2020-10-27
De Luca va su Rai 3 e attacca Rai 3. Fazio glielo lascia fare e sorride
Il governatore della Campania chiede la testa di un giornalista della trasmissione «Report». Il presentatore non eccepisce e passa oltre. Del resto, lui si irrita solo quando l'azienda ipotizza di tagliargli il ricco compenso. E il Fratacchione non rispose. Non è bastato a Fabio Fazio fare il contrario della monaca di Monza, adottare la tattica del silenzio, per evitare la tempesta perfetta del lunedì. Domenica sera a Che tempo che fa c'era Vincenzo De Luca (l'inventore del soprannome monastico) e il bravo presentatore della coscienza collettiva aveva deciso di usare il cloroformio per neutralizzare il lanciafiamme vivente, secondo la regola del «qui non si replica, tutt'al più si accondiscende». Ma guardare dall'altra parte non aiuta e il conduttore da dieci milioni di euro si ritrova nel ruolo di Ponzio Pilato per non aver difeso Report.Fazio non ha aperto bocca quando il governatore partenopeo ha definito «camorristi e fascisti» i contestatori in piazza venerdì scorso e ha distribuito colpe a pioggia per il ritorno della pandemia tranne che a sé stesso (terapie intensive previste 566, reali la metà). Comprensivo, perfino paterno con gli uomini del Pd, pensava di averla sfangata, ma secondo i sodali di area c'era un passaggio sul quale non avrebbe dovuto stare zitto: le minacce di De Luca a Report. Trascinato dalla vis polemica e dalla coda di paglia, lo sceriffo del pianeta ha pensato di riservare una lingua di fuoco anche alla trasmissione di Rai 3 che recentemente non lo ha trattato bene. «Noi siamo stati destinatari di una elegante campagna di aggressione mediatica che dura da un mese. Avremmo dovuto perdere tempo a fare una decina di querele per diffamazione ma non avevamo tempo da perdere». Fino a un momento prima era stato in collegamento Sigfrido Ranucci che aveva annunciato la scaletta delle inchieste (sempre più spesso col fiatone) dell'ultima puntata. De Luca ha preso la palla al balzo: «Ho visto che è venuto da lei un suo collega dal nome nibelungico, diciamo. C'è uno dei suoi collaboratori che ha detto che l'Asl Napoli 1 era stata commissariata per infiltrazioni camorristiche. Era un falso clamoroso. Volevo domandare a quel signore se il giornalista è stato licenziato o meno». Il reporter in questione è Federico Ruffo, che Fazio ha lasciato in balìa del governatore senza sentire il bisogno di spendere una parola in suo favore. Ha solo risposto: «La prossima volta vi faccio incontrare». Della serie, tiremm innanz.Un atteggiamento passivo, da leone da scendiletto, che ha suscitato la sorpresa di molti telespettatori e della stessa azienda pubblica. Con un dettaglio singolare. Invece che stigmatizzare il silenzio di Fazio, il consigliere d'amministrazione Rai, Riccardo Laganà (sindacalista di provata fede), ha messo nel mirino soltanto De Luca. «Non intimorisce nessuno né può permettersi di evocare licenziamenti di giornalisti a Che tempo che fa. A Federico Ruffo va il nostro supporto». Immediatamente si è associata l'Usigrai, ma anche al potente sindacato è sfuggito il silenzio di Fazio. «Nella sua teatralità, il governatore sembra essere entrato sempre più nel personaggio dello sceriffo. Ma si rassegni, la stampa, i giornalisti continueranno a fare il proprio mestiere liberamente senza farsi intimidire da nessuno». Sui suoi profili social lo stesso Ruffo ha replicato al viceré partenopeo: «Lo ringrazio per la costante attenzione, magari fategli sapere che dopo anni a Report e Presa diretta non sono stato licenziato ma promosso. Forse farebbe meglio a guardare meno L'ultimo Samurai e più programmi Rai».Faccenda chiusa, ma per il sosia ligure di Bashar el Assad non si era neppure aperta. «Vi faremo incontrare». Fazio è sempre accomodante con gli ospiti della parte politica che domina in Rai e il suo silenzio conferma la propensione da Faziosino (altro soprannome da corridoio di Saxa Rubra), vale a dire colui che riserva commenti salaci e domande impertinenti a ospiti poco potenti o di centrodestra. L'esploratore dell'ovvio è olimpico tranne quando l'azienda ha in animo di ritoccargli al ribasso il contratto in scadenza. Allora diventa irritabile e adotta il sistema curiale per cui va giustamente famoso: la lamentela. Arriva a dire, come nell'ultima intervista al Fatto quotidiano: «Non mi vuole più? La Rai lo dica. Basta farmi la guerra, allora cacciatemi».Coccolato da papa Francesco dopo avere scritto che i responsabili della carenza di terapie intensive sono gli evasori fiscali, ora Fazio si percepisce una via di mezzo fra Sant'Agostino e Chesterton, quindi non può oggettivamente replicare a De Luca. Durante il lockdown si era anche distinto per avere flautato che il coronavirus (36.000 morti solo Italia) aveva anche fatto cose buone: «Tornano i pesci nella laguna di Venezia, gli uccelli nelle città fanno i nidi sui grattacieli, si riduce drasticamente l'inquinamento nel Punjab. Non è una cosa da poco».Per Report nessun sussulto. Forse il Fratacchione aveva intuito che il servizio sul sistema di potere della Lega a Varese - ormai è una saga nibelungica anche questa - e il coinvolgimento dello studio legale Mascetti avrebbero creato qualche grana al programma orfano di Milena Gabanelli. Ancor prima di vederlo, l'avvocato Andrea Mascetti (amico storico di Giancarlo Giorgetti) ha puntualizzato in una nota che «non ho alcuna consulenza con il presidente Attilio Fontana, come falsamente affermato. Il mio studio è tra i primi sei in Lombardia nel settore amministrativo e ha sempre gestito in maniera trasparente i rapporti professionali con la pubblica amministrazione». Applaude De Luca e preannuncia querele.