2024-11-08
Il cliente top della banda dei dossier era un imprenditore del Superbonus
Il manager avrebbe fatto pedinare un dirigente di Jp Morgan, controllare aziende e spiare ossessivamente una sua dipendente. E in una intercettazione spunta il nome dell’ex ad dell’«Unità» Guido Stefanelli.Il cliente «gold» della Equalize, l’agenzia investigativa milanese che impiegava tecniche invasive e, per gli inquirenti, «illegali», per raccogliere informazioni, era Lorenzo Sbraccia, presidente del Cda della Fenice Srl, azienda che tra i suoi business annovera il settore dei bonus per le ristrutturazioni, e con ruoli e partecipazioni quasi esclusivamente in società attive nel settore immobiliare e della costruzione di edifici. A leggere gli atti dell’inchiesta della Procura di Milano Sbraccia appare come un uomo ossessionato dall’idea di acquisire informazioni riservate da sfruttare per proteggere i propri affari, ma anche per soddisfare qualche morbosa curiosità personale. A conti fatti avrebbe investito nei servizi offerti dalla Equalize poco più di 1 milione di euro. Per l’imprenditore, che è indagato, i pm avevano chiesto la custodia cautelare in carcere, ma il gip l’ha rigettata. Questo, però, non sminuisce la rilevanza del suo ruolo all’interno dell’intrigo con al centro la Equalize. Soprattutto perché dimostra i vari campi in cui la società operava. E, per le cifre sborsate, anche l’importanza che i clienti attribuivano ai servizi d’intelligence che poteva fornire. Le attività di Equalize, infatti, non si sarebbero limitate alle ricerche informative nelle segretissime banche dati delle Forze dell’ordine e dell’anagrafe tributaria, ma hanno incluso pedinamenti e registrazioni clandestine, come quella che ha riguardato, per conto di Sbraccia, il capo italiano della finanza strutturata di Jp Morgan Alessandro Gatto. Una conversazione intercettata sembra dimostrare quanto erano disposti a spingersi oltre quelli della Equalize. Gli operatori sul campo, incaricati di monitorare Gatto, a un certo punto hanno paura di essere notati durante una delle attività di pedinamento in un ristorante: «Carmine, vogliamo sputtanarci? Vuoi che vado a dirgli anche “buongiorno, sono qua che ti devo registrare?”». Quel Carmine è Gallo, l’ex superpoliziotto passato all’intelligence privata e finito ai domiciliari. Le registrazioni raccolte, sempre secondo quanto emerge dalle indagini, avrebbero rivelato conversazioni riservate su investimenti e manovre finanziarie. A Sbraccia, però, interessa particolarmente la donna che dovrà incontrare Gatto e che a suo dire rappresenterebbe un’opportunità per risolvere un suo problema legato alla concorrenza: «Se arriva lei è bingo», dice indicando che la presenza della donna eliminerà una minaccia competitiva. In realtà, però, come vedremo in seguito, quella donna gli interesserebbe per ragioni strettamente private. Ma il banchiere di Jp Morgan non è l’unico inseguito dagli sgherri di Gallo. Dall’anagrafe nazionale della popolazione residente, per esempio, viene ricercata la famiglia Motterlini. Le ricerche, però, poi si sarebbero estese alla loro azienda e ai fornitori. Come per la Elpida Srl. E dopo una intercettazione nella quale Sbraccia appare incattivito con Enrico Pazzali, il socio di maggioranza della Equalize, per un presunto rapporto tra questi e Guido Stefanelli, l’ex amministratore delegato della società che editava il quotidiano l’Unità («No, è una merda Finmeccanica… però capito… poi c’ha rapporti con Stefanelli… Siccome Stefanelli conosce anche Legnini e sinceramente, io non so perché, ma questo Pazzali fa un po’ paura, cioè nel senso, deve essere uno abbastanza agganciato!»), nei sistemi informatici della Equalize compare una ricerca con quel nome. Coincidenza: tra le cartelle che gli inquirenti definiscono «di grande interesse investigativo» ce n’è una su Stefanelli. Ma per Sbraccia la Equalize avrebbe eseguito anche attività d’intercettazione telefonica mediante il «positiong», nonché attività di monitoraggio e protezione da eventuali investigazioni dell’autorità giudiziaria tramite l’individuazione di Segnalazioni di operazioni sospette e la loro «neutralizzazione». Proprio delle Sos parla Sbraccia durante una conversazione intercettata: «Tu mi dici che Fucino continuava a fare Sos, io c’ho un atteggiamento che mi danneggia lavorativamente... capisci? Perché magari non lavoro con lui, mi devo andare a raccomandare e aprire un conto in Montepaschi... e mi crea problemi... sì ti ho detto delle inesattezze, ho provato a difendermi dicendo che era una Sos, non era una Sos, a Brindisi sono andato per i cazzi miei, non sono andato per parlare di Jacobini». E qui si innesca una faccenda che sembra sfociare nel personale. Jacobini, si è scoperto, è Gianluca Jacobini, l’ex condirettore generale della Banca popolare di Bari, a processo con l’accusa di aver contribuito a mandarla a gambe all’aria. A telefono con Gallo, Sbraccia chiede espressamente di controllare la moglie dell’ex manager della Popolare barese: «Provi a localizzarmi lei per favore?». Gli investigatori l’hanno identificata in Amalia Alicino, ingegnere, ex dipendente della Popolare di Bari finita poi alle dipendenze della Fenice Srl di Sbraccia. E richiede le localizzazioni a orari precisi: «Ciao, senti se ci riesce, poi mi dici pure se c’ha un... o quello che è, riesci a farne una di adesso e una delle 21.45?». Gallo risponde: «Va bene, va bene, te le faccio fare!». Le richieste di Sbraccia diventano sempre più insistenti. E Gallo a un certo punto esprime le sue difficoltà, definendo quelle captazioni come «molto, molto, molto invasive». Poi, però, proprio su Amalia soddisfa le richieste del cliente. «Gli abbiamo fatto un Bingo! Gli ho mandato io la localizzazione di quella lì, di Amalia». Gallo conferma che Sbraccia è rimasto soddisfatto del servizio, essendo riuscito a sapere che «lei è a Bari». Le richieste però sarebbero diventate davvero «ossessive». E Gallo si lamenta con un collaboratore, perché Sbraccia gli avrebbe chiesto di monitorare la donna «ogni ora». La risposta è sarcastica: «C’è qualcosa che non gli funziona in testa...». E tra gli incontri monitorati c’è proprio quello tra Amalia e il banchiere Gatto: «C’ho tutta la registrazione audio dei discorsi... e si sente molto bene», riferisce un collaboratore della Equalize. E alla fine l’imprenditore dalla torre di ossessioni per la sua dipendente può finalmente esultare per il «Bingo!».
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)
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