2022-07-11
Incendi: «Dietro alcuni disastri si celano gruppi criminali e prostituzione»
Il colonnello Marco Di Fonzo (Ansa)
Il colonnello Marco Di Fonzo: «Una forma di intimidazione sulle ragazze che si sottraggono allo sfruttamento. Più di 40 le cause alla base delle fiamme nei boschi. Nel 2021 sono state denunciate 447 persone e 39 arrestate».«Gli incendi hanno molteplici cause, con differenze tra Regioni e persino tra Comuni. Possono essere causati dall’azione di associazioni malavitose o da forme di bracconaggio. O sono le conseguenze di liti tra vicini o semplicemente nascono da un barbecue lasciato incustodito. Poi ci sono le forme di vandalismo. Le cause sono assolutamente marginali, non raggiungono il 2% del totale degli eventi. C’è sempre la mano dell’uomo dietro a un incendio e c’è l’incuria del territorio». Il colonnello Marco Di Fonzo, comandante del Nucleo informativo antincendio boschivo del comando carabinieri tutela forestale rivela che sono state individuate più di 40 cause alla base degli incendi boschivi. L’azione di contrasto è serrata. Nel 2021 sono state denunciate 447 persone e 39 arrestate. L’emergenza incendi è legata a filo doppio alla siccità. Cosa accade nei boschi?«Le alte temperature mettono sotto stress i boschi, il caldo favorisce l’evaporazione e la siccità prolungata mette le piante in una sorta di “ibernazione”, cioè le funzioni scendono al minimo vitale. In questa condizione la vegetazione basta che sia lambita dal fuoco, che brucia immediatamente. A partire dagli anni Sessanta c’è stato un progressivo spopolamento delle aree montane appenniniche, le foreste si sono espanse, ma l’incuria è aumentata. Il sottobosco è cresciuto in maniera disordinata e spesso è diventato impenetrabile. Ed è lì che il fuoco attecchisce propagandosi a grande velocità e con notevole estensione».Quali sono le cause più frequenti degli incendi?«Ci sono cause colpose e dolose. Tra le cause colpose molte sono riconducibili ad attività agricole. Diversi fuochi scaturiscono da pratiche arcaiche della pastorizia. Si bruciano le aree a pascolo cosicché si abbia un rinnovamento del cotico erboso. Poi ci sono comportamenti legati alla pressione turistica. Le attività all’aperto con picnic senza le dovute accortezze sono un fattore di rischio. C’è il fenomeno dei fuochi delle discariche abusive. Non va sottovalutato l’utilizzo improvvido delle cosiddette “lanterne cinesi”, a uso celebrativo, lanciate lungo le coste che possono rientrare nell’entroterra, con la candela ancora accesa, e precipitando sugli ecosistemi forestali litoranei, causano incendi. Come si vede le cause sono diversissime».E quella che viene definita l’industria del fuoco?«Ci sono stati comportamenti eclatanti di personale volontario impegnato nello spegnimento, che ha appiccato il fuoco nella speranza di una assunzione in pianta stabile. Ne abbiamo arrestati tanti ma è una percentuale bassa rispetto alla numerosità dei volontari che prestano la loro opera egregiamente. Ci sono azioni legate al bracconaggio, di cacciatori di frodo che usano il fuoco per stanare gli animali dal bosco e poi abbatterli. Incendi sono stati appiccati anche come ritorsione contro la Pubblica amministrazione, come protesta contro un presunto danno subito». Il fuoco come mezzo per aggirare la legge?«La legge 353 del 2000, ha posto un argine a questi comportamenti scorretti, con l’introduzione di una serie di prescrizioni e vincoli, che vengono attuati attraverso lo strumento del catasto comunale degli incendi boschivi, perimetrati a partire dal 1998 dal Corpo forestale dello Stato prima, ed ora dai Carabinieri forestali. La legge ha funzionato benissimo. Inoltre dal 1° aprile di quest’anno abbiamo pubblicato un apposito geoportale».Come funziona questo strumento?«Il geoportale è uno strumento moderno e di immediata fruizione, per enti/organismi e semplici cittadini che vogliono conoscere la distribuzione e l’estensione geografica del fenomeno nelle regioni a statuto ordinario dove opera la componente forestale dell’Arma dei carabinieri. Con questo strumento è possibile interagire, in una modalità estremamente semplice e intuitiva, per acquisire informazioni di natura ambientale ed ecosistemica, riguardanti il fenomeno degli incendi boschivi. Oltre ad una serie di efficaci misure per prevenire e contrastare il fenomeno, è stata fissata la competenza del Cufaa dei Carabinieri a provvedere, nell’ambito dei propri compiti istituzionali e per le sole regioni a Statuto Ordinario, al rilievo delle aree percorse dal fuoco rendendo disponibili i conseguenti aggiornamenti».Avete scoperto associazioni malavitose che usano gli incendi per le proprie azioni delittuose?«Abbiamo riscontri di consorterie criminali dietro ad alcuni incendi boschivi. Talvolta questi sono collegati al fenomeno della prostituzione. Si usa il fuoco come forma di intimidazione sulle ragazze, quando queste tentano di sottrarsi allo sfruttamento.»Come si può fare prevenzione?«È fondamentale manutenere le aree verdi contigue a quelle boschive. L’80% degli incendi boschivi ha origine dal ciglio stradale. Diversi incendi sono, inoltre, a volte, collegati anche al fenomeno del vandalismo giovanile. L’educazione ambientale alle nuove generazioni è parte fondamentale della prevenzione degli incendi boschivi, al fine di trasmettere empatia e sensibilità nella protezione delle foreste e della bellezza dei nostri paesaggi».
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