2024-08-16
Da De Chirico a Gaetano Pesce. Il Surrealismo italiano in mostra al Mart di Rovereto
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Alberto Savinio, Les Rois Mages (I Re Magi), 1929, Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Provincia autonoma di Trento - Soprintendenza per i beni culturali
Con ben 160 opere di 70 artisti diversi, il Mart di Rovereto celebra il centenario del movimento surrealista con una grande mostra (sino al 20 ottobre 2024) dedicata all’arte fantastica italiana. Accanto a capolavori dei grandi maestri del Novecento, esposti anche opere di autori meno noti o isolati, ma non per questo meno significativi. Una mostra del tutto inedita, che si propone (riuscendoci) di dare una panoramica il più completa possibile delle varie tendenze surrealiste in Italia, visto che, come la storiografia ha più volte evidenziato, il nostro Paese è rimasto in un certo senso estraneo al movimento surrealista, nato in Francia esattamente cento anni fa sotto la guida di André Breton e diventato poi corrente artistica internazionale. Ecco. A non attecchire, in Italia, è stato proprio questo, il surrealismo internazionale, non il surrealismo in senso assoluto: specchio della nostra storia, il nostro è stato una sorta di movimento «regionale», un insieme di tendenze dislocate in realtà geografiche diverse, autonomie creative isolate, ma in costante dialogo con gli ambienti artistici transnazionali e con gli altri campi della cultura. Paradossalmente, non dimentichiamoci che sono italiani Giorgio De Chirico e suo fratello Alberto (noto a tutti con il cognome Savinio ma nato Andrea Francesco Alberto de Chirico), che di quella pittura fantastica e surreale, rivolta ai luoghi più reconditi dell’anima e agli spazi dell’immaginazione e del sogno, sono i predecesspori: e, a riconoscerlo, è lo stesso Breton… Inoltre, inquieti e illustri capostipiti a parte ( e quando si parla di scontrosa irriquietezza Giorgio De Chirico non è secondo a nessuno...), influenze surrealiste si ritrovano anche in alcune espressioni del Futurismo e in importanti correnti artistiche del ‘900, dal Pop al Post-informale: per questo, per illustrare ed approfondire al meglio la poliedricità e la complessità del Surrealismo Italiano, la mostra in corso al Mart (nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e curata da Denis Isaia) è divisa in 4 sezioni tematiche, che , sala dopo sala, danno vita ad un labirinto affascinante, tortuoso e straniante. Come affascinnate, tortuoso e straniante è il Surrealismo, italiano e non.Le sezioni e il percorso espositivoAttraversato il piazzale del Mart, dove ad accogliere i visitatori è la Sedia Portaritratti di Gaetano Pesce, alta più di quattro metri, la prima sezione è quella dell’Oltrestoria, dove a dominare è Giorgio De Chirico, con le sue opere che sospendono il tempo e alterano la storia. Modello per molti artisti, a lui si rifanno i lavori di Fabrizio Clerici (straordinaria la sua Minerva Phlegraea, opera del 1956/57), le malinconiche visioni di Arturo Nathan o le le colte composizioni di Alberto Savinio (impossibile non ammirare, in mostra, i suoi Re Magi).Surrealtà è invece il titolo della seconda sezione, dedicata ai surrealisti di matrice più figurativa e narrativa , quegli artisti che, sospendendo i principi della logica e della fisica, fanno volare le persone, animano gli oggetti, ingrandiscono a dismisura gli animali: uno su tutti, Lanfranco Frigeri, padre del realismo mantovano, presente al Mart con quella meravigliosa tela intitolata Venezia al sole, un’opera del 1956 in cui la Serenissima è rappresentata fluttuante, sospesa fra due pali, come panni stesi ad asciugare.Dalla Surrealtà si passa poi ai Principi del piacere (titolo della terza sezione, con opere dalla sensualità perturbante e a tratti demoniaca) e al Parasurrealismo, ultima e molto interessante parte dell’esposizione che raccoglie, oltre alle ascendenze surrealiste presenti nel Futurismo (per esempio la simbologia esoterica) e alcune avanguardie degli anni’60, anche alcuni artisti esordienti (e viventi), le cui opere, come ha dichiarato il curatore Denis Isaia «presentano precise tendenze surrealiste »: uno su tutti, Paolo Salvi, con i suoi mobili di design impossibili da utilizzare…Una mostra importante, che attraversa un secolo di Arte Fantastica.
Giorgia Meloni (Ansa)
Alla vigilia del Consiglio europeo di Bruxelles, Giorgia Meloni ha riferito alle Camere tracciando le priorità del governo italiano su difesa, Medio Oriente, clima ed economia. Un intervento che ha confermato la linea di continuità dell’esecutivo e la volontà di mantenere un ruolo attivo nei principali dossier internazionali.
Sull’Ucraina, la presidente del Consiglio ha ribadito che «la nostra posizione non cambia e non può cambiare davanti alle vittime civili e ai bombardamenti russi». L’Italia, ha spiegato, «rimane determinata nel sostenere il popolo ucraino nell’unico intento di arrivare alla pace», ma «non prevede l’invio di soldati nel territorio ucraino». Un chiarimento che giunge a pochi giorni dal vertice dei «volenterosi», mentre Meloni accusa Mosca di «porre condizioni impossibili per una seria iniziativa di pace».
Ampio spazio è stato dedicato alla crisi in Medio Oriente. La premier ha definito «un successo» il piano in venti punti promosso dal presidente americano Donald Trump, ringraziando Egitto, Qatar e Turchia per l’impegno diplomatico. «La violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas dimostra chi sia il vero nemico dei palestinesi, ma non condividiamo la rappresaglia israeliana», ha affermato. L’Italia, ha proseguito, «è pronta a partecipare a una eventuale forza internazionale di stabilizzazione e a sostenere l’Autorità nazionale palestinese nell’addestramento delle forze di polizia». Quanto al riconoscimento dello Stato di Palestina, Meloni ha chiarito che «Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e deve essere disarmato. Il governo è pronto ad agire di conseguenza quando queste condizioni si saranno materializzate». In quest’ottica, ha aggiunto, sarà «opportuno un passaggio parlamentare» per definire i dettagli del contributo italiano alla pace.
Sul piano economico e della difesa, la premier ha ribadito la richiesta di «rendere permanente la flessibilità del Patto di stabilità e crescita» per gli investimenti militari, sottolineando che «il rafforzamento della difesa europea richiede soluzioni finanziarie più ambiziose». Ha poi rivendicato i recenti riconoscimenti del Fondo monetario internazionale e delle agenzie di rating, affermando che «l’Italia torna in Serie A» e «si presenta in Europa forte di una stabilità politica rara nella storia repubblicana».
Nel passaggio ambientale, Meloni ha annunciato che l’Italia «non potrà sostenere la proposta di revisione della legge sul clima europeo» se non accompagnata da «un vero cambio di approccio». Ha definito «ideologico e irragionevole» un metodo che «pone obiettivi insostenibili e rischia di compromettere la credibilità dell’Unione».
Fra i temi che l’Italia porterà in Consiglio, la premier ha citato anche la semplificazione normativa - al centro di una lettera firmata con altri 15 leader europei e indirizzata a Ursula von der Leyen - e le politiche abitative, «a fronte del problema crescente dei costi immobiliari, soprattutto per i giovani». In questo ambito, ha ricordato, «il governo sta lavorando con il vicepresidente Salvini a un piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie».
Nel giorno del terzo anniversario del suo insediamento, Meloni ha infine rivendicato sui social i risultati del governo e ha concluso in Aula con un messaggio politico: «Finché la maggioranza degli italiani sarà dalla nostra parte, andremo avanti con la testa alta e lo sguardo fiero».
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