2018-07-29
Dietro l’anatema rivolto a Salvini i timori per la pedofilia e l’8 per mille
L'attacco dei giornali cattolici rivela il nervosismo della Chiesa, finita in una morsa che rischia di stritolarla. Da un lato le inchieste per abusi, dall'altro i possibili tagli ai contributi statali: un dossier in mano al Viminale.E se la copertina di Famiglia Cristiana fosse un avvertimento al ministro dell'Interno che è competente sugli affari della Chiesa per conto dello Stato? E se la - inusitata - potenza di fuoco mediatica schierata contro Matteo Salvini servisse a evitare che si chiudano i rubinetti dell'8 per mille e si faccia troppa luce sullo scandalo pedofilia? E se i fedelissimi di Bergoglio avessero bisogno di un nemico esterno per tacitare i nemici interni? Quella contro Salvini potrebbe essere una crociata per il pane e per l'onore. Ma forse non ha molto di evangelico, almeno a giudicare dal fatto che i catechisti stanno cominciando a disobbedire alla linea di Bergoglio che continua a spostare vescovi per normalizzare le diocesi. L'ultimo addio è quello dell'ex vescovo di Camerino, monsignor Francesco Brugnaro, che ha dovuto presentare le dimissioni per raggiunti limiti di età. Il Papa avrebbe potuto rifiutarle, invece venerdì le ha accolte. Nella città epicentro del terremoto speravano in una prorogatio, come era già avvenuto a Fermo per monsignor Luigi Conti, a favore dei migranti, e ad Ancona per monsignor Edoardo Menichelli, bergogliano di ferro. Forse hanno pesato le proteste per il mancato arrivo dei soldi per la ricostruzione: se il Vaticano cercasse la sponda del Pd per contrastare Salvini, Brugnaro sarebbe stato troppo scomodo. truffe e violenzeIl dissenso non è ammesso sotto il pontificato del pacifico Bergoglio, ma invece monta sempre più forte per lo scandalo preti pedofili. I casi più recenti: don Paolo Glaentzer, arrestato per avere abusato di un bambina di 11 anni a Calenzano (Firenze); don Michele Barone, in carcere con l'accusa di aver violentato tre donne, fra cui una ragazzina di 13 anni; il presbitero Tony Anatrella, psicologo anti gender e consulente della Cei sottoposto a processo canonico con l'accusa di aver molestato i suoi pazienti; monsignor Patrizio Benvenuti, accusato dai magistrati di aver truffato circa 300 persone; e don Mauro Inzoli, in carcere dopo la condanna definitiva per abusi su minori. Spretato da Benedetto XVI, era stato riammesso al sacerdozio da Francesco (dopo aver presentato e vinto un appello alla Congregazione per la dottrina della fede; la sentenza gli imponeva alcune restrizioni, fra cui il divieto di celebrare l'eucarestia in pubblico) e infine ridotto nel 2017 allo stato laicale. Ma nessuno di questi è mai stato sbattuto in prima pagina, mentre Famiglia Cristiana ha pensato bene di fare una copertina con Matteo Salvini e il titolo «Vade retro». Perché? La spiegazione del settimanale cattolico è: «Una questione evangelica». Ma la Chiesa ha schierato contro Salvini anche La Civiltà Cattolica, il quindicinale dei gesuiti, l'ordine a cui appartiene il Papa. Attraverso il suo direttore Antonio Spadaro, ha sparato - inspiegabilmente - ad alzo zero contro la proposta del ministro dell'Interno di rimettere il crocifisso in tutti i luoghi pubblici. Spadaro ha twittato: «Usare il crocifisso come un Big Jim qualunque è blasfemo. La croce è segno di protesta contro peccato, violenza, ingiustizia e morte. Non è mai un segno identitario. Grida l'amore al nemico e l'accoglienza incondizionata. È l'abbraccio di Dio senza difese. Giù le mani!». L'Avvenire , il quotidiano dei vescovi italiani, non passa giorno che non attacchi Salvini. Due giorni fa in difesa dei rom e contro il ministro dell'Interno Marco Tarquini, il direttore, ha tenuto a far sapere che «Nessun uomo mai è un parassita». Matteo Salvini è il male assoluto? Uno che difende il crocifisso? A spiegarlo ci sono almeno tre fatti. Il primo è che la Chiesa ha oggi un suo tallone d'Achille, pardon un Calcagno (il cardinale Domenico) sul quale il ministero dell'Interno ha acceso un faro. A molti sfugge che è competenza del dicastero guidato da Matteo Salvini la gestione dei rapporti con la Chiesa, come con gli