
Per Giuseppe Conte l'emergenza è passata. Se il provvedimento sarà modificato, Coop e associazioni ricominceranno a fare affari con l'accoglienza. Intanto alla festa dell'Unità di Bologna si raccolgono fondi per i taxi del mare.Dall'aforisma «chi sbarca in Italia, sbarca in Europa», principio che aveva sostenuto con forza poco più di un anno fa a Bruxelles durante un vertice sull'immigrazione, è passato in un attimo al «decreto Sicurezza bis da rivedere». Anzi: da riportare a prima dell'upgrade. Un volteggio su se stesso, che sull'emergenza sbarchi e sui mezzi di contrasto si è chiuso esattamente nel punto di partenza. Ossia al momento della formazione del primo governo sostenuto da Lega e pentastellati.Nonostante il linguaggio da equilibrista, sul fronte dell'immigrazione il premier giallorosso Giuseppe Conte si è presentato in aula come un Giano bifronte. Insomma, con il Pd e Leu si torna al passato.Ed eccolo Conte, camaleontico, colorarsi di rosso, mentre sostiene: «L'epocale fenomeno migratorio, che va gestito con rigore e responsabilità, perseguendo una politica modulata su più livelli, basata su un approccio non più emergenziale, bensì strutturale, che affronti la questione nel suo complesso, anche attraverso la definizione di un'organica normativa che persegua la lotta al traffico illegale di persone e l'immigrazione clandestina ma che, nello stesso tempo, si dimostri capace di affrontare ben più efficacemente i temi dell'integrazione, per coloro che hanno diritto a rimanere e dei rimpatri, per coloro che non hanno titolo per rimanere». Per Conte l'emergenza è passata. E lo sostiene nonostante le coste della Calabria siano state prese d'assalto negli ultimi giorni dagli scafisti trafficanti di esseri umani e nonostante le navi delle Organizzazioni non governative abbiano la prua già puntata verso i porti italiani.Per quelle, forse, pensa che l'Europa gli tolga le castagne dal fuoco: «In materia di immigrazione», ha sostenuto il premier, «non possiamo più prescindere da un'effettiva solidarietà tra gli Stati membri dell'Unione Europea. Questa solidarietà finora è stata annunciata, ma non ancora realizzata. Ho rappresentato con convinzione questa nostra visione ai principali leader europei e continuerò a farlo nel Governo che sta nascendo, nei rapporti con i Paesi partner e i nuovi Vertici europei, da subito con iniziative concrete che devono farci uscire, tra l'altro, da gestioni emergenziali. Su questo le nostre strutture sono già al lavoro. Ma anche con azioni lucide e coerenti con il nostro approccio, come ad esempio l'istituzione di corridoi umanitari europei». Nel frattempo la fetta più estremista dei sostenitori del nuovo governo raccoglie fondi per le Ong. Alla festa dell'Unità del Partito democratico di Bologna, denuncia la Lega, gli incassi provenienti dal bar posto nella piazza centrale dell'evento, saranno devoluti per intero agli acchiappa immigrati nelle acque del Mediterraneo. «Non è un caso che per l'occasione sono stati invitati ospiti espressione di Mediterranea, Sea Watch e Open Arms», denuncia Nicolò Malossi, coordinatore provinciale dei giovani leghisti a Bologna. Le navi attendono ancora al largo delle acque italiane, ma i comandanti stanno già facendo il conto alla rovescia. Prima, però, bisognerà smantellare il decreto Sicurezza bis. E Conte, come se non fosse stato lui il presidente del Consiglio che solo qualche mese fa l'ha approvato, dà subito un segnale: «Il nuovo governo dell'Italia intende rivedere il decreto Sicurezza bis alla luce delle osservazioni critiche formulate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella». Secondo Conte, la revisione «recupera nella sostanza la formulazione originaria del più recente decreto legge, prima che intervenissero le integrazioni che, in sede di conversione, ne hanno compromesso l'equilibrio complessivo». Le «integrazioni» di cui stiamo parlando erano quelle che comprendevano l'innalzamento delle sanzioni, fino a un milione di euro, per chi avesse recuperato i migranti e avesse forzato il blocco delle acque territoriali. Oltre a ciò era previsto il sequestro della nave in caso di recidiva. Ora il rischio è che tutto questo sparisca. È chiaro che la rotta del governo è diametralmente opposta a quella precedente. Anche coop e associazioni sono pronte a rimettere le mani sul business dell'accoglienza. Cas e Sprar che, tagliati i 35 euro a cranio del pre Salvini, erano quasi spariti, ora potrebbero ritornare strumenti centrali del sistema. E l'Italia potrà dire addio al risparmio da 1,5 miliardi che si era ottenuto con la precedente strategia. «Il mio impegno», afferma Conte, «non intende fermarsi alla sponda sud del Mediterraneo, intende continuare ad avere grande attenzione sull'Africa, facendomi interprete in Europa del ruolo di questo continente nelle dinamiche internazionali». Il premier giallorosso è probabilmente convinto di poter contare sulla presenza di Paolo Gentiloni nella Commissione Ue per riuscire a strappare un accordo sulla suddivisione degli immigrati in arrivo e annuncia di aver avviato contatti con la neo presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Contatti che «hanno già consentito di individuare», ha detto Conte alla Camera, «punti di convergenza decisamente promettenti». Ma per ora oscuri. Proprio mentre all'orizzonte s'intravede una nuova emergenza sbarchi.
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