2021-05-11
Draghi convoca la cabina di regia e intanto l’Ue tratta con i turchi
Luciana Lamorgese indice una riunione su Libia e immigrazione, con il premier e i colleghi di Esteri, Trasporti e Difesa. La strategia è appellarsi a Bruxelles, che incensa Ankara. Mr Bce può sparigliare.La stagione dei migranti è ripartita a razzo. Il premier Mario Draghi consapevole dell'urgenza e del rischio di tensioni politiche tra chi indossa felpe diverse (da un lato Enrico Letta pro Ong e dall'altro Matteo Salvini) ha colto al volo il messaggio del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese e ha convocato per questa mattina una riunione sul tema Libia e immigrazione. Già battezzata cabina di regia, termine che di solito non porta grande fortuna, l'incontro vedrà partecipare anche i titolari degli Esteri, dei Trasporti e della Difesa. A menare le danze sarà sicuramente Draghi anche se al momento non trapelano se non poche indiscrezioni. Si tratterà di decidere il riavvio di accordi Ue modello Malta, di definire a priori la ridistribuzione dentro il Continente di chi sbarca e di approntare nuove relazioni con il governo libico e la Guardia costiera di Tripoli. La cabina di regia mira a blindare il più possibile le decisioni dentro la maggioranza. Fa comodo alla Lamorgese che non vorrebbe essere sola a prendere decisioni in caso di ostruzionismo Ue e fa comodo al Pd che cerca una sponda dalla parti di Palazzo Chigi. Le decisioni sono però molto complesse e toccano le relazioni con la Turchia e l'attività dei nostri servizi di intelligence a Tripoli. La presenza del titolare della Difesa Lorenzo Guerini può essere vista come una accelerazione dei rapporti bilaterali non solo nell'addestramento ma anche in una possibile estensione delle missioni militari. Bisogna ricordare, infatti, che ai primi di giugno, è in calendario il decreto missioni. È questo il momento giusto per rilanciare fondi e investimenti nella sponda meridionale del Mediterraneo. Nel frattempo c'è stata una telefonata tra il nostro ministro dell'Interno e Ylva Johansson, il commissario europeo per gli Affari interni. Quest'ultima ha ringraziato l'Italia e ne ha riconosciuto l'impegno con i flussi migratori. Johansson ha ribadito che l'Europa dovrebbe essere più solidale con il nostro Paese. La titolare del Viminale ha risposto che il miglior gesto di solidarietà, soprattutto in vista dell'estate, sarebbe un meccanismo temporaneo di gestione dell'immigrazione tra gli Stati più grandi - Francia, Germania, Spagna e Portogallo in primis - per il ricollocamento in attesa della definizione del patto su immigrazione e asilo. Parole di rito e al momento senza alcuna sostanza concreta. Sarebbe infatti «un meccanismo temporaneo di solidarietà». Buffo, se si immagina che la stessa Johansson è di ritorno da un viaggio ad Ankara dove su spinta tedesca ha lavorato per rinnovare l'accordo migratorio firmato nel 2016 con Recepp Erdogan. «La dichiarazione Ue-Turchia è ancora valida ed è importante che si raggiungano i risultati», ha detto il commissario nel punto stampa con l'Alto commissario Onu per i rifugiati (Unhcr), Filippo Grandi, ribadendo che «ci aspettiamo che la Turchia impedisca le partenze e riprenda i ritorni dalla Grecia così come stabilito dalla dichiarazione». La sponda è arrivata dal'Onu che ha addirittura incensato il ruolo di Erdogan. «Pensiamo anche che sia importante che l'Ue continui a sostenere la Turchia nell'accoglienza di rifugiati. La Turchia è il maggiore Paese che accoglie rifugiati al mondo», ha concluso il rappresentante Unhcr. Una posizione che confligge in pieno con quella italiana. Non a caso nella cabina di regia odierna sarà importante avere il parere della nostra intelligence costantemente presente sul territorio libico. I rapporti con il nuovo governo di Tripoli si dovranno basare su tre pilastri: economico, energetico e militare. Toccherà all'intelligence suggerire come dosare le percentuali nei rapporti e nel conflitto patente tra Turchia, Russia, Francia e Italia. Il tutto cade in un momento delicato. Il governo si appresta a rinnovare il vertice dell'Aisi, ma da tempo si vocifera di un cambio di passo al Dis, dove Gennaro Vecchione potrebbe essere sostituito. A pesare ci sono di nuovo le tensioni dentro la maggioranza e la composizione del Copasir, comitato parlamentare per la sicurezza, ancora spaccato tra Lega e Fratelli d'Italia. Questa settimana è atteso in audizione lo stesso Vecchione, il quale oltre al tema Renzi-Mancini potrà essere interrogato sul recente scontro tra la guardia costiera libica e un peschereccio di Mazara del Vallo. Ieri di nuovo una nave siciliana ha di nuovo «sforato» in Zona di protezione pesca libica. Nell'area c'è un'unità della Marina militare pronta ad intervenire ed anche navi turche. L'Europa, la Libia, la Tunisia. Le porte a cui bussare sono sempre le stesse, quando si vuole affrontare il problema dei flussi migratori. Ma con scarsi risultati, per ora. Ecco perché, pragmaticamente, la titolare del Viminale ha coinvolto Draghi e gli altri colleghi. La speranza è che Mister Bce affronti il problema secondo lo stesso schema. Vedremo quale leva riuscirà a mettere in campo per lasciare la Germania sola e scoprire il gioco utilitaristico che sta portando avanti con la Turchia.