2023-09-27
Dazn costretto a prendersi il calcio rosa
Cristiana Capotondi, ex capo delegazione della Nazionale di calcio femminile dell'Italia (Ansa)
Il gruppo che trasmette il campionato maschile accetta il pacchetto in cambio del Var. Ai francesi di Emg la produzione, esclusi gli italiani. Polemiche per la scelta di giocare con la Svezia nello stadio di Castel di Sangro, l’ex squadra del presidente Gabriele Gravina.C’è polemica intorno alla gestione dei diritti televisivi del calcio femminile da parte della Figc. Tanto che a quanto apprende La Verità entro la fine del mese (il 28) potrebbe entrare in campo Dazn per risollevare le sorti della distribuzione delle partite. Fatto più che mai singolare, dopo che la federazione aveva insistito per centralizzare a sé diritti e produzione per aumentare la qualità del prodotto, ma è invece finita con il distribuire la maggior parte delle partite su Youtube con una qualità da calcio amatoriale. A questo si aggiungono anche le polemiche per il bando della produzione televisiva, vinto dalla francese Emg. Non solo. Tra ieri e oggi che la federazione presieduta da Gabriele Gravina è finita di nuovo nel mirino per la partita Italia Svezia. Dal ritiro della loro nazionale, Linda Sembrant e Amanda Nilden, giocatrici svedesi della Juventus Women, hanno criticato la decisione di far disputare la partita a Castel di Sangro, in uno stadio da appena 7.200 posti, con una minima copertura mediatica e l’impossibilità anche per i tifosi di raggiungere il campo. «Ci meritiamo uno scenario diverso, un posto diverso, è quello che penso seriamente. L’orario è anche buono, ma la posizione no. Non ci sono connessioni con i treni o altri mezzi, se non le auto private, e questo fa una differenza incredibile per portare gente allo stadio», hanno detto le calciatrici. Per di più, fanno notare i maliziosi, Castel di Sangro non è un posto casuale. È dove Gravina ha iniziato la sua carriera nel mondo del calcio, come proprietario e presidente della squadra locale. Sui social si sprecano le critiche e gli affondi per la decisione di aver scelto uno stadio così piccolo per una partita così importante, ma a quanto pare altro non è che l’ultimo tassello di una gestione al ribasso del calcio femminile, un movimento in crescita ma ancora lontano in Italia dai numeri degli Stati Uniti o dalle nazioni del Nord Europa: lo scorso anno è stata rimossa anche Cristiana Capotondi (da poco mamma) che avrebbe dovuto rilanciare l’immagine di tutta l’organizzazione. La novità delle ultime ore è che il prossimo 28 settembre, durante l’assemblea della federazione, verrà annunciato l’accordo con Dazn per trasmettere le partite del campionato di calcio. A quanto pare, la società inglese che trasmette già le partite della Lega Calcio maschile di Serie A, sarebbe stata praticamente costretta ad acquisire i diritti femminili nel pacchetto insieme alla gestione del Var, i cui diritti sono sotto il cappello della Figc. Si tratta di una svolta dopo le polemiche delle ultime settimane sulla gestione delle partite in televisione. Come detto, a parte un big match a giornata che ha trovato spazio sulla Rai, le altre partite vengono trasmesse su Youtube dalla Federazione. È la rappresentazione del flop sulla gestione. Anche perché da un obiettivo di raccolta di oltre 2 milioni di euro, con i pochi soldi dai diritti venduti, la Figc ha proceduto a una gara per la produzione, a quanto pare ineccepibile nella forma ma non forse nella sostanza, dove l’unica azienda valutata -di proprietà straniera - è stata poi l’assegnataria del servizio, escludendo alcune aziende italiane che avevano mostrato interesse anche se avevano soglie più basse di fatturato richieste. Così, delle 4 società interpellate dalla Federazione due non hanno potuto partecipare per i requisiti imposti dalla Figc stessa (ma perché allora sono state invitate?), una aveva deciso di non presentarsi e l’ultima rimasta, ovvero Emg, ha vinto.Sembra che all’interno di Emg, già alcune settimane prima della gara, tutto fosse pronto con certezza, tra dipendenti e subfornitori, per il via alla imminente commessa. Caso vuole che Emg Italy sia di proprietà francese, con bilanci non proprio splendenti, guidata dall’ex capo della produzione di Infront Claudio Cavallotti, finito indagato in un’inchiesta sui diritti televisivi poi archiviata. L’azienda potrebbe aver giovato anche degli ottimi rapporti personali con alcuni manager Figc. Emg è infatti piena di ex Infront, azienda appunto finita sotto inchiesta diversi anni fa a Milano sempre in tema di diritti televisivi. I pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi avevano poi firmato la richiesta di archiviazione nel 2018. Tra gli indagati c’era l’ex numero uno Marco Bogarelli, poi scomparso nel 2021. I suoi manager occupano ancora adesso posizioni apicali. In parlamento si sta preparando un’interrogazione parlamentare al ministro Andrea Abodi, dopo l’uscita di un articolo del Giornale, a cui è seguita una replica da parte della stessa Figc, che ha smentito irregolarità sulla gara. In ogni caso l’amministratore di Emg Italy Cavallotti era appunto direttore produzione in Infront così come il direttore finanziario Giordano Ripamonti. Entrambi lavoravano con l’attuale direttore marketing della Figc Giovanni Valentini, anche lui cresciuto in Infront. A fianco di Valentini, come un’ombra, non ufficialmente, c’è poi Giuseppe Ciocchetti, anche lui ex Infront. Cosa ancora più curiosa, al loro fianco c’è poi Gianni Prandi, amico d’infanzia del leader della Cgil Maurizio Landini. Il consulente per la comunicazione è stato oggetto negli ultimi mesi di diverse polemiche sul suo ruolo nel sindacato soprattutto nella compagnia di bandiera Ita. Sulla figura di Prandi si discute da almeno un anno in Figc. Anche perché non è mai stata chiarita fino in fondo la consulenza riorganizzativa affidata alla sua Assist Group nel 2022.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.