2020-09-23
Denuncia per calunnia contro il diplomatico chiave del ministero di Di Maio
Udienza del processo che vede contrapposti Francesco Sequi, uomo fondamentale alla Farnesina, e la ex che gli imputa pure falsa testimonianza. Fra i due 19.000 Sms.È una vicenda che mette in imbarazzo i piani più alti della Farnesina. Contrariamente a quanto si possa immaginare non si tratta di una crisi diplomatica in un'area strategica, un futuro summit internazionale, di connazionali rapiti e trattenuti da fondamentalisti religiosi in Paesi stranieri. A dar fastidio al vertice della nostra diplomazia è una storia che si sta consumando solo a 5 chilometri di distanza dalla sede del ministero degli Esteri, per essere più precisi nel Tribunale penale di Roma. Dove si sta celebrando - a porte chiuse - il processo a carico di Valentina Pizzale, accusata di stalking e diffamazione (per alcuni post su Facebook e Twitter) nei confronti del capo di gabinetto del ministro Luigi Di Maio, Ettore Francesco Sequi. L'uomo forte della Farnesina è stato a sua volta denunciato dalla controparte che gli contesta la calunnia e la falsa testimonianza. Ieri per oltre tre ore l'ex ambasciatore italiano in Cina è stato ascoltato (in qualità di parte offesa) in aula, dato che è stato sottoposto al controesame degli avvocati dell'imputata, Daniele Ingarrica e Debora Zagani.Prima di addentrarci nei dettagli della vicenda giudiziaria, di cui fino ad adesso è stata diffusa una sola versione, occorre capire chi è il diplomatico Ettore Francesco Sequi. I bene informati sostengono che il ministro Luigi Di Maio sia quasi sempre accompagnato da lui, nelle apparizioni pubbliche come negli incontri più riservati, e che soprattutto ogni decisione sulla nostra politica estera venga sottoposta al suo giudizio, a cui il politico grillino tiene particolarmente. È il 6 settembre 2019 quando con un messaggio sul sito del dicastero il ministro degli Esteri comunica di aver affidato il nuovo incarico: «La politica estera, condotta nel quadro delle alleanze a cui storicamente e tradizionalmente siamo legati, può fornire un'opportunità per la crescita del Paese. Durante il mio mandato da ministro dello Sviluppo economico ho voluto fortemente che l'Italia aderisse alla “Via della Seta", una nuova, grande occasione per le nostre imprese. È stato solo uno dei tanti progetti», scrive il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio, «a cui ha lavorato l'ambasciatore Ettore Sequi, durante la sua lunga carriera. E per me sarà un onore averlo come capo di gabinetto alla Farnesina». Oltre ad aver rappresentato l'Italia per quattro anni, dal 2015 al 2019 a Pechino, Sequi ha prestato servizio alla sede delle Nazioni Unite a New York, in Afghanistan e Pakistan. Inoltre non bisogna dimenticare che sempre alla Farnesina era già stato nominato capo di gabinetto dai ministri del Pd Federica Mogherini e Paolo Gentiloni. Dunque un diplomatico che conosce alla perfezione tutti gli ingranaggi del sistema interno ed internazionale. La relazione tra Ettore Francesco Sequi e Valentina Pizzale inizia quando l'ambasciatore si trova a Pechino. Scintilla che scoppia nel 2017 grazie ai social network, in particolare «su Twitter, dove mi ha abbordata» racconta la donna. Quasi superfluo dire che le versioni dei due divengono opposte su modalità e tempistiche relative alla fine della liaison. Anche la durata è in discussione: da una parte i «tre anni» di cui parla Pizzale, dall'altra una relazione fugace. Particolari che nel corso del procedimento faranno la differenza. La loro storia diventa di dominio pubblico, poco meno di un anno fa, con gli arresti domiciliari disposti nei confronti della donna. Al centro della questione giudiziaria le decine migliaia di messaggi che i due si sono scambiati. «Vengo lì e butto giù l'ambasciata!»; «Bastardo, ti rovino! Mi hai illuso, sei una me…», sarebbero alcuni di quelli inviati tramite messaggistica istantanea e mail dalla sceneggiatrice al diplomatico. Una parte importante sull'esito processuale l'avrà un'utenza telefonica contestata dall'imputata: «Un numero che non mi appartiene e non mi è mai appartenuto». Circostanza rilevante visto che tutti i messaggi depositati da Sequi sembrerebbero provenire da quel numero. Però occorre tenere presente che gli esami peritali ne hanno trovati molti altri, per un totale di circa 19.000. E anche frequenza e contenuto delle risposte del capo di gabinetto Ettore Francesco Sequi saranno un passaggio cruciale in vista della sentenza. Difficile fare una previsione su quando possa essere pronunciata, considerato che oltre ai periti dovranno essere ascoltati dal giudice Marisa Mosetti una decina di testi. Tempi della giustizia che proprio non vanno giù alla «belga» Valentina Pizzale, la quale con un esposto presentato al Csm contesterebbe anche l'attività di indagine svolta dal pm Daniela Cento. Infine c'è la questione, prima negata poi convalidata, del processo a porte chiuse. Alla base della motivazione il fatto che è coinvolta una personalità della Repubblica, dunque un'eventuale divulgazione di informazioni non inerenti al procedimento potrebbe causare problemi relativi alla gestione della sicurezza. Un tema che abbiamo provato ad approfondire con l'avvocato di Ettore Francesco Sequi, Paolo Pirani. Quest'ultimo, pochi minuti prima che entrasse in aula, si è chiuso a riccio ripetendoci più volte: «Perché è a porte chiuse». Prossima udienza il 12 novembre.