Disturbi alimentari e nutrizione nello sport: Fgi e Auxologico Irccs insieme per promuovere ricerca e prevenzione
La Federazione ginnastica d’Italia e Fondazione Auxologico Irccs uniscono le loro forze nel progetto I disturbi alimentari e della nutrizione (Dan) nello sport con lo scopo di studiare i fattori che possono causare lo sviluppo di queste patologie negli atleti.
Gli obiettivi sono molteplici: oltre a ridurre il rischio della loro insorgenza nelle ginnaste e nei ginnasti, la partnership intende approfondire i motivi che portano alcuni sportivi sottoposti a un’intensa attività fisica e a regole alimentari rigide, a soffrire di Dan.
Le attività di prevenzione, che saranno svolte in coordinamento con gli allenatori e i medici della Federazione, contribuiranno a individuare i fattori di rischio riducendoli al minimo grazie a interventi puntuali e mirati. «Questa partnership è fondamentale perché ci consentirà di svolgere un’attività di ricerca col fine di comprendere meglio il legame tra lo sport e la spinta alla performance con le fragilità emotive che finiscono per sfociare in disturbi del comportamento alimentare. Il progetto doterà sia la Federazione che l’Auxologico di un serie di informazioni che potranno essere utili per affrontare in modo più efficace il grande fenomeno dei Dan e dell’attività motoria, che è per noi uno dei temi più importanti dal punto di vista scientifico», dichiara il dottor Leonardo Mendolicchio, Responsabile U.O.C. Riabilitazione Dan di Auxologico.
«Siamo orgogliosi di collaborare con una struttura ospedaliera, convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale, riconosciuta come punto di riferimento e di eccellenza, specializzata nella ricerca, cura e riabilitazione di malattie metaboliche come l’obesità, disturbi del comportamento alimentare, disordini della crescita e malattie neurologiche» - ha aggiunto il presidente Fgi Gherardo Tecchi - «Un’istituzione come la Federazione ginnastica d’Italia ha il dovere di affrontare le sfide che le si pongono davanti con professionalità, cercando la collaborazione di esperti che sanno trattare materie così delicate, e lo ha fatto con prontezza, senza mai minimizzare, al contrario impiegando tutte le proprie risorse per debellare un problema che affonda le sue radici in un diffuso malessere sociale. Il nostro è un movimento meraviglioso, le nostre società sono sane e la ginnastica è benessere. Sono felice che nella nostra famiglia entri l’Auxologico che ci fornirà assistenza per curare forse uno dei mali del secolo».
La partnership tra due enti così importanti è un segnale fondamentale per un tema di sanità pubblica molto attuale e, come afferma l’ingegnere Emanuele Fresa, Direttore di Area Piemonte di Auxologico: «Auxologico è pubblicamente e scientificamente riconosciuto come uno tra i più importanti poli sanitari d’Italia ad occuparsi di disturbi alimentari e metterà a disposizione della Federazione Ginnastica Italiana tutte le sue competenze cliniche, scientifiche e organizzative per dare il massimo supporto allo sport e agli atleti».
L’iniziativa ha un respiro che travalica i confini dello sport. I dati che emergeranno potranno infatti essere utilizzati per aiutare i più giovani a uscire dal tunnel dei disturbi alimentari: «Saremo in grado di assistere meglio la fascia degli adolescenti fragili che in certi contesti possono arrivare a esprimere il loro disagio e le loro sofferenze attraverso i Dan. Grazie alla collaborazione con la Federazione Ginnastica possiamo finalmente impegnarci in un importante lavoro di prevenzione su un tema di stringente attualità» conclude Mendolicchio.
Sono proprio gli adolescenti, in modo particolare le ragazze, a soffrire maggiormente di disturbi alimentari: l’incidenza di anoressia e bulimia è aumentata del 45% per effetto della pandemia, con un picco soprattutto tra i giovanissimi tra i 12 e i 17 anni di età, colpiti fino a quattro volte di più rispetto al periodo pre-Covid a causa dell’isolamento sociale. Al contempo, è diminuita del 22% l’offerta di assistenza. Prima del Covid, infine, i morti annui in Italia per disturbi alimentari si aggiravano intorno ai 3.000 l’anno, un numero già elevatissimo, mentre nel 2020 sono stati ben 5.000.