2021-11-16
Con la litania dei «dipende da voi» scaricano le loro colpe sugli italiani
L'ex commissario straordinario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri (Ansa)
Da Roberto Speranza alle virostar, non si ferma la gara ad addossare ai cittadini le responsabilità di eventuali disagi a Natale. Come se, tra mascherine farlocche e pasticci sui vaccini, chi governa non avesse combinato disastri.Come sarà il Natale? «Dipende da noi», dice il ministro Roberto Speranza. Anzi di più: «Dipende tutto da noi». «Il Natale? Dipende da noi», dichiara il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. «Il Natale dipende da noi», ripetono i virologi a microfoni unificati. «Il Natale dipende da noi», rilanciano le tv, i giornali, i talk show. E alla fine uno comincia quasi a crederci, un po' come quando all'inizio della pandemia facevano passare l'idea che fosse tutta colpa di quei due disgraziati che andavano a fare footing sulla spiaggia o una passeggiata con il cane. Oggi ci siamo di nuovo: hai un dubbio sui vaccini al bebè? Ecco lì: sei colpevole del Natale rovinato per milioni di italiani. Sospetti che il green pass non sia uno strumento sanitario? Allora ti carichi sulle spalle l'abolizione del cenone di Capodanno. Non sei del tutto convinto sulla terza dose? Risponderai del fallimento dello shopping e delle sciate in montagna. Il concetto è chiaro: o segui come una marionetta i diktat del nuovo credo sanitario o sarai ritenuto responsabile di tutte le disgrazie prossime venture. A cominciare dalla cancellazione del 25 dicembre. Avanti di questo passo, infatti, tra un po' vedremo Speranza in versione clerico papale ammonire i fedeli dal pulpito del sacrestano Fabio Fazio: «Se non vi fate la terza dose, quest'anno Gesù Bambino non nasce. E i Re Magi andranno a omaggiare il Salvatore su Plutone». Sinceramente non capisco. Sono ormai quasi due anni che ci menano il torrone dicendo che quella contro il Covid è una guerra. E va beh. Ma se è vero, scusate, come può una guerra dipendere da noi che ne siamo le vittime? È un po' come se gli storici dicessero che l'eccesso di morti civili durante i bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale sono stati colpa di chi non si è riparato per tempo nei rifugi anti aerei. Per carità: magari qualche gesto sconsiderato ci sarà pur stato. Ma si può addossare loro la colpa della distruzione? Allo stesso modo: si può addossare ai cittadini la colpa del Covid? Fateci caso: la metafora della guerra viene usata come un argine per fermare qualsiasi critica alle scelte del governo («il nemico è il Covid, non gli strumenti per combatterlo», ha detto il presidente Sergio Mattarella). La medesima metafora però non vale per fermare la colpevolizzazione degli italiani che per altro si sono sempre comportati in modo eccellente e rigoroso (salvo poche eccezioni). E infatti né il presidente della Repubblica né nessun altro oggi di fronte all'ennesimo «dipende da noi» interviene per puntualizzare che «il nemico è il Covid, non i cittadini italiani»? Ma perché? Sono cattolico, sono cresciuto con il concetto di colpa sempre ben fisso in testa, so che cos'è il peccato originale e ci faccio i conti quotidianamente. Ma dallo Stato vorrei un comportamento un po' diverso dalle suore dell'oratorio di 50 anni fa. Vorrei uno Stato laico. Che non miri alla colpevolizzazione dei cittadini. Anche perché ho la vaga idea che questa colpevolizzazione serva soltanto a coprire le mancanze di altri. Ma sì, insomma: siamo entrati nell'emergenza senza piano pandemico e poi ci avete detto che tutto dipendeva da noi; avete organizzato aperitivi con i cinesi e poi ci avete detto che tutto dipendeva da noi; avete regalato mascherine a Pechino quando noi eravamo senza e poi ci avete detto che tutto dipendeva da noi; avete messo lì Domenico Arcuri a comprare e distribuire materiali farlocchi e poi avete detto che tutto dipendeva da noi; avete fatto pasticci sui vaccini, Astrazeneca e dintorni, e poi avete detto che tutto dipendeva da noi; non avete fatto una mazza sulle cure domiciliari e poi avete detto che tutto dipendeva da noi; avete ritardato colpevolmente e ora lasciate ammuffire i farmaci monoclonali (quando non li regalate alla Romania) e poi dite che tutto dipende da noi; vi siete inventati uno strumento come il green pass, così severo come non esiste al mondo, poi vi accorgete che non serve e dite che tutto dipende da noi… Vado avanti? Potremmo continuare all'infinito. Anzi penso che i lettori della Verità, che sono stati puntualmente informati su quello che è successo durante la pandemia (tra i pochi fortunati, oserei dire), potrebbero compilare una loro personale lista di cose che non sono dipese da noi. Praticamente tutto. E perciò adesso sentirsi dire di nuovo, che tutto dipende da noi mi fa andare ai pazzi. Ma ormai, in questo clima malato che si sta cristallizzando, sembra tutto normale. Anche prolungare le emergenze e dire che dipende dagli italiani. Anche sbagliare tutto e colpevolizzare i cittadini che non hanno sbagliato niente. Anche avere la nostra salute nelle mani di un uomo che un anno scriveva libri per celebrare i suoi inesistenti successi e ora dice che gli eventuali insuccessi dipendono da noi. Senza rendersi conto che non può essere così. Perché se tutto davvero dipendesse da noi, caro ministro Speranza, la prima cosa certa è che lei non sarebbe più lì.