2021-11-07
Il decreto Trasporti è contro l’ecologia e quadruplica i costi
Il provvedimento cambia le regole sui carichi eccezionali. Più camion al posto di uno solo. Risultato: maggiore inquinamento.Una nuova tegola cade sulla testa della siderurgia italiana. Già attanagliati da questioni non proprio di secondo piano come il caro energia, il crollo dei consumi dal comparto auto, la congestione dei porti e la carenza di autisti, da venerdì scorso gli operatori industriali nel comparto dell'acciaio hanno un'altra preoccupazione in più: fare i conti con l'approvazione definitiva del decreto Trasporti e infrastrutture, con cui sono state apportate modifiche alla vigente disciplina del codice della strada sui trasporti eccezionali. Un provvedimento, quello del governo, che se da un lato ha forse come ratio quello di regolamentare un settore, come quello dei trasporti eccezionali, su cui vigeva un'incertezza normativa, dall'altro lato rischia di aggravare ulteriormente la salute già precaria delle catene di forniture, creando così ulteriori problemi all'industria italiana, in particolare ai principali gruppi siderurgici attivi nel comparto dei «piani», come Arvedi e Marcegaglia. Se infatti la norma non verrà corretta, non sarà più possibile trasportare oltre 30 tonnellate per singolo viaggio. Il che equivale a non più di un rotolo di acciaio al carbonio. Ciò significa che d'ora in poi i costi di trasporto eccezionale via gomma potranno quasi quadruplicare. Interpellati dalla Verità, gli operatori siderurgici lamentano innanzitutto il pessimo timing del provvedimento. «I tempi sono totalmente sballati», spiega un trader, «perché se l'obiettivo della legge era quello di offrire un beneficio ai camionisti, l'effetto che si otterrà sarà quello opposto: oggi, infatti, mediamente un autista costa all'azienda siderurgica circa 600 euro al giorno, in alcuni casi anche 1.000, a differenza dello scorso anno quando ancora costavano 400-450 euro». Le modifiche apportate al dl Trasporti giungono in un momento di già estrema difficoltà sul fronte dell'approvvigionamento derivante da molteplici cause. In primo luogo la carenza di autisti. Il fenomeno, a onor del vero, non riguarda solo l'Italia, ma l'Europa fino ad arrivare agli Stati Uniti. Nel caso specifico italiano, poggia le basi da un lato dal basso livello di salari che veniva applicato nel pre pandemia e che ha disincentivato gli autisti, soprattutto stranieri, a tornare in Italia una volta che l'emergenza sanitaria si è attenuata la scorsa primavera; ma che dall'altro trova spiegazione anche nei bassi livelli di vaccinazione nei Paesi dell'est Europa (da cui proviene la maggior parte degli autisti stessi) che impediscono oggi a molti di loro di avere il green pass. Sulla testa delle supply chain continua poi a incombere la restrizione all'import derivante dalle quote di salvaguardia di Bruxelles. Nei giorni scorsi al porto di Ravenna si sono contate 7-8 navi in rada da 30-40.000 tonnellate in attesa di scaricare l'acciaio nei magazzini esteri già colmi di materiale che aspettava di essere sdoganato. Ci sia consentito ritenere assurdo pensare di perdere delle produzioni industriali non per un calo dei consumi, ma per l'impossibilità di poter vantare un flusso regolare di fornitura di acciaio fermo nei porti. E ora con questa nuova norma, le difficoltà non potranno che aumentare. La natura del provvedimento, tra l'altro, è talmente incomprensibile da suscitare negli operatori qualche sospetto sulle reali motivazioni, tra cui quella di tutelare le infrastrutture nel territorio italiano. Ma se così fosse, ci sarebbero certamente altre modalità più efficaci per farlo. Se il ministero delle Infrastrutture di Enrico Giovannini, infatti, ha identificato delle tratte a rischio di essere danneggiate dal passaggio di questi colossi della strada che arrivano a pesare 130 tonnellate, potrebbe in primo luogo stabilire delle tratte obbligatorie per i trasporti eccezionali, rendendo così ancora più vincolanti le misure sui trasporti eccezionali che ci sono già oggi come il divieto di percorrere l'autostrada e di procedere oltre i 40 km orari. Così facendo si ridurrebbero a zero i rischi, evitando però di ingolfare un mercato già fortemente congestionato. Ma effettuare questo genere di lavoro di mappatura delle tratte percorribili è certamente un lavoro lungo e titanico che espone comunque a delle responsabilità in caso di incidenti. Fa comunque sorridere il fatto che la norma sia giunta a ridosso del vertice sul clima Cop26 di Glasgow. Mentre i principali leader mondiali provano a far dimenticare al mondo le assenze eccellenti di Cina e Russia cercando un accordo in extremis che salvi le apparenze, il governo italiano approva un provvedimento che finirà per aumentare l'inquinamento come nel più classico caso di eterogenesi dei fini.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)