2018-10-16
Disservizi e rete con poca copertura, pronta la class action contro Iliad
In regioni come Lombardia, Lazio, Piemonte e Sicilia il 3G fa le bizze, mentre i clienti lamentano difficoltà a contattare i call center. Ivano Giacomelli (Codici): «Ci rivolgiamo all'Agcom per ottenere gli indennizzi. Non vorremmo che l'azienda stia ripercorrendo le tappe di chi, in passato, ha provocato disagi e danni agli utenti».Disservizi sulla linea e difficoltà per gli utenti a mettersi in contatto con l'azienda: non è iniziato sotto i migliori auspici l'autunno per Iliad, la compagnia telefonica del francese Xavier Niel, sbarcata a inizio estate in Italia con offerte super concorrenziali. Ai primi di ottobre, in particolare, diversi utenti di Iliad hanno segnalato problemi nel servizio su gran parte del territorio nazionale, tanto che l'associazione dei consumatori Codici ha annunciato di essere pronta ad avviare una class action. A livello territoriale, ha fatto sapere il segretario nazionale dell'associazione, Ivano Giacomelli, «le zone più colpite sono Lazio, in particolare Roma, Lombardia e Piemonte, ma ci sono stati problemi anche al Sud, specie in Sicilia. In alcuni casi gli utenti non sono riusciti a effettuare chiamate, in molti altri si sono dovuti trasformare in tecnici per modificare le impostazioni del proprio smartphone, così da poter accedere al traffico dati. Se questa è la rivoluzione tanto strombazzata da Iliad nelle sue campagne pubblicitarie», ha aggiunto Giacomelli, «allora siamo messi proprio male. Non vorremmo che l'azienda stia ripercorrendo le tappe di chi, in passato, ha provocato disagi e danni agli utenti. Quel che è certo è che noi non resteremo a guardare: stiamo monitorando la situazione e siamo pronti anche ad avviare una class action per il risarcimento dei danni subiti dai clienti». Come ha precisato l'associazione alla Verità, «l'oggetto (della class action) verte sui disservizi dovuti alla rete 3G in tutta Italia. Per almeno due giorni la rete internet non ha funzionato, mentre alcuni clienti hanno segnalato problemi anche sul traffico voce». Non solo: a Codici sono arrivate anche segnalazioni relative a «difficoltà a ricevere un riscontro dall'azienda dopo aver fatto presente il problema. Alcuni utenti ci hanno fatto sapere di aver ricevuto risposte vaghe, non specifiche e non esaustive: questo li ha portati a rivolgersi a noi». E in questi giorni l'associazione sta raccogliendo le sottoscrizioni per l'azione legale. «Alla base della class action c'è il disservizio diffuso, non limitato a livello locale, ma presente su scala nazionale: gli step prevedono una sottoscrizione da parte degli utenti e poi la comunicazione ad Agcom e all'operatore interessato. Il nostro obiettivo», ha fatto sapere ancora l'associazione, «è sempre ottenere il miglior risultato possibile per l'utente. Per questo chiederemo sicuramente un indennizzo, ed eventualmente, in base alla tipologia dei disagi subiti, un risarcimento. La differenza sta nel fatto che l'indennizzo deve essere erogato, in presenza di un disservizio accertato, in modo automatico, senza bisogno di fare richiesta. Il risarcimento è invece legato ai danni correlati a questi disservizi, ad esempio se una ditta subisce perdite o rallentamenti alla sua attività per colpa del malfunzionamento della rete. In questi casi va quantificato il danno economico subito». Da parte sua, Iliad Italia ha confermato alla Verità di aver «riscontrato alcuni problemi di rete che hanno interessato zone circoscritte in Italia», problemi che la compagnia ha definito «in via di risoluzione», dicendosi «disponibile al dialogo con tutte le associazioni che vogliano mettersi in contatto con noi».A penalizzare la società francese, come notano vari esperti del settore, è proprio la scarsa affidabilità della connessione di rete: allo stato attuale, Iliad si avvale dell'infrastruttura di rete Wind Tre e nei mesi scorsi sono circolate numerose indiscrezioni su un possibile futuro accordo con Inwit, la compagnia di torri sotto il controllo di Telecom Italia. Voci che Iliad Italia non ha confermato: alla Verità la compagnia ha spiegato invece di aver avviato la realizzazione di una propria infrastruttura di rete, senza fornire dettagli su eventuali partnership. «Iliad è un operatore infrastrutturato (Mno) che quindi si distingue da quelli virtuali, che si appoggiano su altre reti (Mvno). Stiamo lavorando in tutta Italia per implementare la nostra struttura di rete e fornire un servizio sempre migliore agli utenti».La nuova rete potrebbe essere la chiave per limitare i disservizi e consolidare la posizione di Iliad in Italia: puntando su offerte molto convenienti - l'attuale propone minuti illimitati in Italia e in altri 60 Paesi, e 50Gb di traffico dati più 4 Gb in Europa a 7,99 euro - la low cost francese ha infatti conquistato una buona fetta di clienti, costringendo anche i concorrenti a livellare i prezzi verso il basso. Il tema è quanto una low cost sia affidabile in termini di servizio e di assistenza commerciale? Nella relazione semestrale sulla prima parte dell'anno, che tiene conto dei primi mesi di attività nel nostro Paese, la compagnia ha fatto sapere di aver raggiunto, dopo tre mesi, 1,5 milioni di clienti e generato in un solo mese ricavi per 9 milioni di euro, a fronte però di un ebitda (utile prima delle imposte, ndr) negativo per 28 milioni di euro, su cui pesano i costi dell'accordo di roaming nazionale e i cospicui investimenti per il marketing e la pubblicità, indispensabili per lanciare il nuovo brand nel nostro Paese.Si tratta però di un mercato veloce e dinamico. I clienti arrivano velocemente ma anche se ne vanno se non trovano garanzie.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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