2025-05-09
Accordo sui dazi tra Usa e Inghilterra. L’Ue invece minaccia nuove contromisure
Starmer firma la prima intesa e indica una via. La Commissione però insiste colpendo i simboli americani come whisky e Suv.Londra batte tutti sul tempo e fa da apripista all’Ue. Il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha raggiunto un accordo sui dazi con gli Stati Uniti, definiti un «alleato indispensabile per la nostra sicurezza economica e nazionale». È la prima intesa formale da quando Donald Trump ha avviato la guerra commerciale a colpi di imposte doganali sui prodotti di importazione. Anche se il Regno Unito parte in un certo senso avvantaggiato, in quanto non vi è uno squilibrio commerciale tale con gli Usa da aver reso difficile la trattativa, è un segnale che un punto d’incontro con Washington è a portata di mano. Attualmente, la maggior parte delle merci britanniche importate dagli Stati Uniti è soggetta a dazi generalizzati del 10%. Il Regno, come gli altri Paesi, è stato colpito anche da tariffe del 25% sulle esportazioni di acciaio e alluminio verso gli Usa, nonché da quelle del 25% su automobili e componenti per auto. Secondo il Financial Times la Gran Bretagna ridurrà i dazi sulle importazioni statunitensi di automobili, oltre alle imposte su carne e crostacei. In ballo c’è poi la possibilità che Londra accetti di ridurre la tassa sui servizi digitali che colpisce i gruppi tecnologici statunitensi, venendo incontro alla richiesta di Trump. Un passo analogo potrebbe farlo anche l’Italia. Nella dichiarazione congiunta diffusa dalla Casa Bianca dopo l’incontro tra il premier, Giorgia Meloni, e il presidente Trump c’è un accenno all’ipotesi di eliminare o quantomeno modificare la Eeb tax.Un altro punto di vantaggio è stato messo a segno anche dalla Bank of England che, come previsto, ha tagliato i tassi d’interesse inglesi di un quarto di punto al 4,25%, a fronte dell’ultimo dato sull’inflazione al 2,6%, scesa dal precedente 2,8%. Una mossa che ha contribuito ad aumentare la rabbia di Trump per la diversa scelta fatta dalla Federal reserve. Il presidente è tornato ad attaccare il presidente della Fed, Jerome Powell: «È uno stupido, un pazzo, probabilmente non mi ama. Tagliano tutti tranne lui». Poi il presidente ha detto che «si farà un accordo anche con l’Europa anche se è stata estremamente ingiusta».Secondo Gianclaudio Torlizzi, fondatore di T-Commodity e analista tra i più ficcanti, «l’accordo tra Usa e Uk non può essere considerato un benchmark per le negoziazioni tra Washington e la Ue». E spiega che «per Londra ridurre il commercio con Pechino non è così dannoso come lo sarà per la maggior parte dell’Europa. Il Regno Unito esporta il doppio verso gli Stati Uniti rispetto alla Cina. La principale importazione dalla Cina sono gli smartphone, quasi certamente iPhone, che presto saranno prodotti altrove. La maggiore esportazione del Regno Unito sono le auto (il Regno Unito ha esportato per 28 miliardi di dollari), che è a serio rischio a causa dell'aumento della capacità di Byd». Quindi secondo l’esperto «l’accordo Usa-Uk è un inizio, ma non è affatto significativo per noi. Da tenere d’occhio invece gli accordi con Giappone e Corea del Sud».Il risultato raggiunto da Downing Street non sembra ispirare una linea di maggior dialogo a Bruxelles che continua a usare toni pugnaci. Non è un buon avvio di trattativa, la minaccia lanciata dalla Commissione europea di colpire un elenco di prodotti del valore di quasi 100 miliardi di euro con una raffica di controdazi qualora il negoziato con Washington non dovesse andare a buon fine. Bruxelles quindi si siede al tavolo della trattativa ostentando la pistola carica. Nel mirino prodotti industriali, agricoli, ma anche alcuni superalcolici tra cui il bourbon e il whisky americano. Nella lista dei controdazi anche gli smartphone tra cui l’iPhone della Apple.L’Ue poi ha deciso di presentare un ricorso formale all’Organizzazione mondiale del commercio contro gli Stati Uniti, contestando i dazi di Trump. «L’obiettivo è riaffermare che le norme concordate a livello internazionale sono importanti e non possono essere ignorate unilateralmente da alcun membro del Wto, compresi gli Usa», si legge in una nota.La Commissione ha avviato anche una consultazione sull’ipotesi di porre restrizioni ad alcune esportazioni Ue di rottami di acciaio e prodotti chimici verso gli Stati Uniti, per un valore di 4,4 miliardi di euro. Attualmente, ben 379 miliardi di euro di esportazioni dell’Ue verso gli Stati Uniti (pari al 70% delle esportazioni dell’Ue verso gli Usa) sono soggetti a nuovi dazi. Bruxelles sta poi monitorando la sovrapproduzione cinese causata dalle tariffe. Intanto il tempo corre veloce. Mancano circa due mesi, fino alla seconda metà di luglio per arrivare a un accordo. Resta congelato il fronte dei rapporti tra la Casa Bianca e Pechino anche se Trump ha detto che la Cina vuole un accordo. Il segretario al Tesoro americano, Scott Bessent, sabato e domenica prossimi sarà in Svizzera per trattare con gli svizzeri sui dazi e in quell’occasione incontrerà i funzionari cinesi e il vicepremier He Lifeng. Il portavoce del ministero del Commercio He Yadong ha ribadito le condizioni per un dialogo, ovvero che «gli Usa devono essere pronti a correggere le proprie azioni sbagliate e a rimuovere i dazi».
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)