2022-09-24
        È l’occasione per dimostrare che l’Italia è forte e libera
    
 
Da anni la volontà popolare viene mortificata. Ma non è una scusa per disertare i seggi.Caro direttore, mi permetto di scriverti quando manca davvero poco alla fine di questa lunga giornata. Sono gli ultimi istanti di una campagna elettorale aspra, scorretta, talvolta dolorosa, eppure bellissima. Che La Verità ha documentato con passione e professionalità, giorno dopo giorno. Eppure la stanchezza accumulata nel corso di queste settimane non basta a farmi prendere sonno. Davanti ai miei occhi scorrono le immagini delle grandi manifestazioni di piazza. Il calore degli uomini e delle donne di Fratelli d’Italia accorsi per vivere insieme momenti irripetibili, ma anche il gelo di chi è venuto per scatenare il proprio odio contro chi sostiene semplicemente una soluzione diversa ai problemi di tutti. Nulla di nuovo per quanto mi riguarda. Ci sono cresciuta affrontando pazientemente la violenza di chi voleva impedirmi di parlare. Eppure ogni volta mi sorprendo a sorprendermi. Anche perché sono convinta che mai potrebbe accadere qualcosa di simile a parti invertite.Comunque, la campagna elettorale è finita, domani si vota. Io mi auguro che sia una grande festa di popolo. E lo sarà se tanti nostri concittadini si recheranno ai seggi, indipendentemente da chi voteranno. Purtroppo la libertà degli italiani di potersi scegliere un programma di cose da fare e delle persone per realizzarlo è stata mortificata più volte nel corso nell’ultimo decennio. Lo so bene. Ma non può essere la scusa per restare a casa e consentire che questa discutibile interpretazione della democrazia si perpetui ancora e ancora. Mai come adesso, siamo artefici del nostro destino. Mai come ora, gli occhi del mondo sono puntati su di noi. Abbiamo un’occasione preziosa: dimostrare che l’Italia è forte e libera. Malgrado i tentativi dall’estero, sempre più disperati, di condizionare il voto di domani. Come ho avuto modo di dire più volte, mi dispiace molto che sia stata proprio la sinistra italiana a invocarne l’intervento; tratteggiando all’estero un’immagine distopica di me e delle nostre idee, con la recondita speranza di influenzare il voto di domani o, peggio ancora, il governo di dopodomani. Questa delegittimazione a priori dell’esito delle elezioni non farà cambiare idea agli italiani, se un po’ ho imparato a conoscerli. Ma potrebbe far male all’Italia e questo lo trovo inaccettabile. Di colpi bassi in questa campagna elettorale ce ne sono arrivati tantissimi. Mi consola solo il fatto che avrebbero potuto essere molti di più, se si fosse votato alla scadenza naturale della legislatura e se tutto il circo della demonizzazione nei miei confronti non avesse avuto così poco tempo per mettersi in moto. Tra i tentativi andati a vuoto c’è tutta la questione «femminile». Nelle ultime settimane le diverse sinistre in campo, da quella radical chic di Calenda a quella ortodossa di Letta, passando per quella populista di Conte, hanno cominciato ad accusarmi di non essere «davvero donna». Ne è nata una narrazione surreale, in virtù della quale avrei intenzione di cancellare i miei stessi diritti, qualora diventassi premier. E che dire della coperta di Linus che sbuca fuori a ogni convocazione elettorale. Mediamente su quattro domande che mi venivano poste in campagna elettorale, due riguardavano il fascismo, una l’Ungheria e una la Spagna. Che non è proprio ciò che ci si aspetta quando ci si candida alle elezioni italiane e nel 2022. D’altra parte, non mi sono mai sottratta, pur sapendo perfettamente che agli italiani interessa sapere come risolvere i loro problemi di oggi. Non quelli degli amici spagnoli o degli italiani di cento anni fa. Sono tanti e gravi i problemi che ci affliggono. Serviranno scelte coraggiose e ci sarà bisogno di unità. Mi piace pensare che Fratelli d’Italia possa essere il movimento politico che unisce gli italiani e che l’eventuale governo che dovesse nascere dalle urne possa rappresentare un grande messaggio di solidarietà e riscatto nazionale. Ognuno dovrà fare la propria parte. Cominciamo domani. Insieme.
        Leonardo Apache La Russa (Ansa)
    
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
        Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)