2024-01-24
Donne in ostaggio, gli orrori di Hamas: «Le stuprano vestite da bambole»
Aviva Siegel, ex ostaggio e testimone delle violenze di Hamas sulle donne rapite (Ansa)
Offerta una tregua di due mesi ai terroristi, che però rifiutano. Antonio Tajani: «La soluzione più efficace è due popoli e due Stati».Abusi, violenze, umiliazioni. Sono donne, ma anche uomini, gli ostaggi costretti a subire tutto questo dai terroristi di Hamas. Lasciano attoniti i racconti di chi è stato rilasciato. Una commissione della Knesset ha raccolto le dichiarazioni di due donne liberate durante la tregua di fine novembre. «I terroristi portavano vestiti da bambole alle ragazze», ha raccontato Aviva Siegel, 64 anni. «Hanno trasformato le ragazze nelle loro bambole, di loro possono fare quello che vogliono». La raccapricciante testimonianza, diffusa da Times of Israel, è stata confermata anche da un’altra donna, ex ostaggio anche lei e presente all’audizione, Chen Goldstein Almog: «Molte ragazze non hanno avuto il ciclo. Dovremmo pregare: Dio non voglia che rimangano incinte». Infine Aviva Siegel ha aggiunto: «Pure ai ragazzi toccano queste cose». Anche per questo l’obiettivo numero uno di Israele resta la liberazione degli ostaggi rimasti nelle mani di Hamas. Gerusalemme ieri gli ha fatto arrivare un’ennesima proposta: due mesi di tregua in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi ancora detenuti a Gaza. L’offerta non prevede la fine del conflitto, certo, ma due mesi di tregua consentirebbero alla popolazione palestinese, ormai allo stremo, di recuperare un po’. Ad Hamas però evidentemente non interessa perché, dopo appena poche ore, ha fatto sapere all’Egitto - che ha agito da tramite - di rifiutare la proposta israeliana. Nel quadro di un accordo di cessate il fuoco più ampio, inoltre, secondo la Cnn, ci sarebbe la proposta del capo del Mossad, David Barnea, che propone che i leader di Hamas vengano esiliati dalla Striscia. Barnea avrebbe sollevato l’idea durante un incontro a Varsavia il mese scorso con il direttore della Cia, Bill Burns, e il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, con il segretario di Stato americano Antony Blinken che ha nuovamente lanciato l’ipotesi mentre si trovava a Doha all’inizio di questo mese. Il premier del Qatar avrebbe spiegato a Blinken che l’idea «non funzionerebbe mai», poiché Hamas non crede che Israele fermerà le operazioni militari a Gaza dopo che i leader del gruppo terroristico avranno lasciato l’enclave. Eppure gli Usa sono d’accordo con il Mossad: «Il futuro di Gaza non può includere i leader di Hamas», ha chiarito il portavoce del consiglio alla sicurezza nazionale, John Kirby. Intanto il campo la battaglia si fa sempre più feroce. Sono 21 i soldati israeliani morti a Gaza nel bilancio delle ultime 24 ore. Il numero più alto dall’inizio del conflitto, numeri a cui l’Idf, l’esercito conosciuto per essere il più preparato al mondo, non è abituato. «La maggior parte di loro», ha spiegato il portavoce Daniel Hagari, «sono stati uccisi dall’esplosione di un razzo che ha colpito un deposito e un edificio precedentemente minati dall’esercito per demolirli. Altri sono morti nell’esplosione di un carro armato, colpito da un razzo Rpg sparato dai miliziani di Hamas, la cui deflagrazione ha provocato a sua volta l’esplosione delle mine e il crollo dei palazzi minati dall’esercito». Il ministro della Difesa di Israele, Yoav Gallant, ha espresso le sue condoglianze alle famiglie dei soldati uccisi, così come il premier Bibi Netanyahu, che ha detto: «Abbiamo vissuto uno dei giorni più pesanti dall’inizio del conflitto, ma non smetteremo di combattere fino alla vittoria totale». E la vittoria di Israele non può che passare per la conquista di Khan Yunis. Lì l’Idf ritiene che si nasconda il leader dei terroristi, Yahya Sinwar, protetto da decine di ostaggi ridotti letteralmente a scudi umani. Nelle ultime ore le truppe di terra israeliane si sono impegnate in combattimenti ravvicinati e hanno diretto attacchi aerei eliminando decine di terroristi. Inoltre, per evitare una strage di civili, hanno chiesto ai residenti di sei rioni a Ovest della città di evacuare verso «la zona umanitaria» di Moassi sul mare, «attraverso Al-Bahar Street». L’invito, hanno fatto sapere, è «per la sicurezza dei residenti». Lo scambio di fuoco rimane intenso anche sul fronte libanese. Israele ha bombardato con artiglieria e raid aerei postazioni di Hezbollah nel Sud del Libano e almeno 12 razzi del gruppo libanese sono stati sparati verso la base dell’aviazione militare sul monte Meron, in Galilea. Vista l’escalation, sia Netanyahu che Gallant hanno raggiunto il confine insieme al ministro Benny Gantz: «Non vogliamo una guerra, mi siamo pronti ad affrontare ogni situazione che potrebbe svilupparsi nel Nord». La linea dell’Italia sulla guerra resta chiara: «Due popoli, due Stati, la risposta più efficace alla violenza efferata di Hamas», ripete ancora una volta il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che oggi e domani si recherà nuovamente in Libano e poi in Israele. La preoccupazione internazionale resta alta anche sul piano dei possibili attacchi terroristici in Occidente. Secondo un’inchiesta della Bbc, i Guardiani della rivoluzione iraniani starebbero radicalizzando gli studenti delle università britanniche. In alcuni eventi pubblici e online sponsorizzati da enti di beneficenza islamici si grida «morte a Israele» e si indottrinano i giovani a ribellarsi: «Le università sono il fronte della battaglia, dovete diventare “ufficiali della soft-war”». Ci sono almeno tre video che lo provano, sul caso indaga la Charity commission.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.