2022-08-25
Dal fisco all’Europa, gli avvertimenti del premier pungono soltanto la destra
Giorgia Meloni (Getty images)
Mr Bce incassa l’ovazione del Meeting e lancia frecciatine velate alla Meloni su sovranismo e autarchia e a Salvini sulla flat tax. I draghiani inconsolabili e terrorizzati dal futuro governo possono rilassarsi. «Sono convinto che il prossimo governo, di qualunque colore sarà, riuscirà a superare le difficoltà che sembrano insormontabili: l’Italia ce la farà anche questa volta. Chiunque verrà eletto saprà preservare lo spirito repubblicano». Parole di Mario Draghi, che a Rimini è stato accolto da fragorosi applausi all’arrivo e da una standing ovation quando ha preso la parola per auto incensarsi su quanto fatto, convinto anche di lasciare le linee guida per chi sta affrontando la campagna elettorale. E se la platea del Meeting di Comunione e liberazione martedì urlava «vai Giorgia», ieri ha tributato al premier un «Grazie Mario, viva Draghi». Un’acclamazione per il leader che due anni fa, sullo stesso palco, mentre il governo giallorosso di Giuseppe Conte stava per frantumarsi, parlò di innovazione e sostenibilità anche finanziaria, di debito buono e debito cattivo, «le idee che hanno ispirato il governo di unità nazionale». Quindi l’analisi del lavoro svolto, quell’Agenda Draghi che in tanti esaltano e vorrebbero copiare mentre Supermario chiarisce: «Io posso fare solo una sintesi dei principi, del metodo utilizzato e dei risultati conseguiti». Tutti positivi, come prevedibile, dall’attesa analisi, mentre le uniche stilettate nascoste in un discorso all’apparenza super partes sono state tutte per Giorgia Meloni e Matteo Salvini, seppur senza nominarli. Il primo pensiero Draghi lo ha rivolto ai giovani ciellini plaudenti: «Vivete la politica come ideali da condividere, impegno sociale per la loro affermazione e la testimonianza di una vita coerente per questi ideali. Voi siete la speranza della politica». Poi gli auto elogi elencando i punti cardine del suo governo, dai tagli delle tasse, agli aiuti per la casa ai giovani: «Crescita, occupazione dignità nella vecchiaia, ai giovani fiducia e mezzi per raggiungere i loro obiettivi». In questa fase del ciclo economico «era giusto dare e non prendere, e così abbiamo fatto. Il governo non ha mai aumentato le tasse con eccezione degli extraprofitti, è stato giusto chiedere di contribuire di più ed è necessario che lo facciano invece di rimandare». L’ex governatore della Bce non ha negato che andiamo verso una fase di crisi e «spetta a chi ha responsabilità di governo dire la verità e rassicurare i cittadini con risposte concrete. Le sfide sono molte: continuare a diversificare gli approvvigionamenti energetici, calmierare le bollette, spingere sulle energie rinnovabili per affrontare il cambiamento climatico, perseguire stabilità dei conti pubblici ed equità, assicurare all’Italia di mantenere il ruolo di protagonista nel mondo all’interno di Ue e legame transatlantico. È un passaggio storico che va affrontato». Uno dei problemi più impellenti, adesso (ma anche durante il suo governo, per la verità), è l’energia a cui si legano forti rincari, e Draghi insiste sulla necessità di imporre un tetto ai costi. Tale proposta sarà avanzata al prossimo Consiglio europeo insieme a quella di slegare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas: «Un legame che non ha più senso». Poi il premier uscente del governo di unità nazionale lancia l’affondo contro la leader di Fdi, ricordando «le illusioni autarchiche del secolo scorso e le pulsioni sovraniste»: «L’Italia ha bisogno di un’Europa forte tanto quanto l’Ue ha bisogno di una Italia forte. Protezionismo e isolazionismo non coincidono con il nostro interesse nazionale». Quindi rivendica il calo del debito «mai così significativo» e lancia la frecciata all’ex alleato Salvini, quando dice che «l’evasione fiscale non va assolutamente tollerata né incoraggiata», sottolineando che lo scopo della riforma del catasto era «eliminare ingiustizie e opacità, non aumentare le tasse». Arriva il capitolo Covid: «In pandemia parlai di crescita sostenibile. Abbiamo gestito le emergenze che si sono presentate e abbiamo disegnato un Paese più equo e moderno, ma molto resta da fare». Quanto al Pnrr, Draghi ha affermato che «le erogazioni dei finanziamenti del Pnrr e cioè 191,5 miliardi, dipendono dalla valutazione che la Commissione fa del piano e della sua attuazione, dipende quindi dalla capacità di realizzare le politiche innovative nei tempi stabiliti, come fatto finora: abbiamo conseguito tutti gli obiettivi» delle prime due scadenze e «siamo al lavoro per raggiungere il più alto numero possibile di obiettivi prima del cambio di governo». In conclusione, dopo aver invitato tutti ad andare a votare, Draghi ha ringraziato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che gli ha dato «l’onore di guidare l’Italia, le forze politiche e gli italiani. Mi auguro che chiunque avrà il privilegio di guidare il Paese sarà ispirato da spirito repubblicano. L’Italia ce la farà anche questa volta». Alla fine del discorso la corsa dei «commentatori». «Questa persona, il suo impegno, il suo metodo, la sua autorevolezza non possono andare perduti. E noi ci batteremo con le unghie e con i denti affinché non accada. Punto», ha commentato Carlo Calenda. Mentre il segretario dem, Enrico Letta, ha twittato: «Ascolto il discorso di grande orgoglio italiano ed europeo di Draghi. E poi penso che Salvini, Berlusconi e Conte si sono aggiunti il 20 luglio a Meloni per farlo cadere». Piùpolemico Matteo Renzi di Iv: «Tutti applaudono Draghi, bravi. Ma il 25 settembre GLI ALTRI sostengono chi lo ha mandato a casa: la destra di Meloni e Salvini, la sinistra di Fratoianni, il M5s di Conte. Gli unici a sostegno di Draghi siamo stati e saremo solo noi».
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson