Eugenio Montale non ha mai schivato i grandi temi del suo tempo: né sotto il fascismo, né dopo. Lo ha testimoniato con la poesia, con la prosa, col giornalismo e con l'impegno diretto in Parlamento come senatore a vita. Nel far questo, ha contribuito a delimitare un perimetro di libertà per l'intellettuale, rivendicandone la facoltà di non farsi imbrigliare in schieramenti in senso stretto.
Giovanni Orsina, stimato politologo e grande lettore di Montale, indirizza la lettura di una sua lirica, "Piccolo testamento", che meglio di altre dipinge questo spazio di laicità e di libertà. In un'epoca in cui spesso il puro posizionamento polemico o politico "crea" la figura dell'intellettuale o del letterato, dal nostro Premio Nobel arriva una lezione sulla postura più feconda della personalità di cultura.