2024-11-10
Diktat ai cattolici dalla Corte iberica
Cándido Conde-Pumpido (Getty Images)
Il Tribunale costituzionale impone di accogliere le donne a una confraternita religiosa riservata agli uomini dal 1659. Lotta alla discriminazione oppure indebita ingerenza?I socialisti spagnoli allungano le mani anche sulle associazioni religiose private. Il 4 novembre, il Tribunal constitucional (Tc), l’organo di giustizia costituzionale, ha accolto il ricorso di una donna che vuole a tutti costi entrare in una congregazione, maschile per statuto. Non vi è alcun impedimento canonico a promuovere la costituzione di nuove confraternite composte da uomini e donne o solo da donne, affermava nel dicembre del 2021 la Corte suprema, dando ragione alle motivazioni addotte dalla Pontificia, real y venerable esclavitud del Santísimo Cristo de La Laguna di Tenerife, alle Canarie. Un'associazione pubblica di fedeli, dal 1659 solo uomini, soggetta alle norme del diritto canonico. Costituita per promuovere tra i suoi membri una vita cristiana, l’esercizio delle opere di pietà evangelica e l’incremento della devozione al Santo Cristo de la Laguna, una delle immagini più venerate dell’isola di Tenerife.Per il Tribunal constitucional, invece, è stato violato il diritto alla non discriminazione basata sul sesso e il diritto di associazione. Curiosamente, il paladino di tali diritti nonché presidente del Tc è Cándido Conde-Pumpido, che sempre si mostrò contrario a considerare incostituzionali diversi passaggi dello stato di allarme dettato dall’esecutivo di Pedro Sánchez durante la pandemia di Covid. Magistrato dell’ala progressista, Conde-Pumpido è stato dal 2004 al 2011 procuratore generale dello Stato su proposta del governo del socialista José Luis Rodríguez Zapatero. Da sempre vicino al Psoe, d’accordo anche sulla legge che permette alle minorenni di abortire senza avvisare la famiglia, non gli sarà sembrato vero di violare la libertà religiosa di un’associazione di fedeli. «È una discriminazione fondata sul genere», sentenziano i giudici progressisti che fanno capo a Conde-Pumpido. Non puoi impedire che un uomo che rifiuta il suo sesso biologico decida di usare il bagno delle donne, non puoi fare una congregazione tutta al femminile o tutta al maschile. Il caso era nato dalla protesta di María Teresita Laborda Sanz, che a nome di 35 donne chiedeva dal 2008 l’ammissione all’associazione e al Vescovado. Nel 2018 fece causa alla Venerable Esclavitud e a marzo 2020 il giudice Gabriela Reverón, a capo del Tribunale di prima istanza di Santa Cruz de Tenerife, annullò l’esclusione delle donne per violazione dei diritti fondamentali di uguaglianza e di associazione. Decisione poi omologata dal Tribunale provinciale. L’associazione fece ricorso e nel dicembre del 2021 la Corte suprema l’aveva accolta respingendo la causa di Teresita e compagne. Per i giudici, le attività e le finalità della Venerable esclavitud «sono strettamente ed esclusivamente religiose», separate da qualsiasi connotazione economica, professionale o lavorativa. Le loro manifestazioni pubbliche e festive «sono tutelate dal diritto fondamentale alla libertà di religione e di culto». Coloro che ne fanno parte svolgono un impegno responsabile a servizio della Chiesa e se occupano incarichi nel comitato direttivo non devono far parte di partiti, organizzazioni sindacali, tantomeno occupare posti di governo. Vogliono dare «testimonianza di una vita cristiana esemplare, sia in famiglia sia nella comunità». La sentenza della Corte suprema ricordava che la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali stabilisce che la libertà religiosa non può essere soggetta a restrizioni maggiori di quelle previste «per la pubblica sicurezza, la tutela dell’ordine pubblico, della salute o della morale, o la tutela dei diritti o delle libertà di altri». Inoltre, evidenziava come la Corte Edu abbia stabilito che «il principio di autonomia religiosa vieta allo Stato di obbligare una comunità religiosa ad ammettere o escludere un individuo o ad affidargli qualsiasi responsabilità religiosa». Niente da fare, i giudici progressisti del Tc hanno fatto carta straccia di quella sentenza. Si tratta di discriminazione basata sul genere, il nuovo mostro da annientare.