
La Bce conferma il riacquisto dei titoli e i tassi a zero e lancia un nuovo programma di Tltro: denaro gratis agli istituti. Pur criticando i bilanci aggravati dai debiti, apre a politiche espansive dell'economia.Mario Draghi, stavolta con il sostegno della Germania, è riuscito a chiudere il cerchio. Complice la recessione che allunga le proprie mani sul Vecchio Continente, la Bce ha sfoderato una nuova forma di bazooka che finirà in ogni caso con l'aiutare le nostre banche. Il prolungamento dell'iniezione di liquidità eviterà al comparto bancario di dover accantonare il prossimo anno 240 miliardi di euro. L'effetto sarà un rinforzo dei patrimoni e quindi una maggiore stabilità dell'Italia. Ovviamente, non è un regalo al Paese (Draghi ha puntato il dito sul calo del Pil tricolore) ma una necessità di riavviare uno scudo più ampio che vada dalla Francia fino alle nazione del Nord Europa. L'inflazione, infatti, vacilla per tutti. Le stime sono state tagliate al ribasso. Quest'anno è stata prevista all'1,2%, il prossimo all'1,5% e nel 2021 all'1,6%. L'obiettivo ufficiale che i trattati Ue assegnano all'istituzione è quello di garantire la stabilità dei prezzi, che in termini pratici significa un caro vita inferiore ma vicino al 2%. E ora che il raggiungimento di questo target sembra allontanarsi la Bce aggiusta la rotta. Se fino a oggi escludevano ritocchi fino all'estate, adesso si slitta «almeno fino alla fine del 2019». Ma soprattutto la revisione di tutte le stime ha imposto interventi urgenti e cambi di passo. Il primo rialzo dei tassi di interesse nell'area euro slitta di almeno sei mesi, non arriverà prima di dicembre, e intanto Francoforte riapre i rubinetti delle liquidità alle banche. A fine estate, a settembre, effettuerà il primo di una nuova serie di Tltro, i finanziamenti ultra agevolati di lungo termine, stavolta a 2 anni. E nel frattempo continuerà con il pieno rinnovo dei titoli acquistati nel quantitative easing. Come previsto, l'istituzione guidata da Mario Draghi ha reagito al rallentamento dell'economia con una correzione di rotta sulla politica monetaria. Ma il pacchetto di misure adottate si è spinto oltre quelle che erano le attese prevalenti. Nella conferenza stampa a seguito del Consiglio direttivo Draghi è stato anche più esplicito parlando di dicembre. A quel punto ci sarà l'aggiornamento trimestrale delle stime e un nuovo presidente. Draghi non ha voluto commentare il fatto che completerebbe il suo mandato senza aver mai alzato i tassi. Lo slittamento non ha colto di sorpresa, anzi diversi osservatori avevano ipotizzato anche qualcosa di più netto con un rinvio al 2020. Il presidente ha peraltro riferito che alcuni nel direttorio avevano proposto l'opzione di spingersi fino a marzo 2020. Ma ha anche sottolineato che queste date sono ipotetiche e potrebbero essere ancora modificate. Draghi è però riuscito nella mossa di blindare i primi interventi del suo successore. L'italiano lascerà entro fine anno e il nuovo presidente non potrà fare altro che continuare a pompare liquidità alle banche. Portando avanti una filosofia che ieri è stata lanciata senza remore. Quello che ha stupito gli analisti è stato il varo da subito dei nuovi Tltro, per quanto di durata più limitata (2 anni) e con un tetto «pari a fino il 30% dello stock di prestiti idonei al 28 febbraio 2019». Oltre a meccanismi, ancora da definire, che assicurino l'arrivo di questi fondi nell'economia reale.La Bce ha poi confermato che continuerà a reinvestire integralmente i titoli in scadenza accumulati con il quantitative easing, «per un prolungato periodo di tempo» oltre il primo rialzo dei tassi. Draghi ha rivendicato come questo strumento abbia di fatto un effetto accomodante. «Parliamo di circa 20 miliardi di euro di acquisti al mese per mantenere lo stock di titoli inalterato. E con il debito-Pil dell'area euro complessivamente è in calo tenere questo stock inalterato significa un continuo accomodamento», ha detto. Il perché il direttorio abbia deciso «all'unanimità» questo ammorbidimento è prevalentemente nel quadro economico di notevole moderazione, che si estenderà nell'anno. Il voto a favore della Germania spiega che il prossimo governatore dovrebbe essere Jens Weidmann.È vero che c'è una «crescente incertezza», ha detto ancora Draghi, «ma è anche vero che c'è un netto deterioramento e in queste condizioni restare fermi non è la scelta più appropriata».«In una stanza buia ti muovi a piccoli passi, non corri ma ti muovi», ha spiegato, «devi cercare di essere proattivo, piuttosto che reattivo, a contingenze che altrimenti rischiano di evolversi in situazioni non previste e non desiderabili». Non sono mancati i tradizionali richiami alla disciplina di bilancio. «I Paesi con elevati debiti devono continuare a ripristinare i margini». Tuttavia c'è stata una modifica significativa del linguaggio nella parte in cui la Bce sostanzialmente appoggia la natura «lievemente espansiva» delle politiche economiche e parla del ruolo degli «stabilizzatori automatici», che nelle situazioni di rallentamento significa più spesa. Infine, Draghi ha riconosciuto che la situazione in Italia «è certamente» uno dei «fattori interni» che hanno pesato, assieme a altri, come l'affanno del comparto auto in Germania, nella revisione al ribasso delle previsioni di crescita. Anche se il grosso deriva dalla frenata del commercio globale. Ieri Draghi ha sepolto una volta per tutte l'era dell'austerity.
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