2020-12-07
De Micheli pronta alle nomine nei porti. I nomi sono ancora quelli di Delrio
True
Nonostante i commissariamenti e le inchieste della magistratura, diversi incarichi che furono scelti nel 2016 dal governo di Matteo Renzi resteranno a gestire i nostri porti. Restano ancora in forse le conferma di Zeno D'Agostino a Trieste e Pietro Spirito a Napoli. Nel capoluogo campano il governatore Vincenzo De Luca spinge per Andrea Annunziata. Domani sulla Verità ci sarà il focus sull'autorità portuale di Civitavecchia. Tempi duri per il ministro dei Trasporti Paola De Micheli. Finita in mezzo allo scandalo che ha coinvolto la Juventus per l'esame di italiano del giocatore di calcio Suarez, l'esponente dem si ritrova sul tavolo decine di nomine da perfezionare sia nel settore ferroviario sia soprattutto in quello portuale. Da mesi si lavora per trovare la quadra sulle 13 Autorità portuali che andranno a rinnovare le proprie presidenze. Stiamo parlando di incarichi molto importanti, strategici dal punto di vista politico e rilevanti per quello economico: basti pensare che solo l'autorità portuale di Napoli, Salerno e Castellamare è di fatto la più grande azienda del capoluogo campano. Dopo i fallimenti della riforma dell'ex ministro Graziano Delrio c'è chi si aspettava un cambio di passo. Invece il ministro De Micheli è apparso troppo debole, tanto che diverse autorità portuali manterranno il loro stesso assetto e quindi i relativi problemi. Gli stessi esponenti del movimento 5 Stelle hanno abbozzato, nonostante la stagione di commissariamenti e indagini in tutta la penisola. Al momento di sicuro c'è che a Genova e Savona è stato confermato Paolo Emilio Signorini alto funzionario del Mit e fedelissimo del governatore della Liguria Giovanni Toti. Signorini è considerato un uomo di equilibrio, molto stimato nel centrodestra ma con buone entrate anche nel centrosinistra. A La Spezia, invece, approda Mario Sommariva per anni segretario generale Filt cgil, dopo una breve parentesi da commissario del porto di Trieste. In Friuli Venezia Giulia è stato reintegrato il presidente Zeno d Agostino, considerato sempre più vicino al ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Ma è considerato sempre più debole, la sua candidatura è in forse e passa da un accordo tra 5 Stelle e Partito democratico. Il vero problema è legato a Venezia. Qui da mesi c'è chi invoca la nomina di un presidente. Il commissario Pino Musolino, a cui fu bocciato il bilancio da comune e regione, lascerà per andare con tutta probabilità a Civitavecchia dove lascia non senza polemiche Francesco Maria Di Majo. Si parla di un commissario per la città lagunare ma addetti del settore sostengono sia in corsa anche il segretario generale Martino Conticelli. Ancora più intricata la situazione di Napoli e Salerno. Il governatore della Campania Vincenzo De Luca vuole riportare Andrea Annunziata che dovrebbe prendere il posto di Pietro Spirito. Anche se c'è chi sostiene che possa comunque farcela a restare in sella. A Livorno dovrebbe ritornare Luciano Guerrieri, già presidente di Piombino, uomo di apparato e da sempre vicino al centrosinistra. A Ravenna si prevede la riconferma di Daniele Rossi, ma c'è fermento del Partito democratico che cerca un nuovo segretario generale. Paolo Ferrandino di Assoporti potrebbe andarsene per lasciare spazio a Mario Petrosino, attuale direttore operativo, ex Cna di Ravenna. Rodolfo Giampieri sarà confermato ad Ancona. Mentre è ancora da capire cosa accadrà in Puglia, dove cercano la riconferma Sergio Prete e Ugo Patroni Grifi. Sembra invece praticamente certa la conferma di Pasqualino Monti a Palermo a meno che non sia chiamato a incarichi più importanti. Catania dipende dai giochi del Pd su Napoli. Conferma obbligata per Mario Mega all'autorità dello Stretto di Messina in carica dall'autunno dello scorso anno. A fine ottobre è stato nominato il segretario generale Domenico La Tella
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco