberi avessero bisogno di ripararsi anche loro dal sole. Un albero così grande poi, anzi due alberi molto grandi, perché questo sulla piazza ha un gemello che cresce poche decine di metri dopo, davanti al municipio. Una targhetta dice che gli alberi si chiamano Ficus macrophylla. Papà dice che vuol dire grande foglia. Però la foglia in effetti non è affatto grande. È grande così, come il mio pugno. Ci sono alberi con foglie molto più grandi. Arrivano dall’Australia, aggiunge la mamma, che legge la loro storia su un cartello. Sono stati piantati qui da un giardiniere che lavorava ai Giardini Hanbury, ti ricordi che ci siamo stati l’anno scorso? Giulio ricorda di essere andato in un posto pieno di grandi piante, di palme, di fiori gialli e altri violetti. Vicino al confine con la Francia, ripeteva suo padre. Ecco, un giardiniere che lavorava là li ha portati qui, aveva la sua casa lungo la strada e ha lavorato anche nei giardini di questo comune. Questo e quello laggiù li ha piantati lui, oltre 100 anni fa. Oooo…Giulio si avvicina al ficus e lo abbraccia. Mamma e papà ridono e lo fotografano col cellulare per mandare la foto ai parenti in città. Mentre loro sono intenti a spedire questa ultima buffa istantanea digitale Giulio fa in tempo a fare conoscenza col ficus. Sente che dentro c’è una voce e bisbigliando chiede:Ciao Ficus! Io sono Giulio, ho sei anni. Sono un bravo bambino umano. E tu?Noi siamo vivi, replica una voce come di caverna. Noi siamo… antichi. Noi siamo grandi. Tanti umani ci vengono a trovare ma nessuno ci parla come fa Giulio. Nessuno nemmeno ci ascolta. Giulio ovviamente non resta più nella pelle e tutte le volte che può si avvicina e si mette a scambiare qualche parola col suo nuovo amico albero che di storie ne ha tante da raccontare. Poi però torna dagli umani che qui come a scuola purtroppo continuano a puzzare. Il mondo è pieno di puzzoni. Brutto affare.