2023-12-22
Anche i democratici della California tentano di bandire Trump dal voto
Lo Stato del sole imita il Colorado e chiede di escludere dalle primarie il tycoon. Joe Biden, in calo nei sondaggi, ne approfitta e spara a zero sul predecessore, paragonato ad Adolf Hitler: «Supportò l’insurrezione al Congresso».Sembra proprio che i democratici americani abbiano qualche problema col concetto stesso di democrazia. La vice governatrice dem della California, Eleni Kounalakis, ha chiesto di considerare «ogni opzione legale» per far sì che Donald Trump venga escluso dalle primarie presidenziali del suo Stato. In particolare, la richiesta è stata da lei inoltrata mercoledì al segretario di Stato californiano, Shirley Weber (anche lei appartenente all’Asinello) e si basa sulla controversa sentenza della Corte Suprema del Colorado che ha interdetto l’ex presidente dalla partecipazione alle primarie di questo Stato, invocando una clausola del Quattordicesimo emendamento: clausola che vieta di ricoprire incarichi pubblici a chi abbia partecipato a un’insurrezione.Peccato però che si sia trattato di una sentenza particolarmente claudicante e controversa. Con una maggioranza di quattro a tre, martedì i togati del Colorado hanno stabilito che Trump non dovrebbe partecipare alle elezioni, in quanto si sarebbe macchiato di attività sediziose il 6 gennaio 2021. Sono tuttavia emersi dei problemi. In primis, il procuratore speciale Jack Smith non ha accusato l’ex presidente dei reati che, secondo il codice americano, identificano il golpismo insurrezionale, vale a dire: «insurrezione» e «seditious conspiracy». Inoltre, anche lo avesse fatto, il processo sul presunto ribaltamento delle elezioni del 2020 non inizierà prima del 4 marzo. In altre parole, la sentenza del Colorado avrebbe dovuto attendere che prima Trump fosse eventualmente condannato per insurrezione in via definitiva. Ma questo non è avvenuto. E tanto potrebbe bastare per un ribaltamento da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti, a cui l’ex presidente si è già appellato. In secondo luogo, stando a vari giuristi, la clausola di interdizione, per poter scattare, esigerebbe prima una legge approvata dal Congresso. Infine, si registrano dubbi che tale clausola possa essere applicata dai singoli Stati. Insomma, quella del Colorado è una sentenza assai controversa e problematica. Eppure, la vice governatrice dem della California ha già intenzione di cavalcarla.E non è certo l’unica. Pur fingendo di non volersi immischiare nella faccenda, anche la Casa Bianca sta di fatto seguendo questa linea. Sebbene non ci siano né incriminazioni né condanne in tal senso, Joe Biden ha detto di «non avere dubbi» sul fatto che il predecessore abbia «supportato un’insurrezione». Parole che, secondo quanto riportato da Politico, avrebbero suscitato alcune perplessità nello stesso Partito democratico: diversi suoi strateghi temono infatti che una simile presa di posizione possa rafforzare politicamente Trump, avvalorandone la narrazione sul sistema giudiziario politicizzato.Inoltre, il presidente ha alzato il tiro, con il suo staff che ha direttamente paragonato Trump nientemeno che ad Adolf Hitler. In particolare, il comitato elettorale di Biden ha pubblicato alcune controverse frasi dell’ex presidente repubblicano, comparandole a quelle del dittatore tedesco. Ora, è senz’altro vero che Trump alcune affermazioni avrebbe potuto risparmiarsele (come quella degli immigrati che «avvelenano il sangue» degli Stati Uniti). Tuttavia è chiaro che l’attuale presidente sta puntando tutte le sue carte sulla demonizzazione dell’avversario, cercando di replicare (e potenziare) lo schema della «santa alleanza» che gli permise di vincere nel 2020. D’altronde, già ad agosto dell’anno scorso Biden disse che i trumpisti erano «semifascisti». Una tale strategia contribuisce evidentemente a gettare benzina sul fuoco in un clima generale assai già polarizzato. Inoltre, in quanto a orride reminiscenze novecentesche, Biden farebbe forse meglio a guardare all’interno del suo partito. A luglio, la deputata dem di estrema sinistra, Pramila Jayapal, definì Israele uno «Stato razzista» e si scusò soltanto dopo essere stata travolta dalle polemiche.C’è anche da sottolineare che non è detto che questa linea si rivelerà necessariamente efficace. La strategia della «santa alleanza» ha funzionato nel 2020, ma potrebbe non funzionare più l’anno prossimo: non dimentichiamo che l’attuale presidente è in forte difficoltà nei sondaggi e che, al di là delle preoccupazioni sull’età avanzata, molti elettori appaiono scontenti dello stato dell’economia americana. Puntare tutto (o quasi) sulla retorica della «democrazia in pericolo» potrebbe non bastare a Biden per essere riconfermato il prossimo novembre. Secondo i sondaggi, Trump gode di un vantaggio schiacciante alle primarie repubblicane e, in alcuni Stati chiave, risulterebbe avanti all’attuale inquilino della Casa Bianca. Il vero rischio per il presidente è che, arrivati a questo punto, gli elettori leggano la sua evocazione del «pericolo fascismo» come l’ultima carta di un candidato che non ha molto altro da offrire. Il pericolo è per lui, insomma, quello di un effetto boomerang.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.