2023-01-24
Difensori dei pazienti al soldo di Big Pharma
I due rappresentanti presenti nel Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’Ema sono a capo di organizzazioni finanziate quasi esclusivamente dalle grandi Case farmaceutiche. Con tanti saluti a conflitti d’interessi e imparzialità di giudizio.I rappresentanti delle due associazioni di pazienti presenti nel Prac, il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’Ema, sono a capo di organizzazioni finanziate quasi esclusivamente da Big pharma. L’European haemophilia consortium (Ehc), ovvero il Consorzio europeo di emofilia, nel 2020 ha ricevuto il 62% delle sue entrate dall’industria; l’European liver patients’ association (Elpa), l’associazione europea dei pazienti epatopatici, è stata finanziata per il 90,57% da colossi quali Astrazeneca, Novartis, Roche, Gilead. Basta vedere i bilanci 2020 e 2021, per rendersene conto e inorridire, così come ha fatto l’avvocato Renate Holzeisen, del direttivo di Children’s health defense Europe, l’associazione che ha l’obiettivo di proteggere e difendere la salute di bambini e adulti. Personaggi, che dovrebbero esercitare la funzione importantissima di valutare ogni aspetto del rischio di farmaci per uso umano, non possono invece sostenere di non avere conflitti di interesse con la grande industria farmaceutica. Perdipiù, sono coloro che danno voce alle associazioni dei pazienti, nominati (come membro e sostituto) dalla Commissione europea, al pari dei rappresentanti delle professioni sanitarie e dei sei esperti scientifici indipendenti. Per i pazienti, l’attuale rappresentante è Declan Noone, presidente Ehc, mentre il suo sostituto è Marko Korenjak, presidente di Elpa. Il Consorzio europeo di emofilia, con sede a Bruxelles e che rappresenta 46 organizzazioni nazionali di pazienti con disturbi emorragici rari, nel bilancio 2020 ha dichiarato di aver ricevuto quasi 1,2 milioni di euro da aziende quali Roche (181.700 euro), Pfizer (110.000 euro), Sanofi (127.080 euro) Takeda, la più grande casa farmaceutica del Giappone (160.000 euro) e molti altri colossi farmaceutici, anche impegnati nella produzione di vaccini. Elpa, sempre con sede a Bruxelles, afferma di promuovere gli interessi delle persone affette da malattie epatiche. Secondo la definizione della stessa Agenzia europea del farmaco, le organizzazioni di pazienti sono senza scopo di lucro, rivelano le loro fonti di finanziamento e mettono a disposizione i loro conti finanziari certificati. Nel 2021, su 445.000 euro entrati nelle casse dell’associazione europea dei pazienti epatopatici, più di 400.000 erano di Big pharma. Ovvero Novartis, Astrazeneca, Intercept, Boehringer Ingelheim, Roche, e molte altre. Più di tutte ha contribuito Gilead Sciences (147.000 euro), che con la Commissione europea aveva firmato lo scorso luglio un nuovo accordo di appalto congiunto (Jpa) per garantire la fornitura di remdesivir, antivirale indicato per il trattamento del Covid-19. In tutto, per Elpa, si tratta di centinaia di migliaia di euro elargiti da 18 aziende che, quando devono far valutare i loro prodotti dal Prac, sanno che tra i componenti del comitato c’è anche il presidente di un’associazione che finanziano. Questa sarebbe imparzialità? Come si fa a essere tranquilli, sulla presenza di associazioni di pazienti e quindi di cittadini Ue che dovrebbero essere ancora più attenti nel fornire raccomandazioni su ogni problema legato alle attività di farmacovigilanza dei farmaci a uso umano, e sui sistemi di gestione del rischio, se il coinvolgimento è evidente? «Di fatto, l’Ema è completamente nelle mani dell’industria farmaceutica e non esercita minimamente gli obblighi impostole dal legislatore europeo in tema di garanzia della sicurezza dei farmaci», tuona l’avvocato Holzeisen. Spiega di aver compiuto verifiche sui componenti del Prac perché, assieme ad altri colleghi europei, «ci siamo chiesti che cosa stiano facendo i rappresentanti delle organizzazioni dei pazienti su una questione di continua, drammatica attualità. È evidente, infatti, da tantissimi mesi, che persone giovanissime e bambini trattati con i cosiddetti vaccini anti Covid-19 crollano per malori improvvisi anche con esito fatale, perciò come è possibile che un membro e un sostituto, nominati dalle associazioni di rappresentanza dei pazienti della Commissione europea con nomina rinnovabile di tre anni, non segnalino rischi così grandi? Quello che abbiamo scoperto, è l’ennesima inaudita situazione all’interno dell’Agenzia europea del farmaco». Nella dichiarazione di assenza di conflitti di interessi dello sloveno Marko Korenjak, presidente di Elpa, fornita a Ema, si legge che ha ricevuto sostegno sotto forma di sovvenzioni per progetti e attività da un lungo elenco di aziende, Janssen compresa. È l’azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson, produttrice di uno dei vaccini anti Covid. Nessuna perplessità da parte dell’Agenzia del farmaco, nel mantenere il ruolo di Korenjak nel Prac? E che dire della partnership ventennale tra l’associazione Ehc e Pfizer, dichiarata sul sito del Consorzio europeo di emofilia? Sicuramente nel campo delle malattie emorragiche, ma il presidente dell’associazione è incaricato per tre anni di valutare studi di rischio, dopo l’autorizzazione per l’immissione sul mercato, di tutti i farmaci Pfizer. «I pazienti sono al centro del lavoro dell’Ema come principali parti interessate e offrono conoscenze ed esperienze specifiche», dichiara l’Agenzia. Da oggi, ci crediamo molto meno.
Kim Jong-un (Getty Images)
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)