2025-02-14
Un drone colpisce la copertura del reattore 4 di Chernobyl
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Nella notte tra giovedì e venerdì un drone ha colpito il tetto dell'ex centrale nucleare e causato un incendio nell’hangar del reattore numero 4, proprio dove avvenne il disastro del 26 aprile 1986. Volodymyr Zelensky accusa Mosca: «Atto terroristico». Il Cremlino: «Provocazione di Kiev».Mentre i negoziati veri e propri non sono ancora cominciati, come ammesso ieri dallo stesso Donald Trump, in Ucraina cresce l’apprensione attorno all’area di Chernobyl, dove un drone lanciato dalle truppe russe nella notte tra giovedì e venerdì, secondo quando accusano le autorità ucraine, ha colpito il tetto dell'ex centrale nucleare e causato un incendio nell’hangar del reattore numero 4, proprio dove avvenne il disastro del 26 aprile 1986.A darne notizia è stata l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, i cui ispettori sul campo hanno riferito di aver udito all’1:50 locale una forte esplosione proveniente dalla struttura chiamata «Nuovo confinamento sicuro» che protegge i resti del reattore 4 e fornito immediatamente rassicurazioni circa i livelli di radiazione, «rimasti entro i limiti normali e stabili» all’interno e all’esterno della zona di esclusione, stabilita 39 anni fa in seguito all’incidente nel raggio di 30 chilometri attorno all’ex centrale. Da Kiev è arrivata prontissima l’accusa nei confronti di Mosca, con il presidente Volodymyr Zelensky che ha parlato di minaccia terroristica: «Il sarcofago protegge il mondo dalle radiazioni del reattore numero 4. L'Ucraina ha costruito questa protezione insieme ad altri Paesi d'Europa e del mondo, insieme all'America. La Russia di oggi è l'unico Stato al mondo che può attaccare tali strutture, occupare il territorio delle centrali nucleari e condurre ostilità senza considerare le conseguenze. E questa è una minaccia terroristica per il mondo intero». Accuse respinte dal Cremlino, con il portavoce Dmitry Peskov che ha negato ogni coinvolgimento russo nell’esplosione e bollato come «provocazione di Kiev» le parole di Zelensky. Il leader di Kiev ha proseguito: «La Russia effettua attacchi di questo tipo ogni notte contro le infrastrutture ucraine e le nostre città. La Russia continua a espandere il suo esercito. La Russia non cambia la sua folle retorica statale antiumana. E questo significa che Putin sicuramente non si sta preparando ai negoziati. Si sta preparando a continuare a ingannare il mondo. Ecco perché abbiamo bisogno della pressione unitaria di tutti coloro che danno valore alla vita: pressione sull'aggressore. La Russia deve assumersi la responsabilità di ciò che fa». Il Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) ha annunciato che dalla Procura è stata aperta un'indagine per verificare l'entità dei danni causati allo scudo protettivo di cemento e ha riferito di aver trovato sul luogo dell'impatto resti di droni del modello Shahed di fabbricazione iraniana e in dotazione all'esercito russo. «Per provocare il massimo danno, questo drone d'attacco era dotato di una testata ad alto potenziale esplosivo», si legge in un post scritto su Telegram dallo Sbu. La costruzione della copertura, conosciuta anche con il nome di «sarcofago», era stata ultimata nel novembre del 1986, per poi essere sostituita nel 2016 da una struttura più resistente alle radiazioni provenienti dall’interno, impedendo di fatto di liberare nell’atmosfera europea una nube composta da cinque tonnellate di polveri radioattive. Nello specifico il sarcofago in acciaio e cemento contiene 30 tonnellate di polvere contaminata, 16 tonnellate di uranio e plutonio e 200 tonnellate di corium, una miscela di acciaio, uranio, grafite e cemento che fusa dal calore si trasforma in un materiale simile alla lava dall’elevato tasso radioattivo. Attaccare questa zona risulta quindi estremamente pericoloso e può essere inoltre funzionale a chi cerca un casus belli.
Eugenia Roccella (Getty Images)
Carlotta Vagnoli (Getty Images)