2025-01-14
Di Maio vuole il bis come inviato Ue
Da quando è stato nominato rappresentante per il Golfo, il Medio Oriente è sottosopra. Eppure insiste e si è pure avvicinato a Fi. Per il governo silurare un italiano non è facile.Da quando per l’Europa c’è lui, le cose in Medio Oriente non vanno benissimo. In meno di due anni, è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas, a Gaza e in Libano; i rapporti con l’Iran sono tesi come non lo erano da decenni e il prezzo del petrolio non ha fatto che salire. Per il resto, tutto bene nel Golfo Persico, la regione dove l’Ue ha scelto di mandare come proprio inviato speciale Luigi Di Maio. Che ora è in scadenza e cerca una conferma dalle parti di Bruxelles. Conferma che, se mai arrivasse, creerebbe più di un imbarazzo al governo di Giorgia Meloni, che in comune con il profeta del reddito di cittadinanza ha solo il passaporto italiano. Designato ufficialmente come Rappresentante speciale dell’Unione europea nel Golfo Persico il 15 maggio del 2023, Di Maio scade il prossimo mese. Sabato scorso, Il Foglio ha pubblicato un’indiscrezione secondo la quale il governo italiano sarebbe in imbarazzo perché da Bruxelles si spingerebbe per un suo bis. Di Maio, ex capo politico del Movimento 5 stelle ed ex ministro degli Esteri, su questa poltrona era stato spinto da Mario Draghi. Di suo, il centrodestra mai farebbe campagna per conservargli la poltrona da 12.000 euro netti al mese, ma se l’imput arrivasse dall’Europa sarebbe imbarazzante silurare un italiano. Con la beffa che, a quel punto, nel grande risiko delle nomine la sua conferma verrebbe comunque imputata a Roma, un giochetto nel quale a Bruxelles sono bravissimi. Va detto che già poco prima di Natale si era sparsa la voce che Di Maio si fosse avvicinato molto a Forza Italia. Pronubo Antonio Tajani, che è anche il titolare della Farnesina. Attraverso gli azzurri, dunque, Di Maio entrerebbe tra i protetti del Partito popolare europeo, con i quali una conferma sarebbe già più agevole. Uno che lo conosce come le sue tasche, Beppe Grillo, nel suo ultimo spettacolo ha raccontato che Giggino ora «vive dentro a un bidone di petrolio e quando si abbassa il prezzo esce» (15 aprile 2024). E forse non è un caso che se si sfoglia la rassegna stampa estera degli ultimi 20 mesi non c’è quasi traccia dell’ex enfant prodige grillino. Matteo Renzi, che gira la Penisola Araba da prima di lui come consulente, un anno fa disse a Sky: «Con tutto il rispetto per Di Maio, chi volete che segua quello che dice lui? Bisogna mandare qualcuno che conosce il mondo arabo, quello israeliano e gli americani». Con il ritorno di Trump, le varie partite sono anche più complicate. E quindi ancor meno si capisce perché a Bruxelles ci sia qualcuno che lavori per confermare un peso piuma. Per dire, quando ci fu l’attacco missilistico dell’Iran contro Tel Aviv, a fine aprile, Di Maio si limitò a scrivere poche righe di condanna su X. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, impiegò un po’ di giorni per far sentire la sua voce, scatenando le prevedibili prese in giro sui social con meme in cui cercava su Google «che cos’è Hamas». Poi comunque ha preso posizione a favore di Israele e mesi dopo, il 26 gennaio, si è addirittura esposto con queste parole: «Ci dobbiamo dare da fare per la liberazione degli ostaggi di Israele, per un cessate il fuoco e per avere la garanzia che Hamas non torni a governare su Gaza». In meno di due anni, ha fatto una ventina di viaggi in un’area che comprende Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, il Kuwait, Oman e lo Yemen, insanguinato da una guerra infinita. In Italia torna pochissimo e di base vive a Berlino, dove quattro mesi fa la sua compagna Alessia D’Alessandro gli ha dato un figlio che hanno chiamato Gabriel, nome ebraico. Se nel Medio Oriente la situazione è drammatica e può anche peggiorare la colpa non è ovviamente del povero Di Maio, che negli anni si è trasformato in un piccolo Andreotti galleggiatore e trasversale. Però è impossibile notare che dalla sua designazione europea del 15 maggio 2023 a oggi il prezzo del barile di greggio è passato da 75 a 80 dollari. Ed è la cosa meno grave, perché il conflitto tra Israele e Hamas non si ferma e si è addirittura esteso all’Iran. A Teheran Di Maio ci era andato in visita ufficiale ai primi di settembre del 2023, un mese prima della guerra. Incontrò il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, con il quale annunciarono un grande sforzo comune per migliorare le relazioni tra Unione europea e Iran. L’ex leader grillino aggiunse anche che le buone relazioni tra Iran e Arabia Saudita erano «un fatto positivo per tutta la regione». In quelle settimane, era stata la mediazione della Cina e far riallacciare loro le relazioni diplomatiche. Sarà stato il vecchio amore per Pechino, ma Di Maio si illuse parecchio sul disgelo tra la potenzia sciita e quella sunnita.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.