2023-08-05
Di Donna al ministero: stop per i nostri scoop
L’informativa dell’inchiesta su Renato Brunetta svela che nel settembre 2021 l’ex socio di Giuseppe Conte era vicinissimo a un contratto al dicastero della Pa. Ma tutto saltò dopo l’articolo in cui «Panorama» svelava che l’avvocato era nel mirino dei pm per traffico di influenze.A fine settembre 2021, l’avvocato Luca Di Donna, già socio di studio dell’ex premier Giuseppe Conte, indagato dalla Procura di Roma per traffico di influenze in relazione alle forniture per l’emergenza Covid, era in pole position per un incarico al ministero per la Pubblica amministrazione, allora retto da Renato Brunetta. Nomina che, secondo quanto ricostruito in un’informativa depositata nell’inchiesta per falso e finanziamento illecito dei magistrati capitolini a carico di Brunetta che La Verità ha raccontato nei giorni scorsi, sarebbe saltata grazie allo scoop pubblicato in quei giorni dal settimanale Panorama (poi approfondito dalla Verità), dove veniva rivelato che Di Donna, al quale Conte aveva affidato la stesura del nuovo statuto del Movimento 5 stelle, era nel mirino della magistratura. Nell’informativa, infatti i carabinieri nel nucleo investigativo di Roma annotano: «A seguito della pubblicazione di alcuni articoli stampa inerenti la notizia di un’attività di indagine nei confronti del Di Donna, veniva documentata una rilevante conversazione tra presenti nel corso della quale Di Donna, lamentandosi con la propria compagna […] dei possibili risvolti negativi dovuti all’indagine e alla relativa eco mediatica, riferiva: “No, perché adesso quest... io domani devo andare ad incontrare Brunetta per prendere un incarico, come consulente suo!...... io ci vado”». Secondo gli uomini dell’Arma «è ipotizzabile che l’incarico cui si riferiva il Di Donna fosse proprio quello che gli aveva promesso», come ha rivelato ieri questo giornale, Paolo Narciso, all’epoca vice capo di gabinetto di Brunetta, nonché suo socio in affari. Gli investigatori precisano che «è ancora da appurare» se a Di Donna «siano stati affidati o meno incarichi», ma sta di fatto che «dall’attività tecnica» non sono emersi «ulteriori contatti tra i due». Dalle carte emerge che Di Donna, dopo i primi contatti con Narciso (che come abbiamo raccontato ieri aveva chiesto al legale di inviargli il suo curriculum), si era già recato al ministero della Pubblica amministrazione per incontrare il vice capo di gabinetto. Il 31 maggio 2021 i due si sentono al telefono. Narciso dice a Di Donna: «Poi magari se ti va, ci vediamo magari nei prossimi giorni, ti racconto un po’ come sta andando anche tutto, sì sì così, però devo dire io sono molto confidente per come... per come si sviluppa il tutto». I due si accordavano per incontrarsi il 3 giugno alle 11 nell’ufficio di Narciso, ipotizzando anche un pranzo per la settimana successiva. Alle 11.20 i carabinieri appostati lungo corso Vittorio Emanuele fotografano Di Donna mentre accede «da solo negli uffici del ministero della Pubblica amministrazione, uscendo dagli stessi uffici alle successive ore 12.25». Ieri La Verità ha raccontato la genesi del rapporto tra Di Donna e Narciso. Nei primi mesi del 2021, poco dopo l’insediamento del governo Draghi, il fedelissimo di Brunetta aveva contattato l’avvocato. Il 12 aprile i due si erano sentiti al telefono e il legale aveva aggiornato Narciso su una questione seguita per il collaboratore del ministro. Che si era congedato così dal suo interlocutore: «Io intanto ti ringrazio tantissimo, se vieni a prendere un caffè appena mi mandi il curriculum vediamo cosa... ci sono delle cose adesso che dovrebbero partire verso maggio eh...[…]... eh... voglio, così magari condividiamo insieme, vediamo un pochino se è qualcosa che può esserti di interesse...[…]». Poi, rassicurante, aveva aggiunto: «Ma comunque da qua in poi ci saranno un sacco di belle cose, vedrai, appena arriveranno, diciamo, i finanziamenti del Recovery plan, diciamo a fine maggio, poi dopo di che partirà un sacco di attività molto interessanti e quindi la tua professionalità è veramente welcome qua, va bene?». A confermare quanto Narciso tenesse a costruire un rapporto con Di Donna è un’altra telefonata del 6 settembre di due anni fa, nel corso della quale il vice capo di gabinetto di Brunetta si spinge perfino a suggerire al legale un’integrazione al suo curriculum vitae. Narciso infatti riferisce a Di Donna che «esaminando il suo curriculum «aveva constatato la mancata indicazione dell’incarico di sottosegretario del ministro delle Politiche europee in precedenza ricoperto dallo stesso Di Donna», che assicura all’interlocutore che avrebbe mandato il curriculum aggiornato. Va detto che in una nota a piè di pagina gli investigatori precisano che il curriculum del legale riporta un diverso incarico: «Consigliere giuridico del sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio ministri presso il dipartimento per le Politiche europee». Sta di fatto che, nel corso della conversazione captata dagli uomini dell’Arma, Narciso spiegava che «dovendo evidentemente presentare la candidatura del Di Donna per un incarico istituzionale, l’aver ricoperto l’incarico di sottosegretario del ministro delle Politiche europee era un requisito qualificante». Alla fine della telefonata i due si accordavano per un imminente incontro, che però, forse anche per lo scoop di Panorama e della Verità, non avverrà mai.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)