altri culti, e che tutti gli atti compiuti dalla Chiesa passano al vaglio del Viminale. Ci sono questioni che cominciano a scottare. A riassumere queste faccende è il montare di inchieste contro i preti pedofili. Sono oltre 200 i procedimenti in Italia. Ce n' è una in particolare che preoccupa l'entourage di papa Francesco e che riguarda un prete ligure che fu coperto, secondo Rete l'abuso, proprio da Domenico Calcagno. Il cardinale era finito anche in un'inchiesta su affari immobiliari in Liguria denunciati dal suo successore, il vescovo di Savona Vittorio Lupi. Ebbene Calcagno è stato blindato dentro lo Stato Vaticano e i magistrati liguri hanno dovuto ricorrere a rogatorie internazionali per continuare l'inchiesta. Hanno poi stralciato la posizione del cardinale chiedendo l'archiviazione, che è arrivata lo scorso marzo insieme con quella degli altri imputati. Calcagno, uno che di mattoni se ne intende, ha un compito delicatissimo da svolgere. Come presidente emerito dell'amministrazione apostolica sta conducendo riservate operazioni di dismissioni del patrimonio della Chiesa. Deve trattare anche l'annosa questione della tassazione degli immobili di proprietà del Vaticano e quella delle pensioni dei parroci (erogate da un apposito fondo dell'Inps), e Salvini non sembra disposto a seguire la linea morbida di tutti i precedenti governi della Repubblica. Ma perché Calcagno cerca di vendere? Perché in Vaticano hanno una paura matta che l'8 per mille si asciughi. Già la Corte dei conti ha chiesto - dopo aver predisposto un corposo dossier - più trasparenza nella gestione di quei fondi da parte della Chiesa cattolica, che nel 2018 ha ricevuto, dalla ripartizione delle dichiarazioni dei redditi del 2015, quasi 1 miliardo; soltanto 275 milioni sono stati usati per interventi caritativi, mentre 355 sono serviti per esigenze pastorali e 367 per il sostentamento del clero. E si sa che le proiezioni sul gettito di quest'anno sono nefaste per la Santa sede. Molti italiani in aperta contestazione alla linea di papa Bergoglio hanno cominciato a destinare altrove i soldi del fisco. E allora c'è bisogno come il pane che lo Stato continui a versare i soldi dell'assistenza ai migranti. Però Matteo Salvini ha incaricato due settimane fa i tecnici del ministero dell'Interno di fare una profonda ricognizione sui soldi che la Caritas e le cooperative cattoliche ricevono per l'assistenza ai migranti. Oltre ad aver minacciato il taglio di 10 euro della diaria per ogni migrante, il che azzererebbe il profitto delle Onlus. Alla curia di Bergoglio questa iniziativa non è proprio piaciuta. E ora si brandiscono le insegne evangeliche contro questo ministro che è il «male assolto». catechisti in rivoltaMa è così per tutta la Chiesa? Non precisamente. Proprio l'inchiesta di Famiglia Cristiana ha scatenato la rivolta dei catechisti lombardi. Tra i prelati citati dal settimanale cattolico contro Salvini c'è l'arcivescovo di Milano, Maro Delpini, fedelissimo di Bergoglio e accusato di aver coperto un prete accusato di pedofilia, spostandolo da una parrocchia a un'altra e avvertendolo delle indagini sul suo conto. Questo ha acceso la dissidenza di parte dei catechisti che hanno ricevuto dal responsabile della formazione, don Antonio Contestabile, un pressante invito «a non focalizzare l'insegnamento della dottrina sui Dieci comandamenti, piuttosto sulla necessità dell'accoglienza». Pare che la Chiesa di Milano stia esortando i suoi catechisti a non occuparsi del Dio che giudica - anche i preti pedofili e gli scandali finanziari - ma di un Dio misericordioso che tutto perdona e tutto consente. Alcuni gruppi di catechisti hanno protestato affermando che questi contenuti sono da «apostasia» e pare stiano abbandonando i corsi diocesani per cercare rifugio nelle comunità dei domenicani, gli ultimi garanti della tradizione. Ma questo è solo un primo sintomo della profonda lacerazione che sta vivendo la Chiesa cattolica. Dove antiche dispute teologiche sembrano riprendere vigore, anche se per ora sono i problemi secolari - dalla pedofilia ai quattrini -ad agitare le coscienze degli alti prelati.
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