2018-06-21
Dal Papa alla maturità un coro contro il razzismo (che non c'è)
Il pensiero unico domina le parole di Francesco sui migranti e invade persino i temi dell'esame su razzismo e fascismo. Prima di lasciare la poltrona di ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli ha confezionato un ultimo regalino per gli studenti italiani. Si tratta delle tracce proposte per la prima prova scritta dell'esame di maturità, che quasi mezzo milione di ragazzi italiani hanno sostenuto ieri. Alcune avevano un sapore decisamente politico, che numerosi commentatori non hanno mancato di notare. Il tema di «ordine generale» chiedeva di commentare l'articolo 3 della Costituzione, che parla della uguaglianza formale e sostanziale nella Costituzione italiana, quello che recita: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Per quanto riguarda «l'analisi del testo», invece, è stato proposto un brano tratto dal celebre romanzo del 1962 di Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini, ispirato alla vita di Silvio Finzi-Magrini, presidente della comunità ebraica di Ferrara. A legare le due tracce è, ovviamente, il tema del razzismo. Il capolavoro di Bassani racconta l'Italia delle leggi razziali, che sono l'antitesi dell'articolo 3 della Carta. Più o meno sulla stessa linea si colloca anche il tema di «ambito storico-politico», dedicato a «massa e propaganda». La traccia offriva, tra l'altro, un brano tratto dal saggio Nemico e propaganda dello storico Andrea Baravelli. Razzismo, fascismo, propaganda, nemici politici. Sembra quasi che i temi della maturità siano stati ideati durante l'ultima campagna elettorale, che si è in gran parte giocata su questi argomenti. Non per nulla, lo scrittore Marco Balzano, interpellato da Repubblica, ha dichiarato: «Il brano di Bassani è di incredibile attualità. Dovrebbero leggerlo anche i politici». Mentre il suo collega Paolo Di Paolo ha spiegato che «definire il nemico, determinarlo e anche costruirlo è parte integrante del discorso politico. La traccia permetteva una bella riflessione sul presente».Sempre su Repubblica, Corrado Zunino ha firmato un commento intitolato «Le leggi razziste, la Costituzione e la solitudine. La maturità ai tempi del governo populista». Già, siamo sempre lì, alla retorica sui populisti cattivi. Il brano di Bassani diventa l'occasione per parlare di quanto sia fascista l'attuale governo, e la Lega in particolare. L'articolo 3 della Costituzione, manco a dirlo, deve far pensare ai poveri migranti vittime del razzismo italico. Quanto alla «costruzione del nemico», beh, non vogliamo riferirla a Matteo Salvini e alle sue parole sui rom?ideologia al potere Non è la prima volta che le tracce dell'esame escono dalla busta già impregnate di ideologia. In questo caso, però, siamo di fronte a una mistificazione abbastanza fastidiosa. Forse sarebbe il caso di spiegare agli studenti italiani che oggi non ci sono «leggi razziali» in vigore. E che il caos migratorio in cui siamo immersi non ha nulla a che fare con il fascismo, il nazismo, l'Olocausto e la persecuzione degli ebrei. Lo ha detto pure Liliana Segre, senatrice a vita, qualche giorno fa: non assistiamo a un ritorno di un regime, e non tutti i migranti in arrivo fuggono dalla guerra e meritano di essere accolti. Quanto all'articolo 3 della Costituzione in materia di uguaglianza, non è calpestato né da Salvini né da altri pericolosi reazionari. Eppure la scelta delle tracce sembra suggerire proprio questo, e cioè che l'avanzata del populismo stia mettendo in pericolo la democrazia e i preziosi valori della tolleranza e del rispetto delle differenze. È una litania stucchevole, che troppi in questi giorni si ostinano a ripetere. È l'insopportabile vulgata ideologica di Roberto Saviano, che ieri invitava i media a censurare le dichiarazioni del ministro dell'Interno come «forma disperata di opposizione all'orrore». È l'arroganza di Oliviero Toscani, uno che ha il fegato di dichiarare che «quanto sta accadendo è peggio del fascismo, perché democraticamente imposto». Certo: se la gente non vota come vuoi tu, allora va bastonata. Se i politici esprimono un'idea diversa dalla tua, vanno silenziati. Questo è il pensiero unico, questa è la vera dittatura oggi in vigore. Da ogni parte giunge sempre lo stesso messaggio, e chi osa criticare viene bollato come razzista e intollerante. Il «populista» è ovunque indicato come una belva feroce, un cattivo da contrastare. Vale anche per l'interpretazione delle frasi pronunciate ieri da papa Francesco in occasione della giornata mondiale del rifugiato. «Incontriamo Gesù nel povero, nello scartato, nel rifugiato. Non lasciamo che la paura ci impedisca di accogliere il prossimo bisognoso», ha twittato il Pontefice. L'Italia sta accogliendo non solo i profughi e i rifugiati, ma pure una marea di migranti che non fuggono da persecuzioni o conflitti. Eppure anche Bergoglio, che si rivolgeva soprattutto a Donald Trump, viene banalmente letto come anti governativo. Francesco Ha definito «contraria ai nostri valori» e «immorale» la separazione dei bambini migranti dai loro genitori sostenuta dal governo americano. E il crudele Donald, a quanto sembra, ha deciso di ascoltarlo: ha dichiarato che firmerà «un ordine per tenere unite le famiglie» degli stranieri. grande sostituzioneIl ragionamento papale, tuttavia, non si limitava ai soli Stati Uniti. «Credo che non puoi rifiutare le persone che arrivano da te, aiutarle, prendersi cura di loro», ha detto Francesco alla Reuters. Poi, non pago, ha aggiunto alcune parole che sembrano uscite dalla bocca di Emma Bonino. Si starebbe «creando una psicosi» sull'immigrazione. Cosa sbagliatissima, visto che l'Europa e l'Occidente stanno affrontando «un inverno demografico grande», motivo per cui hanno bisogno degli stranieri. Già: all'Europa, dice il Papa, i migranti servono altrimenti «diverrà vuota». Niente male come spot alla grande sostituzione.Eccolo qui il pensiero dominante. Trasuda dalle pagine di quasi tutti i quotidiani, dai servizi dei telegiornali, dai parterre dei talk show, dai romanzi, dalle serie tv, dai film, dai documentari. Ieri, dicevamo, era la giornata mondiale del rifugiato e abbiamo assistito alla fiera della propaganda. Un fiume di banalità e luoghi comuni ha rotto gli argini, con esiti grotteschi. Perché è grottesco vedere celebrità come Vanessa Redgrave impegnate a dare lezioni di accoglienza agli italiani (è accaduto a Milano, dove la signora ha presentato Sea Sorrow: il dolore del Mare, sua opera prima da regista dedicata ai migranti). È grottesco pure sentire alcuni esponenti della sinistra biasimare l'attuale governo «spargitore di odio», quando ogni giorno Salvini, Di Maio e compagni vengono sommersi di insulti della peggior specie. È molto triste, infine, osservare come anche i temi della maturità vengano sfruttati per candeggiare il cervello dei giovani italiani. Poveri ragazzi a cui Giorgio Bassani viene venduto come un Saviano qualsiasi.
Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Ansa)
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 31 ottobre con Carlo Cambi