2020-03-23
Di chiusura totale non c’è traccia e i sindacati annunciano battaglia
Giuseppe Conte durante la videoconferenza tra il governo, sindacati e industriali (Ansa)
Nel testo del decreto, diffuso solo ieri sera, i «servizi essenziali» sono infiniti. Per Cgil, Cisl e Uil «sarà sciopero». Vietato lasciare il Comune di residenza.Il nuovo Dpcm annunciato sabato sera dal premier, Giuseppe Conte, entra in vigore oggi e avrà validità fino al prossimo 3 aprile. Il punto chiave è la chiusura di tutte le aziende e le produzioni non considerate «servizi essenziali», ma in realtà, della sbandierata «chiusura totale» non c'è traccia: l'elenco di chi potrà continuare a operare è sterminato, e Cgil, Cisl e Uil già annunciano mobilitazioni «fino allo sciopero generale». Il testo definitivo del provvedimento, con l'elenco delle attività che restano aperte, è arrivato incredibilmente solo ieri sera. «Dopo la comunicazione del presidente del Consiglio«, ha spiegato Palazzo Chigi, «sono arrivate numerosissime richieste da aziende che adducevano varie motivazioni per giustificare la necessità di proseguire nelle proprie attività. Si è ritenuto quindi doveroso verificare con attenzione ogni richiesta». Resteranno operative le filiere ritenute essenziali, e quindi legate al settore alimentare, agricolo e di allevamento, pesca e acquacoltura, a quello farmaceutico e biomedicale e a quello dei trasporti, e quelle a loro collegate. Continuano a operare, inoltre, edicole, tabaccai, servizi d'informazione. Niente chiusura anche per le attività legate all'idraulica, all'installazione di impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori e la fabbricazione di forniture mediche e dentistiche. Restano attive le riparazioni della strumentistica utilizzata nella filiera alimentare, farmaceutica o dei trasporti. Nessuno stop al trasporto ferroviario di passeggeri (interurbano), al trasporto ferroviario di merci, al trasporto terrestre di passeggeri in aree urbane e suburbane, ai taxi e agli Ncc, agli autotrasportatori, al trasporto marittimo e a quello aereo, all'ingegneria civile, ai meccanici per auto e moto. Aperti gli alberghi e le strutture simili. Continuano a funzionare anche la gestione fognaria e la raccolta dei rifiuti, oltre alle attività bancarie, legali, contabili, studi di ingegneri e architetti, di direzione aziendale, postali, assicurative e finanziarie, le riparazioni di computer, telefoni, elettrodomestici e articoli per la casa, le colf e le badanti, i servizi veterinari, i call center e i servizi di vigilanza privata oltre alle attività di pulizia e lavaggio delle aree pubbliche, l'estrazione di carbone, petrolio e gas naturale, la produzione di articoli tessili tecnici e industriali, di articoli in gomma e carta, imballaggi in legno, vetrerie per laboratori, per uso igienico, per farmacia, motori, generatori, trasformatori elettrici, macchine agricole, casse da morto. Le imprese le cui attività sono sospese completeranno le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo 2020, compresa la spedizione della merce in giacenza. Nell'ambito della pubblica amministrazione restano operativi l'assicurazione sociale obbligatoria, i servizi legati alla difesa e, ovviamente, l'assistenza sanitaria. Stop al gioco del lotto e alle slot machine. Va registrata l'ordinanza firmata ieri dal ministro della Salute, Roberto Speranza, e dal ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, (nell'intestazione, per la fretta, Salute è con la maiuscola e interno con la minuscola, chi sa se la Lamorgese protesterà) con la quale «è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in Comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute». Il governo sta anche diffondendo una serie di circolari per informare sugli obblighi di sicurezza nelle industrie che resteranno aperte. «Meglio tardi (troppo tardi) che mai», commenta su Facebook il leader della Lega e del centrodestra, Matteo Salvini, «ieri (l'altro ieri, ndr) notte ci hanno dato retta, annunciando l'ennesimo decreto (che ancora non c'è), anche se mezza Italia si chiede se domani (oggi, ndr) dovrà andare a lavorare o no. Non è questo il modo di agire e dare certezze agli italiani». Salvini, insieme a Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, chiede anche «la convocazione immediata e a oltranza delle Camere e possibilità di essere ricevuti dal presidente della Repubblica nei modi e nelle forme ritenute più opportune alla luce delle nuove regole».
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