2020-08-06
Dieci Etf su cui fare una scommessa. Affari grazie a bassi costi di gestione
È il momento dei fondi passivi quotati, che replicano l'andamento di indici obbligazionari o azionari. La Fed ha iniziato gli acquisti diretti e il gruppo Vanguard punta su quelli smart, che ricreano strategie attive.In Italia (e ancora di più nel mondo) si stanno facendo strada gli Etf. Il motivo è semplice: non avendo gestori che se ne devono occupare, hanno costi ridotti all'osso. Ma, per questo, banche e reti di vendita giocano se possibile contro visto che rispetto ai fondi d'investimento, ai certificati o ad altri prodotti i margini che offrono sono ben più risicati. Gli Etf sono fondi low cost negoziabili con qualsiasi banca perché quotati in Borsa, che replicano l'andamento di comparti o indici azionari, obbligazionari o di materie prime.In Italia sono circa 1.300 quelli quotati e la differenza principale rispetto ai fondi è il costo annuo di gestione, di oltre un quinto inferiore a quello dei fondi d'investimento. «Per comprenderci, se investite in un fondo azionario la commissione di gestione è mediamente del 2,5% annuo mentre su un Etf è dello 0,5%. Su 20.000 euro di posizione detenuta vuol dire risparmiare 400 euro all'anno, in dieci anni oltre 4.000 euro», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf. Non proprio noccioline. Lo stesso ragionamento vale sull'obbligazionario con valori in scala ridotta di circa la metà. «Ma i fondi d'investimento possono rendere di più visto che sono gestiti attivamente», è l'obiezione tipica dei venditori di fondi in banca. In realtà, non è sempre vero. Ogni anno l'agenzia di rating S&P Global elabora un confronto fra fondi ed Etf e quello che emerge è spesso il contrario. Nel 2019 i fondi azionari americani che hanno fatto meglio del mercato delle azioni a larga capitalizzazione sono stati solo il 30%.Alcuni temi tengono banco nel 2020, naturalmente, come l'ecommerce, i prodotti sostenibile, la tecnologia e l'oro. E sono sempre di più gli investitori istituzionali i primi acquirenti di Etf. La Fed, la Consob a stelle e strisce, per sostenere il mercato obbligazionario è passata in primavera anche all'acquisto diretto di Etf.Del resto, negli anni gli Etf si sono evoluti. Non sono più solo prodotti «tradizionalmente» passivi, da qualche anno sono diventati anche «smart» ovvero intelligenti e replicano strategie semi attive come selezionare le azioni con miglior dividendo, con maggiore forza, minore volatilità o altre caratteristiche. Un'anticipazione pubblicata in questi giorni dal Wall Street Journal mostrava come Vanguard group, il titano mondiale dei fondi indicizzati a basso costo, abbia intenzione di puntare massicciamente sugli Etf obbligazionari a gestione attiva o «smart», ampliando l'offerta. Basta dare uno sguardo ai rendimenti di alcuni Etf per capire che, in alcuni casi, non c'è crisi che tenga per questi prodotti. L'Invesco physical gold etc in tre anni ha reso oltre il 50%, il Legal & Generali gold mining ucits etf, nello stesso periodo, ha reso il 91,54%. Valori da campione anche per l'iShares edge msci world mom fact ucits etf che in tre anni è salito del 49,5%. Si tratta, insomma, di prodotti dalle grandi potenzialità, anche perché sono meno intaccati dal peso di importanti commissioni che inevitabilmente si abbattono sul risultato finale.
Jose Mourinho (Getty Images)